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Economia solidale e gestione pubblica dei rifiuti solidi nella raccolta differenziata a Belém: analisi delle esperienze di CONCAVES e COOTPA

RC: 113833
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CONTEÚDO

DISSERTAZIONE

BARROZO, David da Costa [1], MAGALHÃES, Diego Ventura [2], FERREIRA NETO, Luiz Reis [3], FERREIRA, Marilia Matos Gonçalves [4]

BARROZO, David da Costa. Et al. Economia solidale e gestione pubblica dei rifiuti solidi nella raccolta differenziata a Belém: analisi delle esperienze di CONCAVES e COOTPA. Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento. Anno 03, ed. 05, vol. 03, pag. 35-71, maggio 2018. ISSN:2448-0959, Link di accesso: https://www.nucleodoconhecimento.com.br/economia-aziendale/economia-solidale

RIEPILOGO

Il contesto in cui l’Economia Solidale (ES) è stata evidenziata negli ultimi anni. Quanto alla precarietà del lavoro, essa è dovuta all’implicazione stessa del lavoro salariato nelle condizioni del nuovo regime di accumulazione flessibile, che può essere caratterizzato dalla trasformazione del mondo del lavoro, ovvero dallo sviluppo sistemico di un processo complesso di ristrutturazione produttiva e di cambiamenti organizzativi, dall’emergere di un nuovo e precario mondo del lavoro e dalla frammentazione della classe operaia. L’articolo sviluppa un’analisi teorico-concettuale sull’Economia Solidale e le Politiche Pubbliche relative alla raccolta differenziata per poi svolgere una ricerca empirica comparativa, con due esperienze concrete, in cooperative di raccolta differenziata dei rifiuti solidi operanti nella città di Belém, stato del Pará: la Cooperativa de Catadores de Materiais Recicláveis da Terra Firme (CONCAVES)[5] e Cooperativa dos Profissionais do Aurá (COOTPA)[6]. Le dinamiche volte ad individuare e analizzare processi quali la traiettoria della qualità della vita dei lavoratori cooperativi, tenendo conto dei rischi di riproduzione della precarietà o meno del lavoro; e la conquista dell’autonomia amministrativa e operativa delle cooperative rispetto alle politiche pubbliche a tutti i livelli o, al contrario, alla riproduzione dei rapporti di subordinazione e di assistenza.

Parole chiave: Precarietà del Lavoro, Lavoro Associato, Raccolta Selettiva, Politiche Pubbliche.

INTRODUZIONE

Questo tema di studio è rilevante nell’approfondimento delle ricerche che svolgono un’analisi approfondita sulle imprese solidali, che coprono dal momento della loro origine fino ai giorni nostri, attraverso l’identificazione dei fattori materiali, sociali e culturali che spingono le persone ad aderire e, soprattutto, rimanere. Il suo obiettivo è completare gli studi esistenti, che si limitano a indagare circostanze che, nonostante la riluttanza di questi lavoratori, li hanno costretti a cercare alternative di lavoro e di reddito, come se l’esistenza di queste pressioni fosse sufficiente a condurli passivamente a una certa direzione.

Collegato a questo tema, il presente studio affronta i rapporti di lavoro associati come meccanismo per combattere la pratica del lavoro precario e come alternativa per generare lavoro, occupazione e reddito per ridurre i problemi socioeconomici. Riguarda quindi l’ES, che insieme alle politiche pubbliche, può diventare un meccanismo di induzione e traino per lo sviluppo sociale, economico e ambientale.

L’articolo pone l’accento sull’approccio microeconomico, in quanto studia la traiettoria di due cooperative popolari, allo stesso tempo con un approccio macroeconomico, con enfasi sulla gestione pubblica nella raccolta selettiva. Si tratta di un processo dinamico, in quanto si studiano le dinamiche di gestione di due cooperative e il rapporto con le dinamiche di gestione pubblica nella raccolta differenziata.

È in questa prospettiva che questa nuova economia può emergere nell’ottica dell’organizzazione di filiere produttive solidali, costituite dall’articolazione di imprese autogestite, associazioni e cooperative urbane e rurali, che contribuiscono all’inserimento socioeconomico dei soggetti storicamente esclusi dalle politiche di sviluppo pubblico sia a livello regionale che nazionale (EID et al, 2010).

Come studio pratico e importante per la bibliografia accademica, sarà condotta un’indagine empirica comparativa in due cooperative per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e domestici situate a Belém, nello Stato del Pará, la CONCAVES e la COOTPA. Queste due imprese sono formalizzate come una cooperativa, con la stessa base economica e sociale, e vale la pena chiedersi in quali circostanze la cooperazione e l’organizzazione socio-produttiva si sviluppano insieme e fanno del lavoro non solo un elemento centrale, ma un differenziale e la sua autonomia in rapporto con la pubblica amministrazione, nei suoi diversi livelli.

A questo punto è importante sottolineare l’importanza nello studio comparativo tra le due cooperative selezionate, considerando che COOTPA è nata per induzione del Comune di Belém, mentre CONCAVES è emersa per iniziativa degli stessi soci della cooperativa. Questa differenza sarà rilevante per il processo di indagine, considerando che il focus di questa dissertazione riguarda un confronto tra Economia Solidale e Management Pubblico, incentrato sull’autonomia o dipendenza delle cooperative dagli incentivi e dai benefici forniti dal potere pubblico per lo sviluppo delle attività di queste imprese e dei suoi collaboratori.

A interrogazione della ricerca si è cercato di rispondere: se le cooperative popolari di raccolta selettiva, create dagli stessi lavoratori, senza partecipazione, ad un processo induttivo della Pubblica Amministrazione Comunale, durante la loro formazione iniziale, garantiscono autonomia amministrativa e operativa, restano e amplia questa autonomia, negli anni, riaffermando i principi dell’Economia Solidale, rispetto alle cooperative indotte?

Obiettivo generale della ricerca è analizzare se le cooperative popolari siano un’alternativa positiva al problema della precarietà del lavoro e se, nel corso degli anni, avvenga il raggiungimento dell’autonomia amministrativa e operativa delle cooperative, in particolare dei collezionisti in raccolta differenziata in relazione alla Pubblica Amministrazione. Per questo si intende individuare e analizzare, attraverso lo studio di due casi comparativi, considerando l’analisi del percorso professionale e personale dei lavoratori associati negli spazi di lavoro e di riproduzione familiare.

Come obiettivi specifici, si propone di svolgere: 1) rassegna bibliografica con autori contemporanei che trattano il tema Economia Solidale ed Economia del Lavoro in relazione alla Direzione Pubblica articolato con le attività sviluppate da tali cooperative, con particolare attenzione al tema dei processi decisionali , i rapporti di lavoro e di lavoro, la costruzione di piena o relativa autonomia, le pratiche di welfare, le politiche di qualificazione; 2) analizzare il percorso professionale e personale dei lavoratori associati, negli spazi di lavoro e di riproduzione familiare, in due cooperative di collezionisti selettivi di Belém, CONCAVES e COOTPA, in relazione ai cambiamenti nella qualità della vita e analizzare il percorso di gestione dell’orientamento delle cooperative, allo studio, incentrate sul tema dell’autonomia amministrativa e operativa incentrata sulla subordinazione alla gestione pubblica o sull’approfondimento dell’autonomia e dell’autogestione di questi lavoratori.

La sua giustificazione consiste nella possibilità di contribuire, per una migliore comprensione, alle dinamiche della gestione collettiva delle imprese economiche solidali, in particolare, nel segmento della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e domestici, per quanto riguarda l’organizzazione, i processi relativi alla qualità del lavoro, e il ruolo del governo come sostenitore di queste esperienze.

2. QUADRO TEORICO

2.1 RISTRUTTURAZIONE CAPITALISTICA, EMERGENZA DEL LAVORO ASSOCIATO ED ECONOMIA SOLIDARIETÀ

In reazione alle conseguenze devastanti causate dal capitalismo, nell’ambito socio-politico-economico, concretizzatosi nel crescente tasso di disoccupazione e precarietà del lavoro, l’emergere e la maturazione dei movimenti sociali e delle organizzazioni economiche autogestite in tutto il mondo può essere osservati, come meccanismi, basati sulla resistenza operaia e sull’opposizione al dominio capitalista, presentandosi come opposizione ai suoi valori e alle sue pratiche.

Questa reazione dei lavoratori si è verificata storicamente dalla metà del XIX secolo, sotto forma di cooperative di autogestione, aziende fallite e recuperate sotto il controllo dei lavoratori, tra le altre forme.

In generale, la struttura socialmente escludente del capitalismo tende a incoraggiare le organizzazioni del lavoro associato. Strutturalmente, queste organizzazioni hanno caratteristiche e importanza diverse, a seconda del tempo, della situazione sociale, economica e politica in cui vivono i lavoratori.

Negli ultimi decenni, con il neoliberista, motivatore dell’accumulazione sfrenata del capitale, la realtà sociale è cambiata, con la modifica delle strutture regionali della vita e del lavoro; sfratto dalle istituzioni e dai movimenti popolari di resistenza al capitalismo; incoraggiare la pratica del razzismo e dei conflitti nazionali; divisione della classe operaia, crescente precarietà della forza lavoro e contenimento degli elementi democratici presenti nella vita politica della società, lo Stato diviene gestore dell’impresa privata, con carattere razionale ed efficienza economico-amministrativa (DAL RI, 2010, p. 7).

Ideologicamente, il capitalismo neoliberista è contrario alla solidarietà tra la classe operaia e le organizzazioni a carattere autonomo e di classe, a causa dell’ideologia della trasformazione sociale, e che, per mancanza di forza politica, hanno trovato resistenza per la sua effettiva operazionalizzazione. Tuttavia, non ha impedito le azioni di resistenza, da parte dei lavoratori, nei confronti del devastante rapporto capitalistico di produzione, concretizzatosi nella creazione di unità di lavoro associate e nello sforzo di creare posti di lavoro non basati sui criteri dell’appropriazione capitalista.

La creazione di cooperative e società di autogestione, da parte dei lavoratori, è motivata principalmente dalla disoccupazione e dal mantenimento dei posti di lavoro, e mira a produrre un surplus economico per il mantenimento dell’impresa e dei suoi soci.

In questo senso, le esperienze cercano di sviluppare la produzione e conservazione della comunità di lavoro, che si basa su quattro pilastri: 1) prospettiva di sostituzione del lavoro salariato con il lavoro associato; 2) attuazione di una politica egualitaria di distribuzione del reddito; 3) organizzazione differenziata del processo lavorativo, con tendenza ad eliminare la struttura gerarchica e burocratica; 4) gestione autogestita, attraverso assemblee e comitati di lavoro.

In questa prospettiva, il rapporto tra lavoro associato ed economia solidale si riferisce all’interazione della massa lavorativa associata a una forma di produzione strutturata in unità produttive indipendenti e autonome. E come meccanismo per combattere il rapporto di sfruttamento e subordinazione del lavoro al capitale, essenziale per il processo di lavoro capitalistico, introduce profondi cambiamenti nella forma dell’organizzazione e della gestione delle imprese solidali.

L’economia solidale, concettualmente, è considerata una forma di organizzazione per generare lavoro e reddito, come meccanismo per migliorare le condizioni di vita di coloro che sono considerati lavoratori poveri e infelici, attraverso la mobilitazione, la motivazione e il coinvolgimento di queste persone. Strutturalmente si manifesta nelle imprese collettive di solidarietà: gruppi informali, associazioni, cooperative, imprese autogestite; che, attraverso l’autogestione, garantiscono il miglioramento e il mantenimento del benessere di coloro che sono esclusi dal lavoro formale dal processo capitalistico.

