REVISTACIENTIFICAMULTIDISCIPLINARNUCLEODOCONHECIMENTO

Revista Científica Multidisciplinar

Pesquisar nos:
Filter by Categorias
Agronomia
Ambiente
Amministrazione
Amministrazione Navale
Architettura
Arte
Biologia
Chimica
Comunicazione
Contabilità
cucina
Di marketing
Educazione fisica
Etica
Filosofia
Fisica
Formazione
Geografia
Informatica
Ingegneria Agraria
Ingegneria ambientale
Ingegneria chimica
Ingegneria Civile
Ingegneria di produzione
Ingegneria di produzione
ingegneria elettrica
Ingegneria informatica
Ingegneria meccanica
Legge
Letteratura
Matematica
Meteo
Nutrizione
Odontoiatria
Pedagogia
Psicologia
Salute
Scienza della religione
Scienze aeronautiche
Scienze sociali
Sem categoria
Sociologia
Storia
Tecnologia
Teologia
Testi
Turismo
Veterinario
Zootecnici
Pesquisar por:
Selecionar todos
Autores
Palavras-Chave
Comentários
Anexos / Arquivos

Legge e religione: la norma come elemento limitante dell’intolleranza e del pregiudizio 

RC: 78188
174
5/5 - (2 votes)
DOI: ESTE ARTIGO AINDA NÃO POSSUI DOI
SOLICITAR AGORA!

CONTEÚDO

ARTICOLO ORIGINALE

DRESCH, Paulo Cesar [1]

DRESCH, Paulo Cesar. Legge e religione: la norma come elemento limitante dell’intolleranza e del pregiudizio. Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento. Anno 06, Ed. 02, Vol.08, pagg. 97-107. Febbraio 2021. ISSN: 2448-0959, Link di accesso: https://www.nucleodoconhecimento.com.br/legge/legge-e-religione  

ASTRATTO

La religione gioca un ruolo fondamentale nella società, principalmente perché influenza comportamenti che inavvertitamente favoriscono atteggiamenti prevenuti e intolleranti verso il modo di vivere che diverge dalla sua prospettiva soprannaturale di vedere il mondo. Pertanto, stabilire normatività positive con l’obiettivo di regolare comportamenti dannosi nel tessuto sociale, sia nell’ambito dei rapporti tra istituzioni, tra individui, sia per delimitare poteri istituzionalizzati, deve essere consustanziato anche nel campo delle rappresentazioni e manifestazioni della religiosità ., al fine di mitigare l’intolleranza e il pregiudizio, avendo come fondamento i principi costituzionali e le basi della libertà e della diversità religiosa nello Stato di diritto democratico. Pertanto, questo lavoro, oltre a parlare brevemente degli aspetti socio-storico-politici che la religione esercita negli spazi pubblico-privati, tratterà anche dal punto di vista della norma giuridica come elemento armonizzante e limitante di intolleranti, razzisti e comportamenti pregiudizievoli, utilizzando la produzione di autori consacrati nell’ambito della dottrina del diritto, della scienza della religione, della filosofia, delle leggi, in particolare dal punto di vista contestuale, al fine di presentare i percorsi necessari per la convivenza pacifica tra le diverse proporzioni di credenze religiose, per consentire la tolleranza, il pluralismo e il dialogo interreligioso.

Parole chiave: Norma, tolleranza, pluralismo, dialogo interreligioso.

1. INTRODUZIONE

L’emergere della funzione cognitiva negli esseri umani moderni circa 30 mila anni fa, rendendo possibile l’esodo di nuovi modi di pensare e di comunicare da lì, ha accelerato anche l’inizio della stratificazione sociale, del commercio e della religione. Gli esseri umani, da quel momento in poi, hanno visto il mondo dalla prospettiva delle credenze nel soprannaturale. In queste società antiche, la religione e le leggi facevano parte di una fusione che le univa intrinsecamente attraverso legami familiari ed ereditari, costituendo inizialmente il governo dei gens[2] e, successivamente, riproducendo il nucleo delle istituzioni nelle loro relazioni socio-legali-economiche -politica, in un’unione ombelicale tra Stato e religione, dove le leggi erano costituite e ammesse come formule sacre e le attribuzioni di re e magistrati, anche sussunte come sacerdotali (COULANGES, 2006).

