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Crisi epistemologica nelle scienze sociali: le funzioni sociali di paradigmi teorici

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CONTEÚDO

SANTOS, Alan Ferreira dos [1]

SANTOS, Alan Ferreira dos – Crisi epistemologica nelle scienze sociali: le funzioni sociali di paradigmi teorici Rivista scientifica multidisciplinare di nucleo di conoscenza. Anno 1. Vol. 6, pp. 15-27. Agosto 2016. ISSN:0959-2448

RIEPILOGO

In questo articolo si propone di discutere la questione della “crisi epistemologica” nelle scienze sociali. Per questo, abbiamo usato una ricerca di letteratura. Mettere in discussione ciò che sarebbe in realtà tali crisi, capire che la stessa ha varie spiegazioni, non scappare via da un solo fattore, ma capire che ci sono meno e fattori di intensità maggiore. Mirato a trovare le proprietà di “crisi epistemologica”, la sua origine e il suo impatto sociale. Infine, è stato sottolineato che il fenomeno ha una funzione sociale, con il suo impatto sulla scienza, essendo tale riflessione della crisi in contesti sociali e non specifici dell’istanza indipendente dell’Accademia.

Parole chiavi: epistemologia. Paradigmi. Crisi.

INTRODUZIONE

La sociologia è un campo di studio che vedono crescere fin dai primi giorni, l’estensione e ramificazione in vari settori della conoscenza umana. L’araldo riferito la storia della sociologia è Auguste Comte (1798-1857) e successivamente con la triade Émile Durkheim (1858-1917), Max Weber (1864-1920) e Karl Marx (1818-1883). È ovvio che non dobbiamo dimenticare altri sociologi che furono di grande importanza per l’istituzione della sociologia classica come: Georg Simmel (1858-1918). Tali sociologi sono dedicati a questo giorno, per il fatto che non solo hanno fondato la sociologia, ma anche risultato nei modelli di pensiero come positivismo, funzionalismo e materialismo, che fornisce materiale ricco per elaborazione teorica e la progressione del pensiero.

Da un periodo ha cominciato a fare critica dei fondamenti e presupposti di base della sociologia (1) dal fatto che esistono vari approcci (2) perché le molteplicità di teorie non hanno pienamente capito la società sempre più complessa. Octavio Ianni, nel suo saggio la crisi dei paradigmi in sociologia-problemi di spiegazione (1989), ci offre una visione di come la diversità di prospettive è stato una preoccupazione tra gli scienziati sociali. Egli dice che in diverse scuole di pensiero già parla in obsolescenza dei modelli classici, che non corrispondono alla realtà contemporanea, oggi l’approccio storico, tradizione ethnomethodological globale, olistico, sistemici, strutturali, fenomenologico, neofunctionalist, ermeneutica, l’individualismo metodologico e altri. L’oggetto della sociologia secondo tali aspetti dovrebbero essere l’individuo, identità, differenza e la scelta razionale (IANNI, 1989).

Ianni cita diversi autori che propone nuove prospettive come Bourricaud (1975) e Touraine (1984) proposto di sostituire i modelli classici “universalizastes” di grandi strutture (macro sociale) nell’interesse dell’individuo, poiché tali concezioni complete sono state superate grazie alla particolarità del secolo in cui viviamo. La proposta di questo secolo viene eletto come oggetto di azione sociale sociologia, l’attore sociale, il movimento sociale e lasciare il sistema, il grandi, completi di concetti, macro visione della società. Perché queste nozioni corrispondono a una realtà sociale, superata, che non è più oggetto di sociologia (IANNI, 1989).

