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Metafore svelate: analisi nel linguaggio usato da Murilo Mendes in Poesia e Liberdade

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CONTEÚDO

ARTICOLO ORIGINALE

MONKEN, Priscila Mattos [1]

MONKEN, Priscila Mattos. Metafore svelate: analisi nel linguaggio usato da Murilo Mendes in Poesia e Liberdade. Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento. Anno 05, Ed. 12, Vol. 19, pp. 05-13. dicembre 2020. ISSN: 2448-0959, Link di accesso: https://www.nucleodoconhecimento.com.br/testi/metafore-svelate

RIEPILOGO

Lo studio di questo articolo è correlato alla semantica. Il linguaggio rivela l’idea di un pensiero sociale che forma un atto mentale. A questo proposito, studieremo una risorsa stilistica chiamata metafora. Infatti, dalla Poetica e retorica di Aristotele, è scritto su questo fenomeno, tuttavia è ancora una sfida per molti linguisti che propongono varie spiegazioni. Rifletteremo sugli usi di questa risorsa linguistica e successivamente la analizzeremo nel linguaggio usato da Murilo Mendes in Poesia e Liberdade. Basandoci sul presupposto che la metafora sia strettamente legata al linguaggio, studiamo le varie tipologie metaforiche, al fine di osservare perché uno usa a scapito dell’altro e dell’effetto che provoca. Intendiamo dimostrare come questo strumento linguistico sia collegato a questioni di natura sociale e ideologica. A tal fine, abbiamo iniziato i nostri studi con una ricerca teorica che si amplierà con l’avanzamento dei risultati che cerchiamo al fine di comprendere meglio il contributo della metafora all’interpretazione non solo dei testi letterari ma anche dell’intero universo che ci circonda. Inoltre, i meccanismi del linguaggio possono essere meglio strumentalizzati da questo articolo.

Parole chiave: Metafora, linguaggio, Murilo Mendes.

1. INTRODUZIONE

La metafora è una delle categorie più rilevanti di cambiamento semantico. Le sue radici storiche iniziano nell’antichità classica con Aristotele, passando anche attraverso il setaccio di studiosi provenienti da varie aree, che gli conferiscono uno status e funzioni ben differenziati.

Come risorsa significativa, secondo Stephen Ullmann (1961), in Semantica, si trova in diversi aspetti: “come fattore primordiale di motivazione, come artificio espressivo, come fonte di sininimia e polisemia”. Questa diversità di funzioni del fenomeno associato alla pluralità di punti di vista con cui viene studiato si traduce in innumerevoli definizioni che spesso non si adattano. Tuttavia, la metafora non si limita al linguaggio letterario, ma è strettamente legata al linguaggio umano o, più specificamente, alla strutturazione del pensiero.

La ricerca della metafora nei testi letterari è ciò che quasi tutti fanno a meno di dire, poiché qualsiasi interpretazione letteraria comporta la presentazione del testo, delle sue immagini e, di conseguenza, delle sue metafore. Pertanto, in questo lavoro, proponiamo di dare un’attenzione differenziata a tutto ciò che è stato fatto ultimamente. Intendiamo fare, con il primo obiettivo di stabilire una panoramica nel campo degli studi linguistico-letterari, un’indagine su alcuni concetti dati al termine metafora da teorici e studiosi dell’argomento, per scegliere finalmente la visione di un autore e da questa prospettiva, quindi sviluppare i nostri studi.

La metafora è notoriamente presente nella nostra vita quotidiana, ma è nel linguaggio che si manifesta con più forza. Così, tutte le ricerche saranno permeate dal riflesso del linguaggio usato da Murilo Mendes nella Poesia Liberdade, supponendo che la metafora sia strettamente legata al linguaggio. Ci occuperemo delle varie tipologie metaforiche presenti nei suoi testi, allo scopo di osservare perché uno usa a scapito dell’altro e dell’effetto che esso comporta. Verrà inoltre mostrato come questa risorsa linguistica sia legata a questioni sociali e ideologiche, attraverso un’indagine e una discussione di espressioni metaforiche nel libro Poesia Liberdade.