Per molto tempo, la religione che faceva parte della vita sociale, politica ed economica nelle società antiche, non è stata oggetto di un’unica ed esclusiva verità assoluta a scapito di altre credenze di culture diverse. Ogni società adorava i suoi dèi senza ignorare o ignorare l’esistenza di dèi stranieri. Forse a causa del fatto che la religione ha avuto origine dal culto domestico, nell’ambito limitato alla famiglia come parte delle leggi e dei costumi dei popoli antichi nell’ambito del diritto privato incipiente, essendo in seguito la genesi delle istituzioni e delle leggi civili di Nello Stato in queste società antiche, non c’era spazio, né il riconoscimento dell’avversione o dell’intolleranza come nei tempi contemporanei.

Altrimenti, l’evoluzione e / o reinvenzione di nuove forme di religiosità e di contemplazione e adorazione del divino, del trascendente, soprattutto dalla rivoluzione monoteista ebraico-cristiana-islamica, che ha ammesso l’esistenza esclusiva di un unico sovrano e creatore dell’universo e di tutta la vita, può aver contribuito a scatenare un sentimento di odio, intolleranza, pregiudizio, discriminazione e ostilità, che sono stati anche responsabili di innumerevoli guerre, massacri, fondamentalismi e genocidi di popoli e culture nel corso della storia umana (ARENDT, 2012). Questo sconvolgimento sociale causato dall’irrazionalità degli atteggiamenti nei confronti dell’interpretazione irrazionale della religiosità, come fondamentalismi, intolleranze e pregiudizi dovuti alla manifestazione religiosa che distingue dalla cultura egemonica giudeo-cristiana occidentale, appresa e trasmessa fin dall’infanzia come unico e inalienabile assoluto verità, ha trasformato e promosso scenari anarchici, oltre a contribuire a contaminare la società in momenti diversi della nostra storia civilizzatrice.

[…] Quegli spettacoli terrificanti in cui il fanatismo accendeva permanentemente fuochi, dove corpi umani alimentavano le fiamme, in cui la folla feroce si dilettava ad ascoltare i gemiti dei bastardi, in cui i cittadini correvano, come per divertimento, a contemplare la morte di i suoi fratelli, in mezzo a vortici di fumo nero, dove i luoghi pubblici erano pieni di resti pulsanti e ceneri umane. (BECCARIA, 2000, p. 93)

Di conseguenza, il diritto come scienza che si occupa dell’applicabilità e dell’applicazione delle norme legali in uno Stato di diritto democratico, nel senso di sistematizzare e determinare la regolamentazione sociale, ha come scopo la funzione di fornire una relazione interpersonale ampia e buona tra i gruppi e individui della società. In questo modo, diventa una parte importante per risolvere i conflitti ideologici che pervadono la sfera della legalità e della libertà delle manifestazioni religiose, che transitano come costrutti di potere dell’autorità arbitraria nel campo delle rappresentazioni simboliche dei rapporti tra dominante e dominato (BOURDIEU, 2007 ), riempiendo l’immaginario religioso di miti e superstizioni.

2. CONTESTO STORICO DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA NELL’ORDINE GIURIDICO BRASILIANO E GLI ASPETTI INTRINSECI CONNESSI ALL’INTOLLERANZA E AL FONDAMENTALISMO

La formazione di un’identità nazionale brasiliana sin dalla sua genesi coloniale, oltre all’aspetto etnico-razziale, era stata forgiata anche dalla forte presenza della religione colonizzatrice. Sebbene la schiavitù africana, dal XVI secolo in poi, abbia contribuito all’emergere di un sincretismo tra la religione cristiana cattolica e quelle di origine africana, la forte influenza dominante del colonizzatore è stata sufficiente a mantenere le caratteristiche principali della sua religione egemonica, come parte di un progetto di potere allineato con le dinamiche del sistema di pratiche mercantilistiche di una borghesia desiderosa di accumulare ricchezza, compreso l’essere parte del sistema giuridico e della vita sociale, politica ed economica, stabilendo un ravvicinamento tra religione e Stato.