POSSIBILI SOLUZIONI

Alcuni autori come Pierre Bourdieu (1930-2002) rappresenta il pensiero, che i nuovi paradigmi non esclude gli antichi, poiché questi erano quelli che ha dato origine al presente, lo stesso dirà Habermas (1929-presente) nella sua teoria dell’agire comunicativo (1981). Modernità a causa della sua alta complessità, fa sì che i concetti del capitalismo e l’industrialismo di Marx e Weber, sono ferocemente criticato da Giddens (1938-presente), che propone nuovi parametri e categorie di analisi per le informazioni:

Tra i critici che stanno proponendo nuovi modelli, teorie o paradigmi, l’insistenza sull’idea che ha cambiato l’oggetto della sociologia. I classici sarebbero supportati da nozioni che, se ragionevole in passato erano non soddisfano più le peculiarità del XX secolo. Mentre criticando le nozioni del capitalismo e l’industrialismo, che sarebbe importante in Sociologie di Marx e Weber, Giddens sottolinea “informazioni”, “potere amministrativo”, la “potenza militare” alla “guerra”, la “razionalizzazione” e altri, quali gli aspetti base della “modernità” del XX secolo. (IANNI, 1989, pag. 4).

Di fronte a così tanti approcci sviluppati alcuni pensatori le risposte ai problemi teorici e concettuali:

E ci sono coloro che riconoscono che la creazione di nuovi paradigmi non implica necessariamente la squalifica di altro. Dopo tutto, nella storia del pensiero sociologico, a fianco le opposizioni e le rotture, iscriversi anche convergenze e continuità. Nel complesso, vengono illustrati i problemi relazionati al metodo dell’oggetto della sociologia. Discutere le priorità, o alloggi per quanto riguarda quantitativo e qualitativo induzione sincronica e diacronica, il contrappunto delle parti con tutti, la dinamica e la stabilità sociale, individuo e società, all’obiettivo e soggettivo. Gradualmente, formulare nuove teorie sociologiche come strutturalismo (s), funzionalismo strutturale, neofunzionalismo, fenomenologia, etnometodologia, ermeneutica, sociologia dell’azione o acionalismo, individualismo metodologico e altri. Formulare altri temi e altri metodi di spiegazione o comprensione, mentre se inaugurara altre lingue. (IANNI, 1989, p. 5).

Boaventura Santos (1940-presente) è uno di loro che dice “l’esperienza sociale del mondo è molto più ampio e variegato che la tradizione filosofica o scientifica occidentale conosce e ritiene importante” (SANTOS, 2006, pag. 2). Per tenere conto l’esperienza che non è “catturato dalla tradizione occidentale” è necessario proporre un modello di razionalità in opposizione il modello prevalente di razionalità negli ultimi secoli. Per stabilire tale diritto, quali Santos chiamato cosmopolita motivo, egli ci porta le tre procedure sociologiche: la sociologia dell’assenza, di emergenza e il lavoro di traduzione. I tre punti di partenza sono: la comprensione del mondo di là della comprensione occidentale del mondo; Questa comprensione è legata alle concezioni del tempo e temporalità; la concezione occidentale della razionalità si caratterizza da sempre questo trasformato in un secondo luogo sfuggente e in espansione il futuro a tempo indeterminato. In questa senso Salem volontà contro, espandendosi e contraendosi il futuro dono per essere in grado di “creare lo spazio e il tempo necessario per conoscere e valorizzare l’inesauribile esperienza sociale che è in corso nel mondo di oggi” (Ibid., pag. 3). Per espandere questo, egli propone una sociologia delle assenze; per il futuro del contratto, una sociologia delle emergenze e per rendersi conto della diversità di esperienze sociali che non può essere spiegato da una teoria, propone una procedura di lavoro di traduzione globale in grado di creare una mutua intelligibilità tra esperienze possibili e disponibili senza distruggere la sua identità “(Ibid., p. 4).

La sociologia delle assenze ha come lo scopo di salvare le esperienze considerate inesistente, dare realtà a loro, li rendono fatti, come una possibilità di conoscenza e distinguerlo e li mette side-by-side del singolo ed egemonico considerato esperienza. Con che rende la ripresa della realtà, perché aumenta il campo di esperienze con credibilità, con conseguente dilatazione del presente e la costrizione di futura, ampliando quello che è considerato contemporaneo.