2. REVISIONE BIBLIOGRAFICA

2.1 DIZIONARIO DI LINGUISTICA E GRAMMATICA, DI JOAQUIM MATTOSO CÂMARA JR.

La metafora è la figura del linguaggio che consiste nella transfernza (gr. metaphora) di un termine per la portata del significato che non è tuo; a differenza della metonimia, non si basa su una relazione oggettiva tra il proprio significato e quello figurativo, ma piuttosto su una relazione tutta soggettiva, creata nel lavoro mentale di apprensione; Ex.: ‘l’ultimo oro del sole muore nella cerration’ (Bilac, Poesias, 340). La metafora presenta una funzione molto espressiva, poiché evidenzia aspetti che il termine stesso non può evocare per se stesso; così, l’ultima luce solare non avrebbe evidenziato la speciale tonalità della luce solare al crepuscolo. Pertanto, la metafora è una risorsa comune nel linguaggio ed essenziale nella poesia (MURRY, 1951).

La metafora è un fatto di sincronia ed esiste solo quando il termine ha il significato stesso distintamente distinto da quello del termine che viene sostituito. Quando appare sistematicamente in un’espressione come l’idiozia, perde la forza evocativa, perché il termine, in principio metaforico, è imposto linguisticamente all’espressione (ad esempio, pin head); poi c’è una fossilizzazione, e la metafora diventa evidente solo nelle formulazioni ad hoc (ad esempio sono idee di una testa di spillo). In diachrony, le metafore entrano nell’evoluzione semantica e il termine incorpora significato, di inizio metaforico, nel significato stesso, la cui polisemia – a) Aumenta, o – b) Na, secondo il significato antico stesso – a) Rimane, o – b) se ne va (ad esempio: a) Saw per “insieme di montagne” e per “strumento”; B) Flagello (cfr. lat flagellum ‘chicote’d).  (CÂMARA, 1992: 166).

2.2 DIZIONARIO DEI TERMINI LETTERARI, DI MASSAUD MOISÉS

La metafora si basa su un confronto, esplicito o implicito; consiste, quindi, nel confronto tra due parole o frasi, che si traduce nella trasformazione del significato di ciascun membro e nella nascita di un senso innovativo, risultante dalla totalità dell’enunciato. (MOISÉS, 1999)

“Le analisi e le interpretazioni sull’argomento ci permettono di credere che la metafora non sia esclusiva del linguaggio letterario.” Si verifica anche nella lingua parlata, forse così abbondantemente come nei testi letterari. La differenza risiederebbe nel personaggio assunto dalla metafora volgare, ogni giorno, e nella metafora usata con obiettivi estetici. Sono sicuro che gli scambi verbali tra persone nel commercio sociale quotidiano possono essere strutturati attorno a metafore esteticamente nuove o armoniche, ma questa non è la tendenza generale. Di norma, la lingua parlata usa metafore chiamate morte o latenti, cioè metafore pietrificate e stereotipate, rese cliché, vuote di significato. Così, ad esempio, quando si dice “braccio della sedia”, si usa una metafora stereotipata, diversa da quest’altra: “Il tuo silenzio è un nau come tutte le candele panda” (Fernando Pessoa), di chiara ritaglio estetico.

2.3 POETICA E RETORICA, DI ARISTOTELE

Come già detto,

le prime osservazioni sul concetto di metafora sono dovute ad Aristotele:  “la metafora consiste nel portare il nome di un altro, o genere per la specie, o della specie per il genere, o della specie di una per la specie di un’altra, o per analogia” (Poética, tr. De Eudoro de Sousa, nd, 1457 b 6). Aristotele torna sull’argomento nel libro III della Retorica, soprattutto nei capitoli iniziali, dove, per quanto riguarda lo stile appropriato all’arte oratoria, cerca di sottolineare la funzione della metafora: ” non c’è nessuno che nella conversazione corrente non usi la metafora ” ; “La metafora è il mezzo che più ha contribuito a dare chiarezza al pensiero, piacere”; ‘le metafore non dovrebbero essere prese da lontano, ma da oggetti che appartengono a un genere vicino o una specie simile, in modo che venga dato un nome a ciò che fino ad allora non lo aveva e si vede chiaramente che l’oggetto designato appartiene a lo stesso sesso ”; “Le metafore sono enigmi velati”; ‘è necessario che la metafora sia presa dall’analogia, che si applica a entrambi i termini e proviene da oggetti appartenenti allo stesso genere’ (tr. Di Antônio Pinto de Carvalho, sd, p. 209, 211 e 217) ”        ( MOISÉS, 1999, pagg. 326-327).