L’integrazione tra Stato e Chiesa, tipica dell’assolutismo e che ha avuto la sua espressione in Portogallo nel Patronato, ha reso il Re Gran Maestro dell’Ordine di Cristo, con la nomina di tutto il clero secolare: cappellani, vicari e vescovi. L’unità di coscienza e di azione politica, ricercata, ha avuto ripercussioni in Brasile non appena la metropoli ha iniziato il processo di consolidamento del proprio dominio, cioè da parte del Governo Generale. (WEHLING e WEHLING, 2005, p. 82)

Durante tutto il periodo coloniale e imperiale del Brasile, c’era un legame forte e intimo tra Stato e religione, dove quest’ultima operava come strumento di dominio politico, sociale e culturale, regolando e controllando la vita delle persone attraverso parrocchie, conventi, sacramenti, confessione e feste religiose, per ricordare loro le norme morali e le pene per coloro che non le obbedivano. Dalla scoperta fino alla prima Costituzione del 1824, prevalsero gli istituti legali chiamati Ordinazioni portoghesi in Brasile, vale a dire le Ordinazioni Afonsinas, le Ordinazioni manueline e le Ordinazioni filippine. In questi istituti, oltre ad altri dispositivi regolatori per la vita nella colonia, c’era un legame rigido tra stato e religione, che permeava l’intero tessuto sociale, riflettendo, nei paesi iberici e nelle loro colonie, sentimenti di intolleranza e pregiudizio contro tutto che si opponeva all’ortodossia imposta dal Concilio di Trento, poiché protestanti, zingari ed ebrei, ampiamente vessati (WEHLING e WEHLING, 2005).

Anche con l’indipendenza del Brasile nel 1822, i rapporti tra Stato e Chiesa / religione rimasero immutati, rafforzando, dalla Costituzione del 1824 concessa dall’imperatore D. Pedro I, ancor di più l’ingerenza politica nella condotta della vita quotidiana dei cittadini come una via di riaffermazione del potere e dell’unità sociale, salvaguardando i meccanismi di controllo e sottomissione politica nell’ambito dell’imposizione religiosa, come si evince dal seguente provvedimento:

Art. 5. La Religione Cattolica (sic) Apostolica (sic) Romana continuerà ad essere la Religione dell’Impero (sic). Tutte le altre religioni saranno ammesse con il loro culto domestico (sic), o private in case per questo scopo, senza alcuna forma (sic) al di fuori del Tempio. (BRASILE, Costituzione imperiale del 1824)

Appare chiaro che l’imposizione legale della religione cattolica come religione ufficiale di stato, a dimostrazione di superiorità ed esclusività, possa aver influenzato, seppur implicitamente, l’apparenza di un sentimento di intolleranza verso altre credenze. Anche se la legge consentiva di professare religioni diverse, queste potevano svolgersi solo in spazi privati ​​e / o domestici e non avevano forma esterna di tempio. Nonostante le garanzie dei diritti civili e politici, la Costituzione del 1824, nel suo art. 179, punto V, ha stabilito un divieto esplicito di persecuzione per motivi religiosi, a condizione che la religione di Stato sia rispettata e la morale pubblica non venga offesa. Tuttavia, rispettare la religione di Stato significava vivere secondo le norme emanate dalla Chiesa cattolica. Pertanto, non essere contro di essa, né immischiarsi contro l’ordine costituito, pena l’ostracismo sociale, politico ed economico. In questo senso, secondo l’articolo 95, punto III, della Costituzione imperiale, potrebbe esserci una perdita dei diritti politici se il cittadino non professasse la fede cattolica: “Art. 95. Tutti coloro che possono essere Elettori, possono essere nominati Deputati. Si fanno eccezioni (sic) […]; III. Coloro che non professano la religione di Stato ” (BRASILE, Costituzione imperiale del 1824).

Con l’avvento della Repubblica nel 1889, il paese passò dall’essere una monarchia costituzionale all’affermarsi come repubblica presidenziale. Tuttavia, nel campo delle trasformazioni socioeconomiche c’è stato poco o nessun cambiamento, considerando che il nuovo regime politico-amministrativo ha mantenuto intatti i vecchi ordini sociali che prevalevano nel precedente regime politico, che è un’élite oligarchica-proprietaria-patrimoniale e un’economia, in gran parte dipendente dal capitale straniero con una struttura prevalentemente agrario-mercantile. Per quanto riguarda gli indicatori socio-educativi, la maggioranza della popolazione, circa il 65,3%[3] dall’età di 15 anni, era analfabeta, così come c’era un’enorme disuguaglianza sociale. Questi indicatori socioeconomici, politici e culturali sono essenziali per comprendere la rappresentazione, anche se simbolica, ma fondamentalmente influente che la religione esercita nell’illusione di una popolazione priva di pensiero critico e riflessivo, in profonda disuguaglianza e insicurezza sociale.