L’economia solidale è determinata come un mix di concetti e pratiche che mira a proporre soluzioni per la crisi del lavoro salariato e per la ristrutturazione produttiva, a partire dalla riorganizzazione del lavoro e delle modalità di appropriazione della ricchezza, convivendo con l’economia del capitale e se concretizzandosi economicamente attraverso il progresso delle politiche pubbliche di sviluppo.

Secondo Daniela (2011), nella letteratura si possono trovare diversi termini che si riferiscono all’economia solidale, come: economia sociale, economia popolare, economia popolare solidale, economia cittadina, economia umana, economia del lavoro, tra gli altri. Sottolinea che ci sono diverse esperienze e forme di organizzazione nel campo dell’economia solidale, anche le percezioni degli autori sono diverse.

Secondo França Filho (2002), l’espressione “economia solidale” indica l’unione di due nozioni storicamente dissociate – economia e solidarietà – suggerendo l’inserimento dell’elemento solidale al centro dell’elaborazione delle sue attività e delle sue relazioni economiche. Secondo Leite (2009) è nell’attuale contesto di crisi del lavoro salariato che gli studiosi hanno cominciato a rilevare, a partire dagli anni ’80, un insieme di movimenti incentrati sulla formazione di cooperative di produzione e associazioni di lavoratori, in cui l’autogestione e che sono state riconosciute con il termine di “economia solidale”.

Basato sulla cooperazione e sul carattere umano, presuppone che la razionalità tecnica sia incentrata sulla razionalità sociale, in cui il mantenimento del posto di lavoro e la lotta alla precarietà del lavoro sono le cause fondamentali della sua esistenza. i principali attori di questo processo.

Secondo Singer (2004, p. 12), poiché ha il lavoro come obiettivo centrale, può essere inquadrata come un’economia del lavoro, incentrata sulla soddisfazione dei bisogni definito dal collettivo dei lavoratori, sulla base della formazione dei lavoratori associati e della metodologia formativa specifica per ciascuna impresa.

Storicamente, l’economia solidale era presente nella società, attraverso esperienze economiche solidali e autogestite, come alternativa per combattere i mali del processo capitalistico – concentrazione di terra, reddito e potere -, manifestato attraverso i movimenti sociali dei lavoratori. Tuttavia, a causa dell’imprecisione e della discontinuità di questi movimenti, l’economia solidale non presentava espressività per la formulazione di un’economia del lavoro efficace e di una concreta alternativa al modo di produzione capitalistico.

Fin dai primi anni di attività economica, si intende garantire condizioni minime per la riconquista/conquista della dignità e della sussistenza, si presume che negli anni, con il processo di maturazione degli investimenti e della coesione sociale, gli impatti siano maggiori in qualità della vita delle famiglie associate, e nel loro ambiente economico, contribuendo efficacemente allo sviluppo delle aree urbane e rurali. (EID et al, 2010).

In questa prospettiva, l’economia solidale permea l’idea di un’iniziativa per soddisfare i consumi di base e l’immediata sopravvivenza delle famiglie associate, e deve andare oltre, rompendo con il processo iniziale di essere solo un’economia popolare. Se ridotto a questo, si trova legato a un circolo vizioso dove i poveri producono e vendono o prestano servizi solo ad altri poveri, senza articolazione esterna, partnership e sostegno da parte delle istituzioni pubbliche, chiudendosi alla possibilità di costruire piccole filiere. -gestione delle attività produttive costituite da imprese solidali ed espansione delle attività, con continua qualificazione e adozione della tecnologia sociale, pur mantenendo la sua identità di movimento sociale, ampliando la sua capacità di resistenza, all’interno del modo di produzione capitalistico.

Dal punto di vista del marketing, presuppone un processo di scambio di prodotti e servizi, basato su differenze e utilità reciproche, complementari, secondo gli interessi delle parti, stabilendo un sistema di relazioni economiche e sociali favorevole a tutti i soggetti e alle imprese coinvolti nel processo.

In Brasile, l’economia solidale, sotto forma di società di autogestione, ha acquisito importanza negli anni ’90, a causa dell’apertura del mercato e del fallimento delle aziende di fronte alla concorrenza del mercato globalizzato, motivata dal processo di apertura il mercato nazionale, la terza rivoluzione industriale, il progresso tecnologico e la sostituzione dell’operaio con la macchina.

Con l’apertura alle imprese estere, molte industrie nazionali a bassa capacità produttiva hanno dichiarato fallimento, causando un aumento del numero dei disoccupati nel Paese. In questo scenario, a causa della mancanza di posti di lavoro, la lotta dei lavoratori disoccupati ha dato luogo alla ripresa delle imprese, in bancarotta, in regime di autogestione.

Si tratta dell’ennesima alternativa alla crescente precarietà in cui si trova il mondo del lavoro, che esige dai lavoratori competenze in merito alle conoscenze tecniche richieste nei processi lavorativi e comportamenti rispetto alle forme di gestione collettiva della cooperativa. L’economia solidale nazionale è formata sia da piccole, medie e alcune grandi imprese, che hanno subito processi fallimentari e che attualmente sono cooperative autogestite, sia da piccoli gruppi di produzione o servizi ancora formalizzati o informali che sono strutturati e mantenere le loro attività con o senza il sostegno di politiche pubbliche, incubatori universitari, organizzazioni, tra le altre istituzioni, pubbliche o private.

Secondo Adriano (2010, p. 119), il cooperativismo in Brasile ha acquisito un altro significato, dallo sviluppo dell’economia solidale e dal consolidamento delle aziende come cooperative di produzione, e le società e le imprese dell’economia solidale hanno acquisito una connotazione diversa dalle cooperative tradizionali. , a causa al carattere economico e politico e alla nuova cultura dei valori e al meccanismo di integrazione di gruppo.

Il cooperativismo solidale si concentra sullo sforzo per garantire lo sviluppo e la sostenibilità delle imprese, in una prospettiva di autonomia rispetto ai governi, nella loro forma di rappresentanza, articolazione e azione con i lavoratori cooperativi per la generazione di lavoro e reddito.

Di fronte al cambiamento del mondo del lavoro, in cui la continua pressione da parte della comunità imprenditoriale per un nuovo profilo funzionale, più tecnologicamente capace e multifunzionale, richiede, nel campo dell’economia solidale, la sistematizzazione e la qualificazione dei soci delle cooperative, per garantire la efficacia delle imprese di solidarietà, basate sull’istruzione per la pratica dell’autogestione, della democrazia interna, tra gli altri. Un’altra caratteristica sono i limiti e le incertezze in cui si inseriscono le imprese solidali, sia in ambito giuridico che di ordine pubblico. Inoltre, vi è una forte concorrenza di mercato per l’inserimento e la manutenzione nel mercato.

L’autogestione è un elemento fondamentale per le imprese solidali, e richiede un cambiamento culturale, in quanto questa nuova economia genera un atteggiamento diverso da quello comunemente sviluppato, quando nella figura di lavoratore dipendente, diventa lavoratore associato in un’impresa collettiva, essendo necessario lo sviluppo della solidarietà; del lavoro collettivo; la gestione dell’impresa stessa; il raggiungimento dell’autonomia gestionale e la non accettazione dell’intervento da parte degli enti pubblici, sviluppando la capacità di amministrazione collettiva di un’impresa.

Lo sviluppo dell’autogestione nelle imprese solidali è un processo lungo e contraddittorio, ma si presenta come un’alternativa per combattere il modello tradizionale del mercato del lavoro – mera esecuzione di compiti, con l’incorporazione dell’esperienza di persone/gruppo, in termini di conoscenze, valori, comportamenti, desideri e idee; allo stesso tempo coinvolge il processo di interazione tra gli individui del gruppo. Poiché tutti i lavoratori diventano responsabili dell’impresa, sono richieste una visione organizzativa strategica dell’impresa e le conoscenze necessarie per il mantenimento dell’impresa, derivanti dalle loro esperienze.

Per l’economia solidale, l’essere umano è al centro dell’organizzazione della società, in quanto vengono definiti i rapporti sociali, economici e produttivi. Si basa, quindi, sul dialogo con il lavoratore e sull’inserimento delle sue esperienze e desideri, cioè la realtà, per la sua costruzione.

Per Adriano (2010, p. 121), l’economia solidale è un percorso pedagogico per l’azione autonoma dei lavoratori, essendo rilevante il processo che porta al prodotto finale e non solo il risultato. Il suo sviluppo ei suoi principi comportano un lento processo di istruzione, formazione, qualificazione e formazione in modo permanente e integrale.

2.1.1 LAVORO ASSOCIATO, COOPERATIVISMO POPOLARE E CAMBIAMENTI SOCIALI

Il lavoro associato può essere identificato come parte del movimento di lotta alla ricerca di cambiamenti strutturali e sociali, utilizzando la cooperazione, per superare il modello di sfruttamento e realizzare il processo di trasformazione sociale.

Questo processo di trasformazione può essere interpretato come la fase continua di sviluppo della società, nonché delle sue forze produttive e delle sue relazioni sociali, per la costruzione di una società organizzata, tenendo conto dei precetti umanistici, sociali e ambientali.

In questo contesto, emerge l’emergere di specifiche imprese sociali – cooperative popolari – come elemento particolare di resistenza dei lavoratori all’anticipo dei capitali.

Strutturalmente, le cooperative presentavano inizialmente due correnti politiche: le cooperative di consumo, al fine dell’acquisizione congiunta, da parte dei lavoratori, di prodotti di consumo; e cooperative di produzione – nel tentativo – da parte dei lavoratori – di assumere il controllo del lavoro e del processo produttivo. Entrambi hanno cercato la riorganizzazione del processo produttivo, al di fuori delle pratiche di sfruttamento capitalista, con un nuovo rapporto sociale basato sulla reciproca collaborazione.

L’organizzazione cooperativa tende naturalmente a internazionalizzarsi, qualunque sia l’orientamento economico e sociale, poiché il primo principio della cooperazione è l’associazione, cioè l’unità. La sua essenza è cercare una soluzione ai problemi collettivi attraverso un’azione basata sull’associazione, individualmente, di uomini e donne nelle società cooperative; e poi, attraverso l’unione di queste associazioni cooperative in federazione; infine il corso naturale della sua evoluzione conduce l’organizzazione, attraverso le federazioni di portata nazionale e l’accordo per il processo degli interessi comuni. (WATKINS, 1973, p. 15)

Secondo Christoffoli (2010, p. 23), le cooperative tradizionali e su larga scala sono per lo più costituite da capitalisti collettivi, a causa della costruzione di cooperative di produzione collettiva, che cercano di eliminare solo il capitalista individuale e, in altri casi, il lavoro salariato , ma mantenendo strutturalmente la proprietà privata, appartenente ad un determinato gruppo di lavoratori, non coprendo l’intera classe.

Nella misura in cui la forma giuridica capitalistica della proprietà subordina in modo decisivo tutte le forme che da essa divergono, le forme collettive possono sviluppare le loro potenzialità solo dopo che è stata abolita la forma privata individuale, cosa che può avvenire, tuttavia, solo nell’ambito di un cambiamento sociale globale nel modo di produzione. Il nucleo del modo di produzione risiede nel carattere di classe del potere statale, la cui componente essenziale è la forma giuridica della proprietà. La difesa e la garanzia di ciò è la funzione centrale dello Stato nelle società divise in classi. (GERMER, 2006, p. 8)

Nonostante il precetto capitalista della proprietà privata, nelle attività lavorative associate, la sua essenza sta nella valorizzazione della vita, nella tutela della salute e dell’ambiente e, più intensamente, nella lotta al capitale monopolistico e all’attuale modello economico.