2.4 COMUNICAZIONE IN MODERNA PROSE, OTHON M. GARCIA

Le motivazioni della metafora sono composte sotto le somiglianze presenti nel mondo oggettivo e l’inettitudine dell’astrazione assoluta, nonché sulla relativa povertà del vocabolario la disposizione, data la ricchezza e la ricchezza delle parole e delle idee da trasmettere e il piacere estetico della pittoresca caratterizzazione.

In sintesi, la metafora può essere definita come la figura di significato (tropo) che consiste nell’affermazione di una cosa (A) essendo l’altra (B), a causa di qualsiasi somiglianza percepita dall’essenza tra un tratto caratteristico di A e l’attributo predominante, attributo per eccellenza, di B, al fine di escludere l’altro secondario poiché non sono convenienti per la caratterizzazione del termine stesso (A). Così, ad esempio, è chiaro che quando si tratta della gemma di smeraldo, l’attributo predominante è il suo colore verde, di luminosità molto particolare. Quindi, gli occhi con questa stessa tonalità consentirebbero l’associazione per somiglianza, da cui la metafora ne sarebbe il risultato: i suoi occhi (A) sono due smeraldi (B). Se i due termini – il confronto (cosa A) e il comparatore (cosa B) – sono espressi, come negli esempi precedenti, si dice che sia metafora in praesentia; se solo il termine di confronto è esplicito, è una metafora in contumacia (o pura, come si dice anche): due smeraldi brillavano in faccia.

Da una prospettiva formale, la metafora è essenzialmente un confronto implicito, cioè scagionato da particelle connettive comparative (come, come, as, as), oltre a non presentare una struttura composta da verbi per sembrare, semelhar, assomigliare suggerendo, per dare l’impressione o un equivalente di questi (GARCIA, 1983).

2.5 SEMANTICA, DI STEPHEN ULLMANN

Secondo Ullmann (1961), la struttura di base della metafora è molto semplice. “Ci sono sempre due termini attuali: la cosa di cui parliamo e con cosa lo stiamo confrontando.” La cosa di cui abbiamo parlato sarebbe il contenuto, con cosa lo stiamo confrontando sarebbe il veicolo. Per l’autore di cui sopra, il tratto o i tratti che hanno in comune sarebbero chiamati “fondamento della metafora”

2.6 LA METAFORA VIVENTE, DI PAUL RICOEUR

La metafora vivente è un’indagine sulla creatività del linguaggio e sulla sua capacità di concentrarsi sulla realtà. In questo lavoro, Paul Ricoeur innova i sensi per la sua “impertinenza semantica”. Di fronte al solito riferimento di un termine, la metafora genera un nuovo riferimento, e di fronte al senso letterale, una nuova pertinenza semantica, che diventa “impertinente” rispetto al significato letterale. Per lui, il linguaggio poetico non è solo un “altro modo” di dire, ma è un modo di “dire di più”, perché c’è un “valore aggiunto” di significato generato dall’opera semantica della metafora (RICOEUR, 1975).

2.7 GRAMMATICA PORTOGHESE MODERNA, DI EVANILDO BECHARA

Bechara (2002) dice che tra le cause che motivano il cambiamento di significato delle parole, una delle principali è la metafora che consiste nella traduzione del significato causata dall’occupazione nella solidarietà, in cui i termini impliciti fanno parte di classi diverse, essendo considerato, tuttavia, dalla combinazione, come assimilato. Dando ad esempio:

Capelli di neve, pesare le ragioni, presagio nero, sogni dolci, passi religiosi, bocca dello stomaco […], denti a forchetta, schienale della sedia, braccia del divano, piedi da tavolo, spendere fiumi di denaro, valle delle lacrime, il sole della libertà, i giorni corrono, la notte è caduta (BECHARA, 2002).