La sociologia delle emergenze è l’indagine delle alternative che si adattano all’orizzonte delle possibilità concreta “(Ibid., p. 24). Se la sociologia delle assenze si espande il Royal esistente regalo quello che è stato sottratto dalla logica dominante, la sociologia delle emergenze estende questo aggiungendo reale ampie possibilità e sulle aspettative future che ha insita. Consiste nello svolgimento simbolico allargamento delle conoscenze, pratiche e agenti per identificarli idee lungimiranti.

Per quanto riguarda la procedura di questa traduzione mira a creare leggibilità, coerenza e coordinamento presso il mondo esperienze-sia disponibile come possibile, ha rivelato di sociologie delle assenze e le emergenze – un mondo arricchisce la molteplicità e la diversità. Con quello, Santos stabilisce un nesso tra gli aspetti presenti e futuri che teorie sociologiche, di solito attribuite a un obiettivo comune ha come pretesto, che finisce per la maggior parte spesso causando la fine futura in sé sciogliendo le trasformazioni del presente.

Bourdieu afferma già che le contraddizioni derivanti dall’esistenza di diverse scuole, con diversi metodi e prospettive, sono false opposizioni, che ha una finalità sociale, ma non un fine. Questo, egli esemplifica con opposizioni tra empirica e teorica, vale a dire, e objectivists o soggettivista tra strutturalismo, che si occupa di relazioni oggettive, indipendenti delle coscienze e testamenti individuali-egli afferma che “tutte queste obiezioni mi colpisce come completamente fasullo e pericoloso allo stesso tempo, perché portare a mutilazioni” (BOURDIEU, 1987, pag. 44).

Spostandosi in avanti in scienza sociologica Mostra che la corrente ha grande ambizione e “i modi legittimi di metterla in pratica sono estremamente diversi” e che le ragioni delle divisioni o opposizioni che sono lì come motivazione e il fatto che “sociologi cercano di imporre come l’unico modo legittimo di fare sociologia che è più accessibile” sono le ideologie che giustificano il potere di determinate teorie dominano sugli altri, omettendo l’aspetto di questi concetti emergenti. Per questo motivo che Bourdieu difende la sociologia del 2009 che sarebbe una sociologia critica stessa o, essere più specifico, i ricercatori stessi, che permette di vedere i limiti degli occupanti delle altre posizioni e proprio, con cui uno si rende conto che in realtà l’antagonismo, maschere l’unità di sociologia che è “in quanto spazio di possibili posizioni cui antagonismo, sequestrato come tale , propone la possibilità di loro resilienza “(Ibid., pag. 45). Con questo Bourdieu dice che critica e contraddizioni e conflitti esistenti sono necessari per superare le teorie precedenti, perché ogni momento della loro legittimità combattuto per concetti intellettuali, promuovere la varietà e l’apertura a nuove idee, che porterà ad altre idee e così via.

La perturbazione che sta accadendo costantemente, vengono valutati come comune alle scienze sociali, e non come una “crisi” nel senso letterale della parola, dove si trova una sorta di “cataclisma” Joana Brito de Lima (2013) ci dà un indizio e una possibile soluzione con un senso filosofico, perché la stessa ipotesi, è che la pista stessa sociologia modo della filosofia :

I percorsi attraversati qui mostrano che la nozione di crisi è comune in tempi di interruzioni e consolidamento di nuovi modelli di conoscenza. […] Le modifiche epistemologiche devono offrire un orizzonte più ampio attraverso il quale la sociologia può ripensare loro basi. In altre parole, la sociologia ereditato i mali iniziano nel suo fondamento dovuto l’obiettivo di superare i metodi filosofici (metafisica) dalla filosofia, senza, tuttavia, accompagnare le critiche che la sua filosofia si sono rivoltata contro se stesso. In altre parole, la soluzione della polemica epistemologica della sociologia può essere trovata proprio dove, inizialmente, la vostra ricerca è stato escluso: i fondamenti filosofici e prospettive attuali e le interpretazioni in vari non consensuale. Infine e senza voler esaustivo, possibile Transvalorizzazione sociologica consente faccia controversie per la legittimazione della conoscenza e scoprire le ipotesi dei discorsi che sostengono l’obiettività e la veridicità sulle creazioni umane infinite e fittizie. […] i parametri di ricerca differenti esistono contemporaneamente e indicano le scelte teoriche difende da ogni autore, generando risultati che potrebbero essere affrontati nelle discussioni”. (DE LIMA, 2013, pag. 13).