Secondo Dal Ri e Vieitez (2010, p. 8), il lavoro associato, come movimento storico di resistenza al capitalismo, si basava sulla creazione, attraverso l’unione dei lavoratori, di una tecnologia sociale, chiamata organizzazione collettiva di massa – Lavoro Associato Organizzazioni (OTA) -, ad esempio, sindacati, comitati di fabbrica, cooperative e associazioni; che hanno saputo trasformare i rapporti di produzione in unità di lavoro.

Questa forma associativa di lavoro è strettamente legata al cambiamento sociale, per quanto riguarda la creazione e il recupero di unità di lavoro basate su rapporti di produzione relativamente democratici, ovvero i benefici democratici dell’associazionismo sono di fatto storicamente rilevanti, trascendendo la situazione di subalternità o mera complementarità dell’attività capitalista.

Pertanto, il cambiamento sociale può essere trovato sia negli atti concreti di costituzione di unità di lavoro associate, sia nelle conclusioni teoriche o ideologiche che cercano di determinarne il significato e la direzione storica. Tuttavia, qui finiscono le confluenze. Le unità di lavoro associate presentano diverse varianti di organizzazione e le teorizzazioni su di esse raggiungono il punto di contraddirsi a vicenda nelle loro formulazioni. (DAL RI; VIEITEZ, 2010, p. 72).

La creazione di OTA è strettamente legata alle situazioni storiche delle formazioni sociali capitaliste, come: egemonia politica, ideologia borghese, situazione rivoluzionaria, tra gli altri. È stato anche influenzato da movimenti e organizzazioni più ampi. Queste imprese associative sono presenti nella società dalla metà del XIX secolo, tuttavia hanno acquisito importanza solo con l’attuazione del neoliberismo, a causa della crescita del cooperativismo, dell’economia solidale, delle imprese di autogestione, tra gli altri; che ideologicamente difendono l’uguaglianza sociale, con valori di libertà e uguaglianza.

Cinque sono le caratteristiche che guidano il lavoro associativo: 1) associazione; 2) proprietà; 3) potere; 4) distribuzione; 5) i rapporti con i movimenti sociali. (DAL RI; VIEITEZ, 2010, p. 69).

L’associazione si sviluppa attraverso l’organizzazione collettiva dei lavoratori in unità di lavoro basata su un sistema autonomo di cooperazione collettiva, che si differenzia dal modello capitalista nella forma di appropriazione del surplus economico dell’impresa, cioè nella forma di equa distribuzione dei ricchezza e della potenza generata, in cui il processo decisionale è di competenza dell’assemblea generale dei lavoratori. Nell’ambito delle OTA, la proprietà è definita dalla proprietà associativa dei lavoratori, cioè non consente l’individualizzazione del capitale investito nell’impresa sociale; ha un meccanismo di socializzazione e democratizzazione.

Quanto al rapporto di potere, nel lavoro associato, esso pone l’accento sulla figura dell’assemblea generale dei lavoratori, che decide e regola le questioni relative all’impresa solidale, occupandosi delle questioni sin dall’approvazione dello statuto e delle regole.

Nel lavoro associato, ci sono due pratiche fondamentali di organizzazione del potere, secondo Dal Ri; Vieitez (2010): “rappresentanza e orizzontalità”, in cui le prime, nonostante l’assemblea sia l’organo principale del potere, le decisioni sono prese, il più delle volte, dal Consiglio di amministrazione o dal Consiglio di amministrazione eletti dagli associati. Il secondo, la maggior parte delle decisioni viene presa nelle assemblee generali e di solito l’OTA ha organi intermedi per il processo decisionale di settore.

In termini di distribuzione, c’è stato un cambiamento significativo nel modo in cui la ricchezza è distribuita, come risultato dei cambiamenti nell’unità di produzione e del modo egualitario o equo di appropriarsi della ricchezza e di distribuire il potere caratteristico delle organizzazioni sindacali associate o auto- gestione.

L’opera associata è affermata dall’interrelazione e dall’interdipendenza di elementi rilevanti di democrazia e socializzazione, tuttavia la sua incorporazione nelle lotte antisistemiche avviene solo attraverso un’alleanza con movimenti sindacali e altre forze popolari, che garantiscono il superamento della crisi economica. limitazioni aziendali. Questa alleanza ha permesso l’elevazione della categoria della forza a livello egemonico, cioè una forza in grado di contribuire a generare un’altra concezione del mondo a livello riflessivo e pratico (DAL RI; VIEITEZ, 2010, p. 93).

2.1.2 CONDIZIONI DI LAVORO ED ECONOMIA DI SOLIDARIETÀ

Per comprendere meglio gli aspetti delle condizioni di lavoro e il loro rapporto con l’Economia Solidale, è fondamentale comprendere il concetto di lavoro, che secondo Marx (1983), consiste soprattutto in un processo tra l’uomo e la Natura, in cui attraverso le azioni , misure, regolazione umana, la natura è controllata. Secondo Antunes (2000), la realizzazione dell’essere sociale è effettiva attraverso il lavoro, che si sviluppa attraverso i vincoli di cooperazione sociale esistenti nel processo di produzione materiale, in cui l’atto di produzione e riproduzione della vita umana si realizza attraverso il lavoro .

Con la Rivoluzione Industriale, ci furono profondi cambiamenti nel mondo del lavoro, cambiando la base produttiva che era la società rurale, attraverso la produzione agricola e la proprietà fondiaria, che durò fino al XIX secolo, alla società industriale basata sulla produzione su larga scala i beni e il potere passarono alla proprietà delle fabbriche, dette modo di produzione capitalistico.

“L’uso massiccio delle macchine, inoltre, rompe l’unità tecnica tra il lavoro e il suo utensile, inaugurando processi di interdizione del lavoro e di svalutazione del lavoro che diventa un segno indelebile dei nostri processi produttivi” (TEIXEIRA, 2002, p. 17) .

Con il modo di produzione capitalistico, ha provocato intensi cambiamenti nel processo lavorativo, in cui la produttività diventa il centro di questo processo, con il lavoro, secondo Weber (2003), diventando lo scopo stesso della vita, attraverso la standardizzazione e la meccanizzazione della produzione che tendeva all’uniformità della vita.

In questo processo, il lavoro che comincia a essere governato dalle condizioni del modo di produzione capitalistico comincia a degradarsi, facendo del lavoro un mezzo di sussistenza e della forza lavoro una merce. Secondo Marx (2002, p. 111), il lavoro diventa tanto più povero quanto più ricchezza produce.

In questo contesto, la produzione di ricchezza nella società capitalista viene progressivamente distaccata dall’uso della forza lavoro umana che viene sostituita dalle macchine, di conseguenza, coloro che non possono vendere la loro forza lavoro sono considerati esclusi ed emarginati.

“L’organizzazione sociale è poco migliorata; che gli uomini si lasciano ancora sfruttare dalla violenza e dalla frode; e che la specie umana, politicamente parlando, è ancora intrisa di immoralità (…)” (SAINT-SIMON, 2002 b, p.60).

Nel tentativo di contrastare gli aspetti negativi prodotti dal modo di produzione capitalistico, emergono forme alternative a questo modo di organizzazione del lavoro, ovvero l’Economia Solidale. Fourier (2002) discute i vantaggi dello sviluppo del lavoro collettivo, basato su un lavoro industriale basato sul principio dell’attrazione appassionata, con un lavoro sviluppato volontariamente e con libertà dai lavoratori, basato sulla partecipazione e sulla distribuzione proporzionale della ricchezza con la classe operaia. , producendo un associazione che porterebbe vantaggi economici, sociali ed ecologici.

“Un’organizzazione composta da diverse facoltà fisiche e intellettuali, che sperimentano bisogni o inclinazioni fisiche e morali, sensazioni, sentimenti e convinzioni” (OWEN, 2002, p. 103).

Singer (2002) concettualizza che l’ES appare con i lavoratori all’inizio del capitalismo industriale per combattere la povertà e la disoccupazione causate dalla sostituzione della forza lavoro con macchinari industriali. In questo momento, i lavoratori iniziano ad organizzarsi attraverso le cooperative, nel tentativo di recuperare il lavoro e l’autonomia economica, che sono principi base di uguaglianza e democrazia. Questo tipo di associazione, cioè la società solidale, mira a massimizzare la quantità e la qualità del lavoro.

In generale, ES come alternativa al modello di esclusione e dominio del lavoro, nel tentativo di riscattare i valori umani e una formazione sociale più egualitaria, basata sulla ripresa dell’autonomia e sul salvataggio del lavoro nel suo senso pieno: una degna fonte della vita, in opposizione alla forma capitalistica del lavoro che genera sofferenza, povertà, operazione e miseria umana.

Analizzare le esperienze concrete dell’economia solidale richiede di andare oltre l’importanza dei risultati economici ottenuti, richiede il riconoscimento delle trasformazioni introdotte in altre dimensioni, come l’emancipazione e l’interazione degli agenti coinvolti nell’insediamento solidale attraverso la trasformazione economica e culturale, sociale e i processi politici da loro portati.

Va tenuto presente che l’insieme delle esperienze è eterogeneo, cioè con caratteristiche, pretese e azioni diverse. Storicamente, le motivazioni preponderanti per la creazione di un’impresa economica solidale sono di natura economica e le problematiche legate alla qualità della vita, cioè proprio di mantenerne la sostenibilità in concomitanza con guadagni di natura extra-economica, preservando la principi di economia Solidarietà.

Elementi essenziali per l’analisi delle esperienze concrete legate all’ES, è legato a tre dimensioni relazionali con la qualità della vita ricercata dagli agenti solidali, ovvero: 1) dimensione soggettiva e salute; 2) dimensione di crescita personale e 3) dimensione sociale. (BRASIL, 2011, p. 198).

La prima dimensione è quella legata alla convivenza e all’opportunità di lavoro, negata dalla situazione di disoccupazione, responsabile di una sensazione di benessere che porta a benefici extra-economici con ripercussioni sul miglioramento della salute.

Il secondo ritrae la valorizzazione dell’essere umano, al posto del capitale, è uno dei principi dell’economia solidale, in quanto si tratta di un guadagno sostanziale che può portare a cambiamenti più profondi, poiché si concentra sul processo di crescita personale e di apprendimento è favorevole a trasformazioni che vanno oltre le aspirazioni individuali e raggiungono le aspirazioni collettive.

Il terzo si riferisce alla definizione di sentirsi parte di un processo di cambiamento che trascende il livello personale e che riguarda la partecipazione alla costruzione di un progetto di società.

Rutkowski (2008) afferma che quando si osservano le cooperative di lavoro, si rileva che il reddito generato da queste imprese è piccolo, e che questa realtà impedisce gli investimenti necessari per migliorare la produzione, o anche difficoltà nel soddisfare altri bisogni come: contributo alla previdenza sociale o costruire fondi per la salute e l’istruzione. Questa realtà impedisce l’allargamento del numero dei soci, favorisce un elevato turnover tra i soci della cooperativa, mantiene la dipendenza dal sostegno esterno, che finisce per minare la convinzione di raggiungere gli obiettivi proposti di generare reddito e contribuire alle politiche pubbliche di pulizia urbana (EID, LAFORGA e LIMA, 2010).