La Carta politica del 1891 ha introdotto la separazione tra Stato e religione, ha abolito la pena di morte, “riservata alle disposizioni della legislazione militare in tempo di guerra” (BRASILE, Costituzione del 1891, art. 72, § 21), tra le altre disposizioni, in una chiara dimostrazione degli ideali del pensiero liberale-borghese-illuminato. Come si può vedere dalla disposizione in verbis che segue, il rapporto che esisteva un tempo tra la religione cattolica e lo Stato brasiliano non avrebbe più stabilito un nesso, sebbene in pratica gli aspetti intrinseci rimanessero ancora radicati, dato che il predominio dell’ideologia cristiana era sostanzialmente parte costitutiva della sfera pubblico-privata.

Nessun culto o chiesa godrà (sic) di sussidi ufficiali (sic), né avrà rapporti di dipendenza (sic) o di alleanza (sic) con il governo dell’Unione o con quello degli Stati. La rappresentanza diplomatica (sic) del Brasile presso la (sic) Santa Sede non implica una violazione di questo principio (sic). (Art. 72, § 7, Costituzione della Repubblica Federativa degli Stati Uniti del Brasile, 1891)

Così, dalla Costituzione del 1891, così come le altre lettere politiche successive e l’attuale Costituzione “Cittadina” promulgate nel 1988, hanno anche evidenziato dispositivi che stabilivano la libertà di credo, così come la libera espressione delle rispettive liturgie. Tuttavia, l’avanzata democratica della libertà religiosa ha portato anche gli aspetti inerenti all’intolleranza e alla mancanza di rispetto alle diverse manifestazioni religiose, soprattutto quelle di origine africana, considerando che ora i praticanti di queste religioni, potrebbero manifestarla senza il divieto dello Stato.

Secondo Fausto (1995), l’immigrazione, inizialmente europea dalla seconda metà del XIX secolo e, successivamente, asiatica dall’inizio del XX secolo, promossa dallo Stato brasiliano per risolvere la mancanza di manodopera nel settore agricolo, ma inoltre, in linea con le tesi eugenetiste che permeavano la vita quotidiana di alcuni intellettuali brasiliani della prima metà del XX secolo e che intendevano stampare lo sbiancamento della popolazione brasiliana, la religione cristiana di origine protestante di questi coloni europei si espanse sul brasiliano suolo.

Sebbene la scena religiosa brasiliana abbia acquisito alcune particolarità sociali specifiche con il protestantesimo tradizionale o storico rimasto dalla Riforma protestante del XVI secolo, ma non così significativo al punto di cambiamenti più complessi dal punto di vista delle manifestazioni di religiosità, le più espressive cambiamento, soprattutto in quello che affronta gli aspetti di itineranza accentuata e variazioni numeriche tra gruppi religiosi, è avvenuto dal seguito pentecostale all’inizio del XX secolo, originariamente dal movimento nordamericano disseminato tra immigrati, poveri e diseredati (CAMPOS, 2005). Il contesto sociale, culturale ed economico è importante per noi per comprendere il suo rapporto con la proliferazione della religione protestante pentecostale alla periferia dei grandi centri urbani e, quindi, negli spazi pubblici, così come le loro forme distinte assunte tra quelle prive di cultura capitale e operato nella congiuntura urbano-industriale in un paese con profonde disuguaglianze socioeconomiche, poiché la sua crescita e dinamismo sono interconnessi da aspetti irragionevoli di mistica religiosa e da una tradizione orale, a differenza della tradizione scritta e più istruita e, di conseguenza, un po ‘di più razionale dal lato puramente protestante, che sono anglicani, luterani e calvinisti.

In effetti, il progresso democratico nella legislazione in relazione alla libertà di espressione religiosa, nell’ottica di consentire ed espandere il pluralismo religioso, da un lato, presentava caratteristiche di apertura alla possibilità di un dialogo interreligioso che ha ripercussioni su una reinterpretazione basata su altre . prospettive in opposizione alla pretesa di unica validità o verità, e d’altra parte, un fondamentalismo caratterizzato dall’avversione alla modernità, al liberalismo teologico, all’antiecumenismo, all’interpretazione della Bibbia dal punto di vista storico-critico, al pluralismo e lo stesso evoluzionismo. Questo fenomeno è stato amplificato dalla rinascita religiosa a cavallo tra il XIX e il XX secolo negli Stati Uniti e si è diffuso in tutta l’America Latina.