Le trasformazioni radicali che si verifica in sociologia, genera una commozione cerebrale nel “sapere” che implica un deteriorato vecchi modelli, dove avrebbe spiegato, una descrizione dell’oggetto:

Il più importante qui, insistere sul fatto che ogni crisi in sociologia, indipendentemente dalla sua corrispondenza con crisi sociali che erano repliche, sempre segnalano il problema della spiegazione: egli intendeva spiegare troppo o che ha dato spiegazioni false, o se troppo molto riduce la spiegazione a favore di una semplice osservazione, o – come le indagini empiriche di oggi , soprattutto negli Stati Uniti e tra i francesi di imitatori americani – ha quasi completamente abbandonato la spiegazione, trasformando, al meglio, sociologia in sociografia “(Gurvitch, 1986, p. 525-526 apud IANNI, 1989, pag. 6).

Ianni giustifica che il cambiamento si è verificato nel corso del tempo, non nella stessa società o nella sua essenza, ma parte di esso. L’oggetto che Marx e Weber ricercato ha cambiato, ma ha ancora sua essenzialità, il lavoro è lì, i rapporti di potere e la distribuzione economica. Pertanto i concetti principali di questi sociologi, o piuttosto i concetti strutturanti delle sue teorie sono in vigore, tuttavia deve essere riformulato, perché nello stesso modo che fisica, biologia, col passare degli anni, incorporando la ricerca precedente, sociologia avrebbe fatto lo stesso, perché l’oggetto in sostanza continua, ma con tentazioni carnali ramificazioni per essere svelato:

[…] la società borghese, computer industriali, capitalista o moderna, cambia nel tempo. Ma salvare alcune caratteristiche essenziali. È diverso e lo stesso. […] Il mondo formato con la società moderna, industriale e capitalista non è lo stesso nei secoli 19 ° e 20 °. Sostanzialmente modificato, è informatizzata. I media, in senso ampio, ha rivoluzionato le condizioni di produzione, distribuzione, commercio e consumo, in termini spirituali e materiali. Burocrazie pubbliche e private hanno amplificato il suo raggio d’azione, influenza, induzione. Tutto è cambiato. Ma resta ancora molto, anche se ricreato, necessariamente ricreato. In sostanza, la moderna società borghese, si basa su alcuni principi che ribadiscono nel corso della storia. Né scienza, né la tecnica o il computer, ha cambiato la natura essenziale delle relazioni, processi e strutture di proprietà o di distribuzione, di dominazione o di potere (IANNI, 1989, p. 8-9).

Secondo Nobert Elias in stato scritto test, processo &, opinione pubblica (2006) esso dice “la struttura tradizionale dei concetti è insoddisfacente per la sociologia. La relazione tra due processi interconnessi umani non ri[…]entra nello schema tradizionale delle relazioni causali “(ELIAS, 2006, p. 40). Un’altra metafora che esprime il tuo pensiero è “molti fili aggrovigliati” o come egli sottolinea “l’intreccio delle sfere è un problema complesso che abbiamo bisogno di trovare una fonte o una relazione di causa ed effetto nella visione offuscata” e altro ancora:

Noi potremmo anche pensare, ad esempio, che lo sviluppo economico svolge il ruolo centrale, da cui deriva il resto. Ma credo, come ho detto prima, che i fatti non supportano questo modello semplice. L’interazione dei vari processi parziali è complessa e non ha alcun punto di partenza. Non posso offrire al lettore, non con tutte le mia buona volontà, un nuovo processo fondamentale che soddisfa la necessità di una causa ideologica. (Ibid., p. 46).