Secondo Brasil (2001, p. 185), le ragioni principali che hanno portato alla creazione di imprese sono, in primo luogo, l’economia solidale come alternativa alla disoccupazione, seguita dall’integrazione del reddito e, infine, il lavoro associato convertito in motivazione per le imprese. Va notato che, insieme, il bisogno di lavoro e di reddito rappresenta la maggior parte delle motivazioni.

Considerandolo sia un campo di lavoro istituzionale, sia esso un obiettivo di politiche pubbliche di contenimento della povertà, o anche un nuovo fronte di lotte di natura strategica, visioni, concetti e pratiche si intersecano intensamente, interrogandosi e promuovendo l’economia. in alternativa per… gli esclusi, i lavoratori, un modello di sviluppo impegnato nell’interesse popolare, ecc.; un’alternativa, all’approfondimento delle disuguaglianze, alle politiche neoliberiste, … al capitalismo stesso. (GAIGER, p. 1-2).

Nel 2000, l’Istituto brasiliano di geografia e statistica – IBGE ha identificato che c’erano circa 24.500 collezionisti nei comuni brasiliani, il 22% dei quali di età inferiore ai 14 anni. Negli ultimi anni la Procura della Repubblica ha agito con vigore con i municipi, con l’obiettivo di impedire a bambini e giovani di lavorare nelle discariche.

Secondo Eid, Laforga e Lima (2010), la formazione di cooperative di lavoratori che operano nel settore del riciclaggio dei rifiuti, la struttura e il funzionamento del mercato del riciclaggio si basano su tre componenti: il collettore autonomo, che esegue la prima fase del processare, raccogliere e differenziare i rifiuti in uno scenario competitivo; commercianti di rottami, che acquistano in modo informale o formale prodotti riciclati da collezionisti o cooperative e li vendono a industrie o acquirenti internazionali; le industrie e gli acquirenti internazionali costituiscono la terza componente di questa catena di riutilizzo dei rifiuti, essendo questi ultimi i principali beneficiari dell’intero processo di riciclo.

2.1.3 ECONOMIA DI SOLIDARIETÀ NELLO STATO DI PARÁ: GENESI, DIFFICOLTÀ, PROSPETTIVE

La filosofia dell’economia solidale, come già discusso, è emersa come un interrogatorio sulla forma istituzionale di produzione e riproduzione della società e come costruzione collettiva dello sviluppo locale/regionale. In questo contesto, vale la pena sottolineare l’importanza di comprendere le specificità locali/regionali; indagine e sistematizzazione delle esperienze al fine di unificare le lotte contro la globalizzazione neoliberista.

Secondo Laville (2004) le radici storiche dell’economia solidale differiscono da un luogo all’altro, differendo quindi da un paese all’altro. In America Latina, afferma che essa è segnata dalla colonizzazione e da forme di subordinazione del lavoro e di “pratiche assistenziali” che rendono difficile l’autogestione produttiva. Vale la pena ricordare che le pratiche di solidarietà devono essere guidate dalla specificità di ogni località, come se guidata da forme estranee porta un’asimmetria che rende difficile soddisfare le nuove esigenze dei movimenti sociali impegnati nel processo.

In Brasile, l’economia solidale si è distinta nell’ultimo decennio del 20° secolo, con particolare attenzione all’organizzazione di imprese solidali (cooperative, associazioni e gruppi di produzione), ricerca una nuova concezione della società, evidenziata dagli anni ’80, con l’apertura democratica .

Quando si parla di economia solidale nello stato del Pará, storicamente ci sono tre correnti che delimitano il segno iniziale di questo movimento nello stato, il primo punta alla politica di microcredito del Banco do Povo del Comune di Belém nel periodo di 1997/2000, come grande leva per l’origine dell’economia solidale nel Pará; il secondo afferma che l’economia solidale era già diffusa dalle Cáritas brasiliane, più precisamente nelle regioni nord-orientali e occidentali dello stato, denominata “cooperativismo alternativo”. Il terzo è che l’economia solidale esisteva già empiricamente in molte imprese, ma non esplicitamente identificata.

È considerato il primo banco di prova di una politica di promozione dell’ES, la promozione, attraverso linee di credito e incentivi per la creazione di cooperative associative solidali già nel 1998 dal Banco do Povo belenense, che ha consentito la generazione di occupazione e reddito per il territorio popolazione e la formalizzazione degli impedimenti legati all’economia popolare. Legato a questa politica creditizia, il Comune ha promosso anche azioni per la qualificazione dei lavoratori in merito alla formazione di cooperative sui principi della SE, tuttavia la qualificazione fornita è stata insufficiente, generando anche l’indebolimento delle cooperative indotto dal Comune, organizzato come promozione meccanismo di inclusione socio-produttiva dei lavoratori.

Secondo FPEPS (2005), l’economia solidale nella regione ha le sue origini nell’economia popolare, attraverso il Forum degli imprenditori popolari a Belém, un’iniziativa con l’obiettivo principale di contribuire all’organizzazione solidale dei vari segmenti dell’economia popolare -, avvenuta nel 2000. , con l’obiettivo di offrire sostegno al tentativo di organizzare l’economia solidale.

Influenzato dai dibattiti svoltisi al Forum Sociale Mondiale del 2000, nella città di Porto Alegre, il Rio Grande do Sul, un movimento di venditori ambulanti sui viali principali di Belém iniziò a costituire, attraverso l’economia popolare, una prima pietra miliare nella realizzazione dell’economia, la solidarietà a Pará, che si basava sulla necessità di sopravvivere al mercato del lavoro locale.

Vale la pena ricordare che le azioni pubbliche realizzate nel 2000 avevano come obiettivo solo quello di generare occupazione e reddito, nel tentativo di mobilitare i disoccupati e formalizzare l’economia sommersa e l’economia popolare, attraverso programmi e progetti legati alla promozione dell’imprenditorialità . In questo momento, ES si è presentato indirettamente. Tuttavia, questo è stato il momento opportuno per la diffusione dell’economia solidale nello stato del Pará, vista la successiva organizzazione di eventi che hanno coinvolto diversi lavoratori, il cui scopo non era esclusivamente quello di generare lavoro e reddito, ma la ricerca del miglioramento delle condizioni di vita. , basato sui concetti di collettività e solidarietà, attraverso l’interazione del movimento degli imprenditori popolari.

In questo contesto, l’economia solidale prendeva forma nello stato del Pará, in cui i lavoratori dell’economia popolare iniziarono a creare imprese basate sui principi del cooperativismo, della reciprocità e della democrazia, in cui tutti i membri del gruppo sono attivamente responsabili di gestire l’impresa.

Un esempio concreto della performance di ES a Pará è la mobilitazione dei lavoratori installati nell’area commerciale di Usina do Progresso – uno spazio situato nel quartiere Reduto a Belém – contro il Comune di Belém nel suo tentativo di allontanare i lavoratori da questo zona, prevalendo quindi la garanzia del lavoro.

Un altro esempio è stata la partecipazione di 150 lavoratori al 1° Meeting degli Imprenditori a Belém, svoltosi nel 2000, con il sostegno del Banco do Povo de Belém e dell’Agenzia per lo Sviluppo Solidale/ADS. L’evento è considerato importante per motivare questi dipendenti pubblici sull’importanza dei discorsi e delle mobilitazioni di questa categoria per la risoluzione e il migliore svolgimento delle loro attività economiche. Da questo evento è emerso il Forum degli Imprenditori Popolari di Belém.

È in questo scenario che si può vedere un’evoluzione dell’economia solidale del Pará, attraverso il confronto di questi imprenditori, sono stati elaborati progetti volti al rafforzamento economico e all’organizzazione di queste imprese, sfociati, nel 2001, nel provvedimento del Banco do Povo di nuove linee di credito più adeguate e la disponibilità di piani di formazione e capacity building attraverso il Piano Nazionale per la Qualifica dei Lavoratori/PLANFOR – piano che rientrava nella politica nazionale per la qualificazione professionale.

Un altro fatto degno di nota di quell’anno è stata la 1a Valutazione Pubblica del Banco do Povo de Belém, in cui è stata suggerita la creazione di Forum per lo Sviluppo della Solidarietà Locale, per quartiere o gruppi di quartieri, includendo il tema nelle discussioni, al fine di rafforzare l’economia solidale.

L’anno successivo, secondo FPEPS (2005), sono stati organizzati 13 forum locali, mobilitando circa duemila imprenditori in incontri e assemblee, per il confronto con le istituzioni che promuovono la realtà dell’economia locale e l’articolazione degli stessi imprenditori. Nello stesso anno è stato creato il Consiglio Popolare per il Controllo Sociale, con l’obiettivo di ottenere collaborazioni per migliorare il monitoraggio delle imprese e la maturità della gestione condivisa, in cui gli imprenditori dovrebbero svolgere responsabilmente il ruolo di soggetto attivo della politica del microcredito popolare. .

Nello stesso anno furono promossi dalla PMB diversi eventi, tra i quali il Viaggio di riqualificazione nella gestione delle imprese popolari, che mirava a rafforzare l’economia popolare e introduceva progressivamente discorsi per la costruzione di imprese solidali insieme alla realizzazione dell’impresa solidale economia. Durante questo percorso sono state discusse e approvate le proposte per il III Incontro di Economia Solidale brasiliana.

Alla III Plenaria Nazionale dell’Economia Solidale, Pará è stato un riferimento nei dibattiti e nella presentazione di proposte per la costituzione dell’economia solidale in Brasile. La IV Plenaria di Stato dell’Economia Solidale si è concentrata su temi quali il rapporto tra l’economia e la generazione di lavoro e reddito e la valorizzazione del lavoratore. Un altro evento importante nella storia dell’economia solidale del Pará è stata l’istituzione del Forum degli Imprenditori Popolari dello Stato del Pará, formato da manager e imprese solidali, per discutere le loro richieste.

Quando negli eventi si affronta il tema dell’ES, si rileva la presenza di cooperazioni, conflitti, negoziazioni e tensioni tra gli agenti delle imprese solidali, creando un apparente contesto paradossale tra, da un lato, la ricerca della difesa della collettività e, dall’altro, la manifestazione spontanea di rapporti di potere in conflitto per lo spazio. Tuttavia, nonostante le differenze di modo di pensare tra le imprese solidali, prevale sempre il desiderio di cooperazione.

Nel 2007, a seguito della V Plenaria Metropolitana di Economia Solidale, tenutasi nel 2007106, l’economia solidale è stata definita a Pará come un movimento che rafforza la lotta, l’unione e l’uguaglianza sociale, attraverso nuove strategie di sviluppo sociale, economico e culturale, di generare lavoro e reddito, per un commercio equo e solidale, ristabilendo i rapporti di dignità.

Vale la pena ricordare che le lotte del movimento di economia solidale nel Pará, in certi momenti, si svolgono in modo discontinuo e polverizzato, a volte anche per questioni personali e individualizzate, ma l’importanza di questa “nuova” economia per lo Stato è già concreto, che si è concretizzato, nel 2007, dalla creazione della Direzione Economia Solidale/DECOSOL, nella Segreteria di Stato del Lavoro, Occupazione e Reddito/SETER, formata dalla fusione di più agenti solidali attraverso forze e lotte per la costituzione del economia solidale, come parte del programma di azione del governo.