Quindi, la metafora non deriva da un confronto abbreviato, come se fosse tradizionalmente considerata; al contrario, è il confronto che consiste in una metafora esplicita. È anche importante che la metafora linguistica (linguisticamente originata dal fraintendimento dei termini impliciti nella solidarietà) si distingua dalla metafora motivata extralinguisticamente dalla nostra conoscenza delle cose, come avviene in espressioni metaforiche del tipo che non mettono il carro davanti ai buoi, al fine di esprimersi l’anastrofia errata di un’azione o di un giudizio. Le metafore sono ampiamente utilizzate nel linguaggio spontaneo e nella letteratura, con una diffusione tra i poeti simbolisti (BECHARA, 2002).

2.8 GRAMMATICA NORMATIVA DELLA LINGUA PORTOGHESE, DI ROCHA LIMA

La metafora consiste nella trasposizione di significati distinti su un dato termine, a causa di un confronto implicito. Si afferma in una relazione di somiglianza, basata sulle leggi psicologiche più naturali: l’associazione delle idee. In cui affronta anche diverse modalità, tra le quali vale la pena menzionare l’incarnazione, l’iperbole, il simbolo e la sinestesia. (ROCHA LIMA, 1999).

3. CONCLUSIONI PARZIALI

Crediamo che il testo di Murilo Mendes sia pieno di tipologie metaforiche e che identificarle e contestualizzarle, osserveremo che le metafore non sono limitate nello spazio ideologico politico-sociale e quindi tali metafore supereranno questo spazio, costituendosi metafore del sempre.

Ci rendiamo conto che la metafora non è semplicemente un processo comparativo, implicito, esplicito, ma un processo mentale che è alla base della comunicazione, del linguaggio e del pensiero umano.

Sappiamo che, seguendo la linea aristotelica, è la maggior parte del lavoro sull’argomento. Mattoso Câmara Jr., ad esempio, nel suo Dizionario di linguistica e grammatica, definisce la metafora come la figura della lingua che trasferisce un termine a un campo di significati che non è suo (CÂMARA, 1992). Ci sono anche molti che, come il pensatore greco, associano il fenomeno metaforico al confronto. Questa concettualizzazione ci sembra un po ‘ semplicistica, perché limita il fenomeno agli scambi di vocabolario. Crediamo che con i nostri studi successivi mostreremo che, sebbene la metafora sia una traduzione di significato derivata da un’associazione per somiglianza, la sua occorrenza non si limita a trasferire significato da una parola all’altra. Come lo descrive Othon M. Garcia, nella sua Comunicazione in prosa moderna, la metafora si basa sul dire che una cosa (A) è un’altra (B), quando ogni somiglianza è percepita tra qualche tratto caratteristico di A e la caratteristica predominante di B (attributo per eccellenza), al fine di escludere tutti gli altri aspetti secondari, poiché non sono convenienti per la caratterizzazione del termine proprio A (GARCIA, 1983).

4. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

BECHARA, Evanildo. Moderna gramática da língua portuguesa. Rio de Janeiro: Lucerna, 2002.

GARCIA, Othon, M. Comunicação em prosa moderna. 11. ed. Rio de Janeiro: FGV, 1983.

METÁFORA. Em: CÂMARA JR., J. Mattoso. Dicionário de linguística e gramática. 16. ed., Petrópolis, Vozes, 1992.

METÁFORA. Em: MOISÉS, Massaud. Dicionário de Termos literários. 14. ed. São Paulo: Cultrix, 1999.

METÁFORA. In: Dicionário Michaelis Eletrônico. Versão para assinantes UOL.

RICOEUR, Paul. (1975) La Métaphore Vive. Paris: Éditions du Seuil. Ed. Ut.: Ricoeur, P. (1983). A Metáfora Viva. Tradução. Porto: Rés Editora.

ROCHA LIMA, Carlos Henrique da. Gramática normativa da língua portuguesa. Rio de Janeiro: José Olympio, 1999.

ULLMANN, Stephen. Semântica: Uma introdução à ciência do significado. Lisboa: Fundação Calouste Gulbenkian, 1961.

[1] Laurea magistrale in Cognizione e Lingua. Specializzazione in Revisione del Testo. Laurea in lettere portoghese.

Presentato: dicembre 2020.

Approvato: dicembre 2020.

5/5 - (1 vote)
Priscila Mattos Monken

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