Con l’istruzione teorica citata, che ha cercato di sviluppare una nuova linea di pensiero che interferisce con la realtà ed i giochi, non solo in un modo, cioè, dal micro al macro o viceversa, ma comprendere la realtà per una messa a fuoco delle prospettive multiple e una realtà non semplice, ma complessa, piena di connotazioni, di parzialità che dovrebbe essere chiarito e non omesso da una prospettiva totalizzante o anche soffocata dalle teorie generalizantes avere l’intenzione di non fare la sinonimia con teorie, confrontarli o ridurre i concetti a vicenda, ma sì, come Edgar Morin alla necessità di un pensiero complesso ([…]2003) “è non è una questione di distruggere le discipline, ma per integrarli, loro si riuniscono così possiamo uscire una visione frammentata, resta invisibili a molti problemi che causa” (MORIN 2003, p. 69). Secondo il sociologo, discipline frammentati prevenire un contesto per cui dovrebbero convergere le scienze e soprattutto circa l’identità umana. Morin dice “riduzionista fenduto, compartimenti, disgiuntiva, intelligenza, meccanicistico, distrugge la complessità del mondo in diversi frammenti, fraziona problemi, separa ciò che è collegato, il unidimensionaliza multidimensionale” (MORIN, 2003, p. 69). Pertanto, è di non trovare il “reale”, ma piuttosto di comprendere le specificità di immersione di essere sociale nella sua realtà sono molteplici ed interconnessi. Il pensiero unilaterale è polarizzato e tende a soddisfare certe intenzioni che produce. Distanze dal bias e lavoro con un fenomeno dinamico che comprende tutti gli aspetti è la sfida della scienza contemporanea.

In un saggio del figlio di Abid intitolato “Transdisciplinarità e paradigma di approccio post-disciplinare in salute” (2005), l’autore menziona diversi personaggi della scena globale che lavorano sulla prospettiva transdisciplinare, ad esempio Wiener, Von Bertallanfy, Prigogine, Thom, Boulding, Maturana, Simon, Atlan, Lorenz, Morin-proposte che sono state unificate sotto il nome del paradigma della complessità. Il raggruppamento è l’idea della complessità di tali proposte, è la premessa che la ricerca scientifica deve rispettare la complessità insita nei processi di natura, storia e società. Almeida Filho dice che “l’organizzazione convenzionale della scienza in discipline autonome e a tenuta stagna devono essere superate da nuove forme di prassi scientifica” (ALMEIDA, 2005, pag. 38).

Tuttavia, ciò che avviene nel campo di interdisciplinarità è problematico, perché c’è un’inversione della proposta, invece di unire conoscenza e rendere solido per l’identificazione di fenomeni e anche l’Unione eterogenea (scienza), lei ha:

[…] ci ha portato a trattare la questione della interdisciplinarietà all’interno di un’ottica fenomênica, astratto e arbitrario. Appare come una risorsa didattica in grado di integrare, raccogliere le dimensioni private di diversi settori scientifici/i saperi diversi in un insieme armonico. C’è, all’interno di questo prisma didatista qualsiasi problema facendo-se, nelle parole di Lefevre, zuppa metodologico. È una sorta di feticcio di concetti che consiste nell’assegnare un significato se stessi. Il confronto di questo problema è stato, il più delle volte, in cerca di nuove parole come ricerca quantitativa e qualitativa, la transdisciplinarità o dicotomie, ricerca, ricerca-azione. La domanda che vogliamo sottolineare qui è che cambiando il prefisso inter da trans o la falsa dicotomia quantità/qualità, non elide il problema del carattere opaco e alienador della realtà sociale che abbiamo esaminato. (FRIGOTTO, 1995, p. 52-53).