3. ORDINAMENTO GIURIDICO COME INFERENZA CONTRO L’INTOLLERANZA E IL PREGIUDIZIO RELIGIOSO

L’attuale Magna Carta brasiliana, nel suo articolo 5, punto VI, assicura l’inviolabilità della libertà di credo e di coscienza, garantendo anche il libero esercizio dei culti religiosi, nonché la salvaguardia dei luoghi di culto e delle loro cerimonie. Il legislatore costituente, a questo proposito, seguendo l’orientamento delle democrazie occidentali, ha stabilito la libera manifestazione della religiosità intrinseca all’essere umano, incarnando il suddetto dispositivo come clausola petria, un principio il cui comando non può essere modificato o revocato senza che si manifesti una nuova Costituzione. Secondo la sezione VIII dello stesso articolo 5 della Carta politica, “nessuno sarà privato dei diritti per fede religiosa o convinzione filosofica o politica, […]” Ne consegue che la manifestazione della religiosità è una garanzia e un diritto fondamentale inerente a tutti i brasiliani e gli stranieri residenti nella loro terra d’origine, con l’assunzione della soggettività nella scelta che ciascuno può e ha diritto di professare.

In questo senso, secondo Alexy (2008), la libertà di credo si arroga un diritto positivo ampio e consolidato come norma di diritto fondamentale, disposto come un enunciato inserito nella Costituzione stessa e generando così un enunciato normativo basato su una rigorosa e senso strutturato elenco dei diritti individuali di libertà. Immediatamente, qualsiasi condizione che violi questa libertà soggettiva, verrebbe direttamente confrontata con i principi fondamentali che compongono anche quelli legati alla dignità della persona umana. Allo stesso modo, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, adottata dalle Nazioni Unite, stabilisce che:

Ogni essere umano ha la capacità di godere dei diritti e delle libertà enunciati in questa Dichiarazione, senza distinzione di alcun tipo, sia di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altro tipo, origine nazionale o sociale, ricchezza, nascita, o qualsiasi altra condizione. (UDHR / ONU, art. 2, I, 1948, corsivo aggiunto)

Pertanto, i diritti e le libertà definiti in questa Dichiarazione dovrebbero essere ampiamente goduti indipendentemente dall’opzione religiosa. Pertanto, la libertà religiosa è un diritto di scelta inalienabile protetto dalla Costituzione del Brasile, nonché dai trattati internazionali ai quali lo Stato brasiliano ha sottoscritto, a condizione che non sia consentita alcuna discriminazione o distinzione di natura religiosa, sia in ambito pubblico che privato. sfere. Tuttavia, l’articolo 18 della stessa Dichiarazione afferma inoltre che:

Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione; questo diritto include la libertà di cambiare religione o credo e la libertà di manifestare tale religione o credo, attraverso l’insegnamento, la pratica, il culto e l’osservanza, in pubblico o in privato.

Tuttavia, la libertà di professare e manifestare un certo credo religioso non convalida l’intolleranza e il pregiudizio nei confronti di altri che professano credenze e / o dogmi diversi. Questa libertà è costituita come un diritto incorporato nella massima legge del paese, nel senso di una norma di soggettività rilevante inerente a tutti i cittadini, tenendo presente che “una norma di un grado relativamente alto di generalità è la norma che garantisce la libertà di credo . ” (ALEXY, 2008, p. 87). A questo proposito, la regola è necessaria poiché la società contemporanea, soprattutto sotto l’egida dello Stato di diritto democratico, si basa su diverse manifestazioni ideologiche, nonché diverse culture, in base alle quali la legge deve imporre limiti e doveri di ciascun cittadino. che non li supera.

Ai sensi della Legge 7.716 / 1989, nel suo art. 1º, afferma che: “Secondo i termini di questa Legge, i crimini derivanti da discriminazioni o pregiudizi basati su razza, colore, etnia, religione o origine nazionale saranno puniti”. (enfasi aggiunta). Arte. 20, della stessa legge, stabilisce anche la previsione iniziale di scontare pene in regime chiuso nel caso di “Praticare, indurre o incitare discriminazioni o pregiudizi basati su razza, colore, etnia, religione o origine nazionale”.

Pertanto, i vari istituti legali nell’ordinamento giuridico brasiliano, incarnati nella Carta politica, nonché nelle leggi infra-costituzionali, costituiscono meccanismi per placare e / o reprimere le forme di pregiudizio e intolleranza che compongono lo scenario di una società con diverse forme di religiosità.