Un’azione concreta da parte del movimento di solidarietà nello Stato è stata la presentazione di una proposta di legge statale sull’economia solidale, che è stata discussa e rivista in un incontro tra rappresentanti delle imprese solidali, nonché dirigenti e consulenti, che compongono il Economia Solidale nel Pará, come PITCPES. Un’altra importante performance del movimento solidale di Pará si è concretizzata al World Social Forum/WSF, nel 2009, a Belém, con la presenza di stand alla Fiera Nazionale dell’Economia Solidale, nonché dibattiti sulle aree di interesse della Economia Solidale e la creazione di primer sulla moneta sociale – Amazônida, organizzato dal Gruppo di lavoro sull’economia solidale/GT, fondato nel 2008 e composto da imprese solidali, rappresentanti del governo statale e organi consultivi, in particolare PITCPES.

Va notato che, nonostante i progressi vissuti dal movimento per l’Economia Solidale nello stato, mancano ancora chiarimenti e conoscenza dei concetti e dei loro principi da parte di molti agenti impegnati in imprese solidali, che pur identificandosi con questa economia, hanno difficoltà nella definizione di Economia Solidale.

Questo fatto è dovuto a due constatazioni: la prima è la non partecipazione di tutte le imprese solidali a corsi, workshop, seminari, incontri, sessioni plenarie. Le iniziative compaiono solo quando acquisiscono supporto finanziario e logistico da organizzatori e consulenti di eventi, o anche da politiche di promozione. La seconda è l’assenza o poca formazione e qualificazione sull’economia solidale.

Secondo l’Atlante dell’economia solidale in Brasil (2005) si rileva che tra le principali forme, regolarizzate, di imprese di economia solidale, le associazioni sono le più rappresentative con la percentuale del 52% di tutte le imprese, seguite dalle imprese informali con il 25% ., cooperative con il 13% e altre forme di esperienze con il 9%[7]. Secondo Miranda et al (2008), mappando questi progetti, sulla base dei dati della stessa agenzia, il 44% si trova in aree rurali, il 37% in aree urbane e il 19% con operazioni miste.

Nello stato, ci sono alcune sfide che devono essere superate affinché l’economia solidale possa essere attuata in tutto il territorio del Pará. Ad esempio, c’è la creazione di strategie efficaci per la partecipazione di imprese solidali situate all’interno dello Stato, basate sul supporto finanziario e logistico per venire ad eventi nella capitale, per la formazione dei loro agenti sull’economia solidale. Queste strategie possono essere concretizzate attraverso l’attuazione di forum regionali e locali.

Un fattore importante sarebbe il cambiamento della cultura in relazione al lavoro collettivo, la fiducia reciproca, così come la formazione di dirigenti attivi nelle imprese e la formazione tecnica e professionale per i lavoratori delle imprese. A tal fine, è necessario che la formazione sull’economia solidale sia svolta attraverso collaborazioni con il movimento per l’economia solidale, per quanto riguarda l’erogazione di assistenza tecnica e incentivazione al movimento, insieme ai consulenti di promozione, per l’elaborazione di progetti che aiutino da l’organizzazione delle imprese nelle loro infrastrutture per la produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti, insieme alle politiche pubbliche a sostegno del trasporto e del flusso di produzione.

Allo stesso tempo, è necessario inserire, nel mercato dei prodotti delle imprese solidali, la creazione di politiche pubbliche e politiche di microcredito adeguate alle imprese per migliorare la qualità dei prodotti dell’economia solidale.

Un’altra sfida è incentrata sulla legalizzazione dell’economia solidale nel Pará, attraverso l’approvazione e l’attuazione della legge statale sull’economia solidale e la sua effettiva osservanza, indipendentemente dalla gestione del governo, in quanto sarà il quadro guida per le azioni dell’economia solidale , che puntano al tema della sostenibilità ambientale, educativa e sanitaria nelle imprese solidali. Questa sfida si è già trasformata in una conquista, con l’elaborazione e il dibattito della legge per promuovere l’economia popolare e solidale nello stato del Pará, considerata un progresso rispetto al quadro giuridico dell’economia solidale nello stato.

Nonostante gli ostacoli che ancora esistono nel movimento di economia solidale nel Pará, si possono già evidenziare alcune realizzazioni, come il sostegno alla preparazione, approvazione e realizzazione di progetti rivolti alle imprese solidali nei suoi vari segmenti produttivi. Ad esempio, c’è il Progetto Centro di Formazione Economia Solidale/CFES/SENAES/MTE, che ha l’obiettivo di qualificare tutti i lavoratori, cioè manager, consulenti e imprenditori solidali. Così come il corso di specializzazione in Economia solidale in Amazzonia rivolto a laureati, dirigenti pubblici, rappresentanti del movimento di economia solidale, ovvero lavoratori dell’economia solidale o soggetti interessati che volessero specializzarsi nella materia.

Un altro risultato è stata la creazione di DECOSOL/SETER[8], tuttora in fase di strutturazione, per la promozione dell’economia solidale nel Pará finalizzata alla creazione di imprese solidali con i giovani del Programma Bolsa Trabalho, attraverso formazione/formazione/qualifica professionale rivolto alle imprese collettive e familiari.

In questo scenario spiccano le fiere statali dell’economia solidale e la partecipazione delle imprese del Pará a fiere ed eventi a livello statale, nazionale e internazionale, come mezzo per creare strategie per rafforzare l’economia solidale nel Stato, nonché l’avanzamento del movimento attraverso dibattiti e proposte di azioni per promuovere l’economia solidale. Collegati a questi eventi sono lo svolgimento di conferenze statali e sessioni plenarie e la partecipazione dello stato del Pará al Consiglio nazionale dell’economia solidale con consulenza e imprenditorialità.

In questo contesto di sfide e risultati, il movimento dell’economia solidale ha ancora bisogno di conquistare nuovi spazi, rafforzare le sue lotte e le sue azioni per una reale partecipazione all’ambito sociale, politico e culturale dello stato del Pará, in cui la solidarietà e la solidarietà prevalgono sempre. cooperazione.

2.1.4 L’ECONOMIA DEL LAVORO E L’ECONOMIA SOLIDALE

Concettualmente, Coraggio (2000) definisce l’economia del lavoro come un’economia sociale che si concentra sulla creazione del bene collettivo e non sull’interesse individuale degli individui, fattore predominante nell’economia capitalista. Secondo Coraggio (2000), questa economia si basa su attività domestiche, come pulire, cucinare, confezionare vestiti, attività che vengono consumate dai nuclei familiari senza passare dal mercato, contemplando un insieme di attività, comprese le cooperative.

Questa economia ha la sua interazione con l’Economia Solidale, in quanto si sviluppa per la mancanza di capacità della struttura capitalistica di inserire una parte dei lavoratori nel mercato del lavoro, nonché per la limitazione delle politiche pubbliche compensative in relazione alla disoccupazione e alla precarietà condizioni del lavoro, che provoca una reazione nella popolazione esclusa a cercare forme di sussistenza nelle imprese domestiche per garantire la riproduzione di una vita estesa, che consiste nel migliorare la qualità della vita basata sullo sviluppo delle capacità delle persone e delle opportunità sociali.

Un’altra interazione tra queste economie si materializza nel concetto di impresa sociale, che consiste in stabilimenti che non solo producono beni, ma che producono il “sociale” e valorizzano la “persona”, in contrasto con la svalutazione del modo di produzione capitalistico.

3. METODOLOGIA

Questa ricerca è stata condotta in due momenti. Inizialmente e durante tutto il processo investigativo, sono stati ricercati materiali teorici a supporto del tema trattato, attraverso una rassegna bibliografica. Successivamente, con la realizzazione della ricerca partecipante e dei casi studio, come meccanismo per raccogliere ed elaborare le informazioni raccolte dai direttori e dai membri della cooperativa, sulle cooperative selezionate: CONCAVES e COOTPA.

La ricerca partecipativa avviene con la partecipazione dei ricercatori alle relazioni di comunicazione con persone o gruppi nella situazione indagata. Questa metodologia mira a rendere i ricercatori accettati dalle persone o dai gruppi oggetto di ricerca. La partecipazione dei ricercatori consiste nella ricerca dell’identificazione del ricercatore con i valori e i comportamenti del gruppo. Il caso di studio, invece, consiste nello studio approfondito ed esaustivo di uno o pochi oggetti, consentendone una conoscenza ampia e dettagliata (GIL, 2007).

Per quanto riguarda gli obiettivi della ricerca, gli autori li classificano come esplorativi e descrittivi, con un approccio qualitativo, perché nella ricerca qualitativa il ricercatore è più interessato al processo che ai risultati, esamina i dati in modo intuitivo e ne privilegia il significato. Questi dati sono complessi per il trattamento statistico e le domande da indagare non sono stabilite attraverso l’operazionalizzazione delle variabili, essendo formulate con l’obiettivo di indagare i fenomeni in tutta la loro complessità e in un contesto naturale (BODGAN; BIKLEN, 1994, p. 16 apud BOAVENTURA, 2004, p. 56-57).

La ricerca sul campo con le cooperative si è concretizzata in visite tecniche presso le strutture delle cooperative, interviste ai direttori per verificare il processo gestionale e il rapporto con le politiche pubbliche, inoltre, dialoghi e applicazione di questionari con i soci della cooperativa per l’individuazione delle professionalità e storia personale, per valutare l’orientamento gestionale, la valutazione del rapporto con la pubblica amministrazione comunale, l’indagine sulle condizioni di lavoro, temi centrali di questa tesi.

Inizialmente, nel maggio 2012, l’obiettivo era quello di realizzare una ricerca esplorativa con le cooperative analizzate per richiedere l’autorizzazione allo sviluppo della ricerca, il mantenimento di un primo contatto e l’individuazione di aspetti guida della ricerca, come la storia della cooperative, il numero dei soci della cooperativa, la regolarità giuridica e l’identificazione degli amministratori e dei soci della cooperativa.

Le informazioni raccolte attraverso le interviste, l’osservazione diretta da registrare in un diario di campo e la documentazione fornita, nonché i dati secondari, sono stati trasformati in elementi essenziali per rispondere agli obiettivi della ricerca.

4. ANALISI DEI DATI

4.1 ANALISI COMPARATA DELLE ESPERIENZE DI CONCAVES E COOTPA: DIPARTIMENTO RIFIUTI SOLIDI (DRS) E GESTIONE PUBBLICA DEI RIFIUTI SOLIDI A BELÉM

Avviato il percorso di ricerca sul campo, è stato svolto con il DRS ed ha avuto luogo il 28.02.2013, l’intervista alla Sig. Elvira Pinheiro de Oliveira, Coordinatrice dei Progetti Sociali e dell’Educazione Ambientale.

La gestione dei rifiuti solidi di Belém è sviluppata dal Dipartimento di igiene municipale, con il DRS responsabile di tutti i piani e le azioni per la pulizia urbana e la gestione dei rifiuti solidi a Belém, tra queste attribuzioni si evidenziano la pulizia delle strade pubbliche, il diserbo , la pulizia dei canali , canali sotterranei, educazione ambientale e raccolta selettiva.

La politica sui rifiuti solidi di Belém concentra la sua azione legata a Rede Recicla Pará (RRP)[9] e Associação de Catadores da Coleta Seletiva de Belém (ACCSB)[10], che attualmente dispone di un capannone fornito dal municipio situato sul Canal São Joaquim, nel quartiere di Val de Cans. Tutto il materiale riciclabile, come carta, plastica, alluminio, deve essere portato al capannone. Questo materiale viene raccolto nelle strade, e che, se non fosse la destinazione corretta, potrebbe diventare spazzatura, generando impatti ambientali. Ma dopo l’analisi e lo smistamento, tutto deve essere riciclato.