E gli Stati che questo nuovo design, ha un’intenzionalità e si incontra con una funzione sociale:

Dobbiamo insistere che questa visione integrazionista e conoscenza neutra e interdisciplinarietà, che cosa è dominante fra noi-non è fortuita e così poco frutto di ritardo di sviluppo scientifico. È il contrario-consciamente o inconsciamente-a un modo cultura, ideologico e specifico di concepire la realtà scientifica, per rappresentarla e agire nella storia sociale concreta. Kosik denomina questa forma dell’apprensione della realtà della metafisica della cultura, o teoria dei fattori. Vari aspetti del complesso sociale si trasformano in determinate categorie e indipendente; e momenti isolati dell’attività sociale dell’uomo, la legge, morale, politica, economia-diventa la mente umana in forze indipendenti che determinano l’attività dell’uomo. Dopo ogni aspetto del complesso sociale sono stati così isolato e trasformato in astrazione, indaga la connessione tra l’altro i vari aspetti, ad esempio, il condizionamento del diritto con il fattore economico. (…) La sintesi operata con tali astrazioni metafisiche è pertanto di fuori, e la connessione reciproca tra fattori dell’astratti è solo formale o meccanicamente (KOSIK, k. 1978, pag. 100-101 apud FRIGOTTO, 1995, p. 55).

È una soluzione, in cui il soggetto citato dovrebbe precisare loro posizioni teoriche e non sublimá loro, che cosa può in qualche modo, causare l’eclettismo, solo per il fatto che vi non sia alcun conflitto apparente, quando in realtà la stessa esistono e sono necessari per la conoscenza di promozione, produzione, sviluppo e superamento e anche per smaltire le ipotesi prive di fondamento:

Abbiamo sviluppato una cultura che elude il conflitto e crisi, anche se vivo in crisi e conflitto profondo della società. Strategie di paternalistiche, diluire il conflitto capitale-lavoro. Si minimizza al disuguaglianza sociale e la discriminazione razza profonda. Le scuse per il consenso, la conciliazione e l’armonia. […] Sul piano intellettuale, che ci interessa, soprattutto, in questa discussione, questa matrice culturale si manifesta con una frizione di sradicamento e di eclettismo. (FRIGOTTO, 1995, pag. 57).

Questa posizione è nel pensiero corrente latente, autori come Sérgio Buarque de Holanda già realizzato loro manca, ma intesa come una caratteristica nazionale:

L’atteggiamento eclettico è il rafforzamento sia lo sradicamento e la conciliazione di apologia e armonia sia prodotto. Sérgio Buarque de Holanda osserva a questo proposito essere frequenti “tra i brasiliani che assumono gli intellettuali, la facilità con cui si nutrono allo stesso tempo delle dottrine di varie tonalità e sostenere entrambe le credenze più disparate” (HOLLAND, S.B. 1936 apud FRIGOTTO, 1995, pag. 57).

Gli altri realizzare:

Una delle costanti del sistema intellettuale brasiliano: la sensazione, ingenuo o fraudolente, eventualmente, che hanno loro partecipanti di non appartenere a qualsiasi gruppo sociale, erano come sciolti nello spazio degli interessi sociali (COSTA, LIMA 1981 apud FRIGOTTO, 1995, pag. 57).

Idee come queste, tendono ad avere un’intenzione:

Questi forti tratti culturali contrassegnati dall’eclettismo chiarisce, d’altra parte, dalla convinzione che l’apprensione della verità dei fatti sociali risultati imparziale “di un mosaico assemblato da numerosi pensatori, che inoltre per sbarazzarci dei pericoli dei sistemi ci permetterebbe un arricchimento indefinito approfittando di ogni sistema il migliore (GOMES, apud r. 1980 FRIGOTTO, 1995 p. 57).

Gli autori nel caso, come FRIGOTTO (1995) e facce (2014) è la posizione che la molteplicità delle teorie emergenti sono in realtà un riflesso della società contemporanea e quindi soddisfano una funzione ideologica:

Konder ci mostra che questo percorso contraddittorio già è stato sottolineato da Gramsci per 60 anni. “Nella discussione scientifica, poiché si presuppone che l’interesse è la ricerca della verità e il progresso della scienza, dimostra di essere più avanzato che l’adozione di vista che l’avversario può esprimere un requisito che deve essere incorporato, anche se come un subalterno, il tempo di costruzione vera e propria”. Se si tratta di una direzione corretta, diventa chiaro che la precondizione per il lavoro interdisciplinare, sia in termini di ricerca come nel lavoro pedagogico, è che le concezioni della realtà, di conoscenza e di ipotesi e le categorie di analisi sono criticamente spiegate. La convivenza democratica e plurale necessaria in qualsiasi spazio umano, particolarmente desiderabile nella ricerca e istituzioni educative, non implica l’articolazione artificiale, burocratico e falsa di ricercatori o professori che sono oggettivamente in concezioni teoriche e ideologica e politicamente diverse. Forzato diluizione del conflitto e della diversità non ha aiutato l’avanzamento della conoscenza e non la pratica democratica (FRIGOTTO, 1995, pag. 58).

Il costante rinnovamento del pensiero, comprendere le determinanti storiche sarebbe necessario avviare almeno prendere una posizione critica:

Superare queste sfide comporterà certamente la capacità di agire all’interno la dialettica del vecchio e il nuovo, la critica della forma frammentaria della produzione della vita umana in tutte le sue dimensioni e, in particolare nella produzione e nella socializzazione della conoscenza e nella costruzione di nuove relazioni sociali che rompono con l’esclusione e l’alienazione (FRIGOTTO, 1995, pag. 60).

A Kosik, al contrario, è una forma di produzione di realtà e rappresentazione a livello della conoscenza nella società. La divisione, l’esclusione e la frammentazione sono parti costituenti il piano della conoscenza di questa forma di rapporto di produzione sociale dell’esistenza umana e sul piano materiale. […] Il modo frammentario, lineare di pensiero produce conoscenza trasformata in azione ha numerosi problemi pratici a tutta l’umanità (FRIGOTOO, 1995, pag. 54).

[…] la crisi delle scienze sociali è inseparabile dalla crisi di tutto il mondo e che questo ha sull’economia, intesa come l’insieme delle relazioni che gli uomini stabiliscono tra di loro nella produzione, l’array. In questo modo, la crisi delle scienze sociali, sarebbe essere intesa come l’espressione, in forma di sfera della scienza, la crisi globale che scuote il mondo oggi. Questo, a nostro avviso, è il modo corretto per capire la situazione delle scienze sociali al momento (TANITH, 2014, pag. 7).

CONSIDERAZIONI FINALI

Come descritto, abbiamo visto che la “crisi epistemologica” ha diverse cause. L’articolo precisato per dimostrare come questo fenomeno può essere inteso non solo come un organismo indipendente, ma piuttosto come una causa sociale, essendo di origine sociale, che interessano tutti i settori della società. Relazioni sociali è la causa fondamentale di una tale mossa, la burocratizzazione, la tecnica e storica, il processo di razionalizzazione produce varie aree intransigente, dove gli individui compartimenti stagni di settori, intensamente produce conoscenza in una sola linea di pensiero, con un accumulo e la mancanza di relazione tra tali scienze:

Secondo il titolo di Weber, la razionalità formale è formata da calculabilidade e prevedibilità dei sistemi giuridici ed economici. Nel campo delle organizzazioni, la razionalità formale è presente in dispositivi come la contabilità e burocratico. Implica regole, gerarchie, specializzazione, formazione (ROBERTO THIRY-CHERQUES, 2009, p. 899).

In questo senso, determinata tecnica di ricerca, che in precedenza faceva parte di uno studio generale per sequestro di un determinato oggetto, diventa un settore specializzato e studi sempre più identificato con tali dispositivi, ad esempio: dati demografici, interviste, caso di studio, osservazione, ricerca e rappresentazioni sociali e altri, l’uguaglianza. Nel caso di Demografia e rappresentazioni sociali erano tenuti a tecniche di ricerca, oggi sono legittimate Scienze, lavorando con uno scopo solo per ottenere i dati demografici e la seconda, che rappresenta gli oggetti più svariati, il problema non sta nel relativa delimitazione come un campo, ma sì nel generazionale e le conseguenze a questo punto hanno avanzato un passo dell’analisi. Come visto in precedenza, il problema è quando diventa la rappresentazione dell’oggetto una “scienza” e non fa parte del suo costituente, che trasporta sulla generalizzazione di una rappresentazione dell’oggetto, come un fenomeno generale, lo stesso vale per i dati demografici, fare un’interpretazione fondata su dati demografici rimossi da altri dispositivi, è di dare un taglio diverso al fenomeno che è di per sé nella sua essenzialità.

Da che rafforziamo le linee di creazione di pensieri, che un accumulo di informazioni, pari a uno status di scienza e non più di tecnica investigativa o dati informativi. Per questo angolo, sviluppiamo teorie interpretative su un singolo dato, con il corollario “epistemologie”. Tali ripercussioni sono naturali processi risultanti dal processo di industrializzazione, analogo a quello che si verifica in catena di montaggio, con i filtri dei dati, generando maggiore produttività in meno tempo e una piccola quantità. Si tratta di nulla di più, di uso di una causa psicologica (di pensiero), a favore di alta produzione, con gli individui in una sola “tapis roulant” di riflessione.

La produzione è aumentata dal fatto quell’individuo a compiere una singola attività costantemente, e inoltre, tale è meno costoso, perché sarebbe stato intellettuale di fronte, un ragazzo con conoscenza completa, con più tempo di studio e di conseguenza una maggiore spesa, vediamo per esempio Marx:

Avanzando criticamente dalla conoscenza accumulata, Marx ha intrapreso l’analisi della società borghese, con lo scopo di scoprire la sua struttura e le sue dinamiche. Questa analisi, iniziata nella seconda metà degli anni 1840, configura un processo di elaborazione teorica a lungo, nel corso del quale Marx stava progressivamente determinando il metodo appropriato per la vera conoscenza, è vero, la realtà sociale (MANDEL.1968. Questo significa, semplicemente, che il metodo di Marx non brusco o scoperte di grandi intuizioni – al contrario, il risultato di una lunga indagine: in realtà, è solo dopo quasi quindici anni del loro iniziale di ricerca quale formula di Marx con precisione gli elementi centrali del suo metodo, che appare in “Introduzione”, scritto nel 1857, i manoscritti che, pubblicato postumo , sono stati intitolati elementi fondamentali per la critica dell’economia politi[…]ca è in queste poche pagine che sono sintetizzati il metodo che abilitata l’analisi contenuta nella capitale e teoria sociale di fondazione di Marx (NETTO, 2009, pag. 4).

Così come si vede, i primi 15 anni sono stati la ricerca iniziale, per fare la tesi che culmineranno con la “capitale”, notando che la data di pubblicazione dello stesso fu nel 1867. Sono 25 anni di incessanti studi, vale la pena ricordare che ciò che è stato cercato per Marx, nessuno aveva cercato, questo è un dettaglio importante perché il tempo trascorso di studio è stato di un oggetto sconosciuto, che è, ha dovuto creare ciò che noi chiamiamo teoria sociale.

Il caveat finale, è che tali “epistemologie” ha uno scopo, una funzione ideologica, conformarsi a uno scopo, ma è sociale in origine e non un indipendente-specifico a un campo del mondo accademico, è un fenomeno globale che raggiunge con maggior forza gli studi umanistici a causa delle loro caratteristiche specifiche, prendendo compromettere impatto sociale perché diventa difficile trovare le determinanti di dato oggetto perché la molteplicità delle teorie. Rapporti di produzione capitalista estendono tutte le sfere dei rapporti umani, non ottenere via con esso il campo del sapere, le scienze tecnologiche sviluppano strumenti per la capitale, lo stesso si verifica nelle scienze umane in generale, essendo i paradigmi teorici una riflessione di stabilito impostazione sociale e, pertanto, un’ideologia di mantenere la società attuale che si verifica nel suo epicentro.

RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO

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DE LIMA, Joana Brito. Prospettive e polemiche di sociologia: crisi diversità paradigmatica o epistemologica?. Rivista Inter-Legere, n. 8, 2013.

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[1] Laurea in psicologia presso l’Università di São Paulo.

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