In questo scenario, il Municipio dispone di un piano d’azione specifico: in primo luogo, è responsabile dello sviluppo dell’opera di educazione ambientale nei quartieri di Belém, per poi procedere con l’effettiva attività di raccolta differenziata. Solo dopo l’applicazione di queste procedure il raccoglitore entra nel processo di raccolta selettiva per la raccolta dei rifiuti solidi. In un primo momento, il DRS accompagna il collezionista nella raccolta domestica al fine di guidarne la corretta ed efficiente raccolta, affinché in seguito possa continuare la sua attività in autonomia, puntando all’autogestione delle cooperative.

È in corso la prima fase della politica sui rifiuti solidi, che è l’educazione ambientale condotta porta a porta con i residenti di Belém, al fine di evidenziare l’importanza della raccolta differenziata e come dovrebbe essere effettuata. questa fase si è svolta nei distretti di Umarizal, Nazaré, Marambaia, Pedreira e Souza. Attualmente si sta espandendo ai progetti abitativi Providência, Promorar e Paraíso dos Pássaros.

Per quanto riguarda il processo di promozione e incentivazione della creazione di Cooperative preposte alla raccolta differenziata, questo è inesistente nell’attuale politica comunale, dato che l’unico supporto che viene messo a disposizione dal Comune alle cooperative esistenti è legato alla necessità di interventi logistici supporto Il DRS dispone di 06 (sei) camion di raccolta che sono disponibili per il prestito a cooperative regolarmente iscritte e regolarizzate. Quando i veicoli vengono assegnati, è necessario il monitoraggio da parte di un ispettore comunale per evitare che il camion venga dirottato verso altre attività diverse dalla raccolta selettiva.

Secondo l’intervistato, il primo Progetto efficace sviluppato dal Comune di Belém per la raccolta differenziata è avvenuto nel 2004 con la figura del Posto Volontario, che non ha avuto successo per diversi motivi, tra cui il mancato impegno da parte del imprese e residenti nell’effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti organici e riciclabili e non, che ha reso difficile la selettività, oltre all’azione di vandali che hanno rotto i cassonetti della raccolta differenziata installati dal Comune.

Data questa realtà, la politica è stata sostituita dall’attuale proposta di educazione ambientale e raccolta porta a porta, con la distribuzione, nel 2007, di 60 carri metalon a collezionisti e cooperative legate al municipio da Rede Recicla Pará e Associação de Catadores da Coleta Seletiva di Belém, in cui il 50% è già deteriorato.

Alla domanda sulle difficoltà esistenti per l’effettiva applicazione della raccolta differenziata a Belém, il mancato impegno da parte della popolazione che non è consapevole dell’importanza del trattamento e della destinazione dei rifiuti solidi e la mancata collaborazione nell’attuazione è stata evidenziata la raccolta selettiva domiciliare, che finisce per compromettere il lavoro dei collezionisti, anche dopo la visita degli agenti di educazione ambientale del municipio.

Un’altra difficoltà segnalata è legata all’infrastruttura logistica del reparto, che dispone di pochi camion per la raccolta differenziata efficace – sei come già segnalato – e quando c’è bisogno di manutenzione in uno di essi per guasti meccanici, finisce per interrompere la raccolta differenziata nel tratto da essa servito. C’è anche bisogno di più capannoni per ricevere il materiale raccolto, per effettuare lo smistamento e lo smaltimento dei rifiuti riciclabili, avendone idealmente uno in ogni quartiere e non uno solo per ricevere tutti i rifiuti, come avviene attualmente.

Con il cambio di dirigente pubblico nel 2013, il DRS spera che la nuova amministrazione aggiunga politiche e risorse per l’attività di raccolta selettiva a Belém. Sottolinea che sono già iniziate le prime attività legate alla ristrutturazione delle politiche relative al trattamento dei rifiuti, portate avanti dal progetto 100 giorni, denominato “Prenditi cura di Belém, prenditi cura anche tu”, che mira a pulire, in primo luogo, i quartieri di Belém e portare a un ambiente educativo efficace per i residenti di Belém. Successivamente, sarà necessario attuare a Belém un’efficace politica dei rifiuti solidi, con la creazione di un efficace piano di gestione dei rifiuti solidi, con risorse proprie, al fine di consentire l’integrazione con altri comuni dello stato del Pará.

Infine, ha sottolineato che attualmente la Politica sui Rifiuti Solidi a Belém è ancora in fase di progettazione, ma con il cambio della pubblica amministrazione comunale, l’obiettivo è quello di attuare una Politica efficace, con la realizzazione della raccolta differenziata in tutti i quartieri di Belém, con l’alternanza della raccolta differenziata dei rifiuti non riciclabili, in giorni diversi, il primo dei quali sarebbe destinato ai centri di smistamento di ogni quartiere, dove sarebbero trattati e smaltiti dalle cooperative e quindi l’effettiva applicazione delle linee guida e la normativa nazionale sui rifiuti solidi.

4.2 CONCAVES: DALLA RACCOLTA SELETTIVA ALLA CONSAPEVOLEZZA AMBIENTALE

Per analizzare la realtà di CONCAVES è stata inizialmente svolta un’indagine con l’attuale presidente della Cooperativa. Sig. Jonas de Jesus Fernandez da Silva, che è al suo secondo mandato, ciascuno con 4 anni, iniziato nel 2006 e terminato nel 2014.

CONCAVES ha iniziato la sua attività nel 2004, ma la sua effettiva regolarizzazione è avvenuta nel 2005, con la partecipazione di 13 soci della cooperativa, e attualmente ha raggiunto il numero di 31 soci della cooperativa, di cui 27 donne e 4 uomini. La sua attività si concentra sulla raccolta e vendita selettiva porta a porta di plastica, alluminio, cartone, bottiglie in pet e rame. Di natura totalmente privata, l’idea di costituire la cooperativa è venuta dagli stessi soci della cooperativa, senza l’intervento e l’incoraggiamento del potere pubblico.

Tutti i collezionisti che lavorano presso la Cooperativa sono considerati soci della cooperativa, e non hanno alcun rapporto con i singoli collezionisti; tuttavia, c’è un progetto per espandere le prestazioni della Cooperativa, dal momento in cui il governo implementa l’attuazione della raccolta selettiva a Pará, più specificamente nella regione metropolitana di Belém, con la firma del Conduct Adjustment Term (TAC).

La routine di marketing e remunerazione si basa sulla produttività settimanale. Durante la settimana si effettuano vendite combinate e alternate, cioè in modo che durante la settimana si metta in vendita carta/cartone, a cui segue la vendita di plastica; poi rame intervallato da bottiglie in PET.

Concaves deve sostenere anche le sue spese fisse, ovvero acqua, luce, carburante per l’autocarro, IPTU della proprietà della sede e del capannone che sono state assegnate da un parente dell’attuale presidente, oltre alle spese per le forniture d’ufficio.

La proposta di remunerazione dipende dalle prestazioni e dalla dedizione settimanale di ciascun membro, generando una media di R$ 70,00 a R$ 120,00 a settimana, con un volume compreso tra 08 e 10 tonnellate, pagato dopo aver calcolato le entrate e le spese settimanali. si cerca l’obiettivo di una retribuzione settimanale di R$ 150,00. Perché ciò avvenga, è necessario migliorare le infrastrutture e aumentare il volume della raccolta selettiva a 15 tonnellate.

Ciascuna Coopera riceve valori diversi, in base alla frequenza e alle prestazioni nello svolgimento delle attività, che devono essere valutati durante l’incontro di gruppo che si svolge il sabato.

Alla domanda se la cooperativa offra altri benefici al di fuori della retribuzione, il computer della Cooperativa è stato messo a disposizione per la navigazione in Internet e un’indennità per i soci che si ammalano e non possono lavorare per una settimana.

Quanto alla formazione, vengono svolti attraverso una convenzione con istituzioni, come il Progetto Cataforte[11]; OACB e Cempre (Impegno aziendale per il riciclaggio)[12].

Nello svolgimento delle attività di raccolta selettiva vengono utilizzati i dispositivi di protezione individuale (DPI), che sono stati donati alla Cooperativa attraverso il Progetto Socio-Produttivo sviluppato dalla ONG Coca-Cola, quali: guanti, stivali, mascherine, divise, occhiali, cappelli e crema solare.

La giornata lavorativa è di 8 ore settimanali dal lunedì al venerdì, dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 18:00, e il sabato dalle 8:00 alle 12:00, in quali riunioni si tengono per la responsabilità, il pagamento settimanale e la pianificazione delle attività per la settimana successiva, oltre alla divisione e distribuzione dei compiti. Eccezionalmente, i soci della cooperativa si riuniscono la domenica, ma solo quando c’è bisogno di eventi e raccolta di materiale extra.

Oltre agli incontri settimanali che si svolgono il sabato, si tengono incontri, con riconoscimento di ATA ogni 02 anni, per discutere le aspettative ei progetti per il futuro di CONCAVES, nonché la delibera per accogliere nuovi membri.

Il materiale raccolto è ottenuto principalmente attraverso la raccolta porta a porta, con il sostegno e la collaborazione dei residenti del quartiere di Terma Firma, e attraverso accordi e contratti con enti pubblici e privati, ovvero UFPA, Banco da Amazônia, Instituto Evandro Chagas, Caixa Econômica Federal, Companhia das Docas do Pará, SEAD, Banpará e Iterpa.

La ripartizione del lavoro tra i soci della cooperativa avviene equamente e attraverso una rotazione delle attività, secondo lo stato fisico del socio e il volume di lavoro, essendo la ripartizione come segue: 1) 02 soci della cooperativa restano in carica nel settore amministrativo , per occuparsi del telefono, ricevere persone e proposte di partnership, oltre ad aggiornare le informazioni sul sito della cooperativa e su facebook; 2) 04 lasciare in autocarro per il ritiro presso le istituzioni partner e partner; e 3) gli altri rimangono nel capannone per svolgere compiti di raccolta, smistamento e smaltimento del materiale.

La principale fonte di conflitti esistenti è legata alla bassa retribuzione ottenuta con il lavoro svolto, oltre all’insoddisfazione per alcuni soci della cooperativa che non sono così impegnati e ancora non capiscono il significato del lavoro collettivo e che la cooperativa appartiene a tutte le cooperative membri.

La principale difficoltà incontrata è il mancato riconoscimento dell’importanza del lavoro svolto dalla cooperativa – raccolta rifiuti solidi -, come agente di protezione ambientale, nonché la mancanza di una struttura fisica ed efficace per l’attuazione delle politiche pubbliche volte a il lavoro del collezionista.

Le prospettive e le sfide per il futuro sono legate ai nuovi sforzi del nuovo sindaco di Belém, che ha tenuto un incontro con CONCAVES e sta dando priorità all’attività di pulizia e smaltimento dei rifiuti solidi a Belém. Nonostante siano tutte legalizzate e regolamentate, non c’è ancora una linea di finanziamento disponibile, tuttavia c’è un’analisi sulla possibilità di ottenere un prestito per migliorare la struttura fisica e l’acquisto di attrezzature che massimizzino le attività sviluppate, in quanto attualmente hanno solo un bilancia e un camion forniti da SEDES, un fattore che limita la produttività.

Un’altra prospettiva è la firma di un Progetto con la Fundação do Banco do Brasil, in cui tre container e 01 veicoli saranno donati a CONCAVES per lo sviluppo delle sue attività.

Per quanto riguarda la storia della cooperativa, i 13 soci che fondarono CONCAVES erano collezionisti prima che la cooperativa fosse formalizzata, che puntando a migliorare le condizioni di lavoro e la qualità della vita e credendo nella rilevanza sociale del lavoro sviluppato, unissero le forze. Dopo il successo collettivo e la visibilità di CONCAVES nel quartiere in cui operano, altri membri sono entrati a far parte della cooperativa, anche se non avevano mai lavorato come raccoglitori di rifiuti prima, per necessità finanziarie o per mancanza di opzioni nel mercato del lavoro.

Come principale difficoltà incontrata dalla cooperativa nel processo formativo, è stato evidenziato l’alto costo per la regolarizzazione e la burocrazia, insieme alla scarsa comprensione dell’importanza e del riconoscimento del lavoro del collezionista.

Nel tempo, si sono verificate significative modifiche nell’opera sviluppata da CONCAVES, basata sul sostegno della popolazione di Terra Firma, che, dopo diversi lavori di sensibilizzazione ambientale e di importanza della raccolta differenziata, realizzati dalla Cooperativa stessa, ha avviato separare la spazzatura in casa, facilitando il lavoro dei raccoglitori. Oltre a questi fattori, è stato possibile verificare che la stipula di convenzioni e appalti con enti e istituzioni pubbliche e private per la raccolta del materiale riciclato ha contribuito ad aumentare la produttività della cooperativa.

All’interno del processo produttivo ci sono due colli di bottiglia; la prima legata al mancato svolgimento della raccolta differenziata da parte della popolazione generale che mescola rifiuti organici con materiali riciclabili e non riciclabili e; la mancanza di struttura logistica, rappresentata dalla mancanza di più camion e attrezzature per raccogliere una maggiore quantità di rifiuti solidi e il basso valore ricevuto dalla vendita di materiale riciclato che finisce per non remunerare adeguatamente il raccoglitore per il lavoro svolto.

Un’altra difficoltà incontrata è la mancanza di sostegno da parte delle autorità pubbliche, in particolare del DRS, che è il settore responsabile della gestione dei rifiuti solidi a Belém.

Analizzando il primo aspetto della ricerca, riguardante il raggiungimento dell’autonomia amministrativa e operativa delle cooperative in relazione alla gestione pubblica, CONCAVES ha iniziato la sua attività su iniziativa degli stessi soci cooperativi senza interferenze da parte del Governo e per tutto il suo percorso è rimasta indipendente da gli interventi delle agenzie governative per il mantenimento delle loro attività.

Passando all’analisi della traiettoria della qualità della vita dei lavoratori, e considerato che i soci della cooperativa lungo tutto il percorso della cooperativa, si è registrato un miglioramento della qualità della vita per quanto riguarda l’aspetto del riconoscimento all’interno dell’ambiente di lavoro e un’alternativa al guadagno reddito, tenendo conto della scarsità di posti vacanti nel mercato del lavoro.

Infatti, la maggior parte dei soci non aveva un lavoro formale prima di entrare a far parte della cooperativa, ad eccezione di un socio.

All’interno della traiettoria di CONCAVES, tutti i suoi soci hanno scelto di entrare a far parte della cooperativa, sia su invito dell’attuale presidente, Jonas, sia di propria iniziativa; La stragrande maggioranza si sente motivata e soddisfatta del lavoro che svolge, poiché l’importanza del lavoro di raccolta selettiva per il futuro e i cambiamenti economici e sistematici che stanno avvenendo in questa attività vengono trasmessi a tutti.

Un fatto importante da notare è che la maggior parte dei membri della cooperativa ha studiato fino al completamento della scuola superiore o sta ancora studiando, quindi mirano a studiare a un livello superiore nell’area dell’ambiente per utilizzare le conoscenze acquisite nel proprio ambiente di lavoro.

Economicamente, lo stipendio medio non raggiunge un salario minimo per ciascun membro, fattore che a volte scoraggia alcuni lavoratori dal cercare occupazioni intermedie per integrare il reddito principale prelevato dalla cooperativa, come servizi di manicure, assistenti grafici, vendita di cataloghi, tra gli altri.

Con il basso reddito ricavato dal lavoro del socio della cooperativa, la retribuzione può coprire solo le spese di base: acqua, luce, trasporti, in alcuni casi permetteva l’acquisto di elettrodomestici, come frullatore e televisione. Nessuno dei soci della cooperativa ha un conto bancario o di credito in città, sotto forma di carta di credito, tranne nei casi in cui è in possesso di una carta Yamada.

Considerando che i soci della cooperativa sono residenti nel quartiere dove ha sede CONCAVES, la maggior parte si reca al lavoro a piedi o in bicicletta. Per quanto riguarda l’alloggio, c’è una parte dei soci della cooperativa che ha una casa propria e altri che vivono con parenti; tuttavia, la maggior parte vive in case in affitto.

La partecipazione a corsi, lezioni e seminari è stata tenuta da tutti al momento dell’adesione alla cooperativa e ogniqualvolta si rendessero possibili nuovi corsi. Tuttavia, pochi hanno frequentato i corsi professionali.

Per quanto riguarda il processo decisionale, le risposte sono state unanimi, ogni decisione sulle attività e decisioni viene presa collettivamente. Il presidente raccoglie le possibilità e le collaborazioni da sottoscrivere, discute con i soci della cooperativa e ripartisce i compiti e le azioni da svolgere, con il consenso di tutti, nelle decisioni settimanali del sabato.

Nell’indagare le difficoltà incontrate per mantenere la cooperativa, è stata evidenziata la mancanza di infrastrutture e attrezzature, seguita dalla bassa retribuzione mensile sottratta al lavoro. Un altro elemento evidenziato è stato lo scarso impegno della direzione pubblica nell’attività di raccolta differenziata, che finisce per diventare un ostacolo allo svolgimento di tale attività anziché aiutare e sostenere le cooperative di raccolta dei rifiuti solidi.

Quanto alla valutazione dell’attuale amministrazione, essa è considerata dai soci della cooperativa come “chiara, trasparente, e rende tutti parte della cooperativa” (sic). E l’attuale ricorrente presenta le caratteristiche di un buon direttore, giudicato dai soci della cooperativa: “avere leadership, autorità, chiarezza nella distribuzione dei compiti e della parte finanziaria della cooperativa e una linea di comando” (sic). Quanto alla valutazione del lavoro e dei soci della cooperativa, la valutazione generale è che “sono buoni soci della cooperativa e che il miglioramento deve basarsi su un maggiore impegno, con una maggiore collettività nello sviluppo delle attività e godendo di ciò che fanno per valorizzare il professione di collezionista” (sic).

In prospettiva per la cooperativa, puntano a: “una migliore infrastruttura, un sostegno efficace da parte della dirigenza pubblica e un aumento della remunerazione ottenuta” (sic).

A differenza di CONCAVES, COOTA, nel suo processo di costituzione, nel 2001, è stata indotta dalla gestione pubblica municipale, nel governo di Edmilson Rodrigues. Inizialmente formati da 32 raccoglitori separati che lavoravano direttamente con la raccolta selettiva e la vendita di materiale riciclato raccolto nella discarica di Aurá, hanno ricevuto la proposta di creare una cooperativa di raccolta differenziata che mirava ad aggiungere un miglioramento nello sviluppo delle attività dei raccoglitori.

Inizialmente, attraverso l’accordo siglato tra il Comune e la Cooperativa, è stata installata una bilancia all’interno dell’Aurá, in cui il 10% del valore di tutto il materiale che esce dalla discarica era destinato a COOTPA. Sono stati inoltre messi a disposizione un capannone, attrezzature – pressa e convogliatore – e mezzi – gru e camion. Tuttavia, con il cambio di governo, l’accordo è stato annullato e la Cooperativa è stata ritirata da Aurá, dovendo lasciare tutte le attrezzature e i veicoli. Da quel momento in poi COOTPA perse incentivi e legami con il potere pubblico, trasferendo la propria sede in un terreno di proprietà dell’ex presidente, Mara.

La difficoltà maggiore presentata dalla Cooperativa è stata la discontinuità amministrativa, le prime due amministrazioni, dal 2001 al 2004 – Jairo Ramos e dal 2005 al 2012 – Mara Suely Martins, sono state molto instabili e segnate da conflitti interni e dannosi per la Cooperativa, che sono quasi finite sua attività nel 2012, quando, attraverso l’Assemblea Generale, i 22 soci rimasti e attualmente legati alla cooperativa, si incontrarono e decisero di revocare l’amministrazione della cooperativa all’allora presidente Mara ed eleggere un nuovo consiglio di amministrazione, presieduto fino ad oggi da Maria Fernanda Leal Ribeiro.

Dopo la rimozione della sede di COOTPA dall’Aurá, quattro si sono recati alla sede: 1) capannone a nova vida, nel 2008; 2) il cortile della casa dell’ex presidente, Mara, e 3) l’ultimo ed attuale capannone affittato nella comunità di Fazendinha, nel quartiere di Terra Firma, che, per via dell’adeguamento dei canoni che avverrà nel 2013, sta valutando la possibilità di spostamento dello spazio fisico.

Lavorando nella raccolta, smistamento e vendita di prodotti riciclati – plastica, alluminio, pet, cartone, pet, ferro e rame – che vengono smistati e confezionati per la vendita che avviene settimanalmente. Oltre ai 22 soci della cooperativa, 13 donne e 9 uomini, COOTPA attualmente si avvale anche del supporto di collezionisti autonomi che lavorano legati alla cooperativa e la loro retribuzione è equivalente alle giornate lavorate e al volume di materiale raccolto e disponibile per la vendita .

L’attuale struttura produttiva è realizzata, tramite raccolta porta a porta nel quartiere di Águas Lindas e tramite una partnership mantenuta con enti pubblici, tramite un contratto di sei mesi, ovvero UFPA, Pubblico Ministero, Banco do Brasil, Instituto Evandro Chagas , Banco da Amazônia e Caixa Econômica, con giornata lavorativa settimanale, dal lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 12:30, con orario di lavoro pomeridiano e il sabato, quando è prevista la ricerca di materiale da parte di un partner. La maggior parte dei contratti con enti pubblici sono condivisi con CONCAVES, in cui la raccolta del materiale è divisa mese per mese tra le cooperative.

Il lavoro viene svolto con un’adeguata protezione dai dispositivi di protezione individuale, quali guanti, stivali, mascherine, divise, occhiali, cappelli e creme solari, ricevuti grazie alle donazioni della ONG Coca-Cola. Tuttavia, pur avendo queste attrezzature in stock, non tutti la usano.

Le decisioni e la responsabilità sono effettuate con cadenza quindicinale, in modo chiaro e trasparente, in cui tutte le note e note di spesa sono presentate e confortate con i ricavi, generando un surplus che viene equamente diviso tra i soci della cooperativa. Le vendite del volume raccolto vengono effettuate con cadenza quindicinale.

I compiti sono equamente divisi, in cui sono riunite squadre di tre soci della cooperativa, 1) una squadra formata da tre soci della cooperativa, responsabile della raccolta porta a porta nei carrelli; 2) una squadra di tre soci della cooperativa che soggiorna nel capannone eseguendo la cernita del materiale e 3) una squadra amministrativa che si occupa di condurre le trattative per l’ottenimento di partnership e per la vendita di materiale riciclato. C’è una rotazione tra i team per garantire l’equità nello svolgimento dei compiti.

Una delle maggiori difficoltà incontrate è la totale mancanza di attrezzature e di struttura logistica, che causa costi eccessivi e assorbe gran parte delle entrate della Cooperativa, ovvero: affitto del capannone (R$ 400,00); noleggio camion per trasporto materiale riciclato (R$ 250,00/giorno), mangime per cavalli. I carri utilizzati vengono presi in prestito e la cooperativa si occupa del mantenimento e dell’alimentazione dei due cavalli. Un’altra difficoltà è la mancanza di sostegno e attuazione delle politiche pubbliche volte alla raccolta selettiva, che aumenta la svalutazione dell’opera sviluppata dai collezionisti.

Come CONCAVES, nel 2010 COOTPA ha ricevuto in donazione un camion e una bilancia per lo sviluppo delle proprie attività, tuttavia, a causa di problemi amministrativi e conflitti interni con l’ultimo presidente, Mara, che ha utilizzato il camion per svolgere attività extra cooperative, quando è stata rimossa dalla sua posizione, ha restituito il camion alla SEDES ed è ancora in possesso della bilancia, nella quale COOTPA sta ancora cercando di recuperare sia il camion che la bilancia.

Passando all’analisi degli aspetti legati alla qualità e al miglioramento delle condizioni di lavoro, si configura analogamente la realtà riscontrata in CONCAVES, di manodopera che, per la scarsità di posti vacanti nel mercato del lavoro, ha cercato nell’attività di raccolta selettiva un mezzo di sussistenza , tuttavia la maggior parte dei membri della cooperativa già lavorava all’interno della discarica di Aurá e con l’organizzazione attraverso la cooperativa hanno avuto un miglioramento significativo della qualità della vita, in relazione alla riduzione dell’esposizione alla vita, considerando l’ambiente ostile che è l’Aurá.

Un fattore da evidenziare è la mancanza di istruzione da parte dei soci della cooperativa, che, per la maggior parte, non hanno terminato le scuole elementari e non hanno prospettive di tornare a scuola. Considerando l’elevata spesa che hanno, la remunerazione ottenuta è inferiore a quella fatta a CONCAVES, tuttavia, nonostante questa realtà, i collezionisti affermano di essere più felici guadagnando di meno, ma non esposti all’ostilità e ai pericoli di Aurá.

Per quanto riguarda i corsi, i membri della cooperativa seguono corsi con Cáritas Brasil, istituzione con cui hanno una partnership, avendo già seguito corsi sull’importanza della raccolta differenziata, e ogni volta che ne hanno bisogno ricorrono all’aiuto dell’OACB, per svolgere fuori corsi di contabilità e amministrazione.

Quanto alle prospettive per la Cooperativa, ritengono che con la nuova normativa e le preoccupazioni ambientali, il lavoro delle cooperative di raccolta selettiva sarà valorizzato, consentendo un maggiore ritorno economico e la possibilità di migliorare l’infrastruttura fisica del capannone e l’acquisizione di attrezzature e materiali che facilitano e massimizzano il lavoro svolto, creando di conseguenza una struttura per poter aggregare il maggior numero di collettori.

A causa delle diverse problematiche presentate dalle ex amministrazioni, dovute a conflitti di interesse e diversione di risorse e attrezzature, è stata individuata unanimità sul profilo di buon direttore cooperativo da legare al carattere di trasparenza e al senso di collettività e fraternità con altri hanno collaborato. Considerato che la nuova amministrazione compirà ancora un anno e che è stata insediata su indicazione di tutti i soci della cooperativa, ha l’accoglimento di tutti e presenta le caratteristiche necessarie per ricostruire COOTPA e difendere gli interessi di tutti.

Alla domanda su cosa significhi essere un buon socio di una cooperativa, le principali caratteristiche evidenziate sono legate a 1) perseveranza, considerando che il lavoro di raccolta selettiva è arduo e finisce per indebolire la salute a causa dell’elevata esposizione a batteri e germi; 2) unione, perché per mantenere la cooperativa deve prevalere lo spirito collettivo rispetto alla volontà individuale; 3) cooperazione, in quanto richiede disponibilità a svolgere qualsiasi compito da svolgere.

CONSIDERAZIONI FINALI

I cambiamenti socioeconomici che hanno avuto luogo nel mondo hanno portato ad un aumento dell’informalità e del lavoro precario. Una situazione in cui la maggior parte dei lavoratori è soggetta a qualsiasi occupazione per garantire la sopravvivenza, anche se i suoi diritti sociali non sono rispettati. Tuttavia, altre forme di organizzazione del lavoro sono emerse come alternativa alla generazione di reddito.

L’economia solidale è una di queste forme, affermandosi come strumento di inclusione sociale. È un modo diverso di produrre, acquistare, vendere e scambiare ciò che è necessario per vivere, senza alcun vantaggio per nessuna delle parti della trattativa. Le attività di economia solidale si oppongono allo sfruttamento del lavoro basato sullo sviluppo sostenibile, cioè la crescita economica in armonia con la protezione della natura.

Secondo un’indagine dell’associazione Compromisso Empresarial para Reciclagem (CEMPRE), nonostante la sua importanza per il processo di riciclo, la raccolta differenziata esiste solo in 443 città brasiliane (8% del totale). Attualmente ci sono diverse città brasiliane con programmi di raccolta selettiva implementati, queste raccolte selettive municipali seguono sostanzialmente i sistemi operativi: sistema porta a porta e sistema di consegna volontaria.

A Belém, la gestione della pulizia urbana è tipicamente Municipale, gestita attraverso il Dipartimento di Sanità del Comune di Belém-SESAN, attraverso il suo Dipartimento dei Rifiuti Solidi – DRES, che è responsabile dell’operatività delle attività relative alla raccolta e allo smaltimento di spazzatura. Si segnala che, come previsto dal PNRS, tali attività dovrebbero essere trattate in maniera integrata e far parte di un Piano regolatore per l’igiene e l’ambiente del Comune di Belém.

Sulla base della ricerca svolta con il DRS, ha rilevato l’inesistenza di un’efficace gestione dei rifiuti solidi e l’assenza di sostegno e incoraggiamento per la creazione di cooperative focalizzate sulle attività di raccolta differenziata. Attualmente, l’unico progetto finalizzato alla raccolta selettiva mira all’educazione ambientale per orientare i residenti e alla successiva effettiva attuazione della raccolta differenziata.

Concentrandosi sull’obiettivo dell’indagine, dopo la ricerca sul campo svolta, è stato rilevato che, per quanto riguarda la traiettoria della qualità della vita dei lavoratori associati alle due cooperative, si è registrato un miglioramento, perché con lo sviluppo del lavoro collettivo in le cooperative, molti collezionisti che hanno vissuto hanno sviluppato le loro attività presso la discarica di Aurá hanno ottenuto una significativa riduzione dell’esposizione alla vita, considerando l’ambiente ostile.

Si segnala che, nonostante la relativa riduzione della precarietà delle condizioni di lavoro rispetto a prima dell’ingresso nelle cooperative, essa è ancora lontana dalla prospettiva auspicata dalle cooperative, ciò è dovuto al mancato sostegno e al rispetto della normativa in materia di selettività attività di raccolta da parte delle cooperative della gestione pubblica comunale di Belém.

In relazione alla ricerca del raggiungimento dell’autonomia amministrativa e operativa delle cooperative in relazione alla gestione pubblica a tutti i livelli, si segnala che a causa dell’inosservanza e della mancanza di politiche pubbliche e di un’efficace gestione dei rifiuti solidi a Belém, le cooperative studiate hanno piena autonomia sugli atti e sulle deliberazioni delle proprie attività, tuttavia, in particolare COOTPA, ritenendosi costituita attraverso il potere pubblico comunale, è ancora in una fase in cui è necessario l’intervento del Governo.

Un punto per evidenziare il fattore CONCAVES è la presenza di conoscenza e istruzione da parte dei suoi membri, che hanno familiarità con la legislazione che regola il cooperativismo in Brasile, in particolare nello Stato di Pará, e sullo stato delle azioni riferite alla selettività raccolta dei rifiuti solidi a livello nazionale e problematiche legate al processo logistico, come la logistica inversa e l’importanza di mantenere le partnership con le aziende, che le pongono in vantaggio comparato rispetto a COOTPA.

Da segnalare anche la presenza di CONCAVES nei social network, avendo una propria pagina, blog, ovvero < http://concaves.blogspot.com.br/ > e profilo su facebook, che ne aumenta la visibilità e aiuta ad ottenere partner.

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APPENDICE – NOTA A PIÈ DI PAGINA

5. Dati SENAES/MTE, secondo l’Atlante dell’economia solidale in Brasile.

6. Segretario di Stato per il Lavoro, l’Occupazione e il Reddito (Seter) / Direzione dell’Economia Solidale (Decosol).

7. Il RPP, creato il 06.07.2011, consente l’integrazione di più cooperative e associazioni di collezionisti, prima che la rete si disperdesse e ciascuna cercava di garantire spazio all’interno del mercato del riciclo e delle politiche pubbliche del settore. Il RPP riunisce ora le seguenti cooperative e associazioni: COOTPA, COOCAPE, COOPREM, CONCLIMA, CITIZENSHIP FOR ALL, ASSOCIATION OF CURUÇÁ, COOPERATIVE OF CASTANHAL, ARAL, ASSOCIATION OF WASTE WASTE CLEANERS OF BELÉM, COOMARCA, ASSOCIATION OF BENEVIDES WASTE COLLECTERS, ASSOCIATION DEI COLLETTORI DO MARAJÓ, COOPERATIVA ABAETETUBA, ASCAMARE e PROGETTO AZIONE E CITTADINANZA.

8. Associazione dei Collezionisti della Raccolta Selettiva di Belém (ACCSB), attiva a Belém dal 2002, responsabile della raccolta di materiali riciclabili separati da residenti e esercizi commerciali nei distretti di Umarizal, Nazaré e parte del Reduto. L’associazione gestisce il progetto di Collezione Selettiva Porta a Porta

9. Il progetto Cataforte – Rafforzare l’associativismo e il cooperativismo dei collezionisti di materiale riciclabile ha contribuito a trasformare la vita di migliaia di collezionisti in tutto il Brasile. Cataforte è il risultato di una partnership tra la Fundação do Banco do Brasil e il Segretariato Nazionale per l’Economia Solidale del Ministero del Lavoro e dell’Occupazione e prevede la formazione di 10.600 raccoglitori di rifiuti in 17 stati e nel Distretto Federale.

10. Impegno aziendale per il riciclaggio (Cempre) è un’associazione senza scopo di lucro dedicata alla promozione del riciclaggio all’interno del concetto di gestione integrata dei rifiuti. Fondata nel 1992, Cempre è gestita da aziende private di diversi settori. Cempre lavora per sensibilizzare la società sull’importanza di ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti attraverso pubblicazioni, ricerche tecniche, seminari e banche dati. I programmi di sensibilizzazione si rivolgono principalmente agli opinion maker, come sindaci, direttori di società, accademici e organizzazioni non governative (ONG).

[1] Laureato in Economia Aziendale presso la Facoltà di Belém-Fabel.

[2] Master in Scienze dell’Educazione presso l’Universidad de Asuncion-UAA. Specialista in gestione delle risorse umane di Faculdade Faci. Laureato in Amministrazione del Commercio Estero presso il Centro Universitario di Pará-CESUPA.

[3] Specialista in gestione finanziaria e analisi degli investimenti dalla Fundação Getúlio Vargas- FGV. Laureato in Scienze Contabili presso l’Università Federale del Pará – UFPA.

[4] Master in Economia presso l’Università Federale del Pará – UFPA. Specialista in Auditing e Controlling presso Faculdade Faci. Laureato in Amministrazione del Commercio Estero presso il Centro Universitario di Pará-CESUPA.

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