CONSIDERAZIONI FINALI

La libertà di pensare e credere negli esseri metafisici e soprannaturali, così come di adorarli, è intima a ogni essere umano e salvaguardata dalla Costituzione del Brasile, nonché dai trattati e dalle leggi internazionali a cui anche il Brasile li ha sottoscritti. La diversità delle ideologie, dei pensieri, delle credenze, purché non interferiscano nella libertà individuale e nella dignità di ogni essere umano, al fine di consentire al pregiudizio, all’intolleranza, al fondamentalismo, di soccombere alla pace e alla tranquillità dei cittadini, deve essere liberamente manifestato e protetto dalla legislazione. I principi della libertà di coscienza, nonché della libertà di credo, basati sull’art. 5, punto VI, della Carta politica del Brasile, costituisce un concetto ampio, dalla libertà di professare qualsiasi credo religioso, alla libertà di manifestare convinzioni filosofiche prive di carattere religioso.

Sotto questo aspetto, la convivenza in una società plurale come quella brasiliana, nel senso delle diverse forme di religiosità o anche di chi non professa alcuna religione, sollecita che la Legge, come sistema di norme di principi e di condotta che regola la società rapporti, fondati per mezzo di norme specifiche, può essere il caposaldo nella conduzione di una pacifica convivenza, compresa l’imposizione di misure interventiste nei confronti di chi, magari, promuove atti di intolleranza religiosa.

RIFERIMENTI

ALEXY, Robert. Teoria dos direitos fundamentais. Trad. Virgílio Afonso da Silva. São Paulo: Malheiros editores, 2008.

ARENDT, Hannah. Origens do totalitarismo. Tradução: Roberto Raposo. 1ª reimpressão. São Paulo: Companhia das Letras, 2012.

ARMSTRONG, Karen. Em nome de Deus: o fundamentalismo no judaísmo, no cristianismo e no islamismo. Tradução Hildegard Feist. São Paulo: Editora Schwarcz LTDA, 2009.

BECCARIA, Cesare. Dos delitos e das penas. Tradução Torrieri Guimarães. São Paulo: Editora Martin Claret Ltda, 2000.

BERGER, Peter L. O Dossel Sagrado: elementos para uma teoria sociológica da religião. Trad. José Carlos Barcelos. São Paulo: Editoria Paulinas, 1985.

BOBBIO, Norberto. A Era dos Direitos. Tradução Carlos Nelson Coutinho. Rio de Janeiro: Editora Campus/Elsevier, 2004.

BOURDIEU, P. A economia das trocas simbólicas. 6 ed. São Paulo: Editora Perspectiva S.A, 2007.

BOUDIEU, P. O poder simbólico. Tradução de Fernando Tomaz. Rio de Janeiro: Editora Bertrand Brasil S.A, 1989.

BRASIL, Censo 2010. https://censo2010.ibge.gov.br/. Acesso em: 07 jan. 2020.

BRASIL, Constituição de 1824. Constituição política do império do Brasil. Disponível em: http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/constituicao/constituicao24.htm. Acesso em: 07 jan. 2020.

BRASIL, Constituição de 1891. Constituição da república dos estados unidos do Brasil. Disponível em: http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/constituicao/constituicao91.htm. Acesso em: 07 jan. 2020.

BRASIL, Constituição de 1988. Constituição da república federativa do Brasil. Disponível em: http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/constituicao/constituicao.htm. Acesso em: 07 jan. 2020.

BRASIL, Lei 7.716, de 05 de janeiro de 1989. Disponível em: http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/leis/l7716.htm. Acesso em: 07 jan. 2020.

BRASIL, Lei Nº 9.459, de 13 de Maio de 1997. Altera os arts. 1º e 20 da Lei nº 7.716, de 5 de janeiro de 1989, que define os crimes resultantes de preconceito de raça ou de cor, e acrescenta parágrafo ao art. 140 do Decreto-lei nº 2.848, de 7 de dezembro de 1940. Disponível em: http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/LEIS/L9459.htm. Acesso em: 07 jan. 2020.

CAMPOS, Leonildo Silveira. As origens norte-americanas do pentecostalismo brasileiro: observações sobre uma relação ainda pouco avaliada. REVISTA USP, São Paulo, n.67, p. 100-115, setembro/novembro 2005.

CONVENÇÃO AMERICANA DE DIREITOS HUMANOS (1969) – Pacto de São José da Costa Rica.

COULANGES, Fustel de. A Cidade Antiga. Tradução Frederico Ozanam Pessoa de Barros. eBooksBrasil, 2006.

Declaração Universal dos Direitos Humanos.  http://www.mp.go.gov.br/portalweb/hp/7/docs/declaracao_universal_dos_direitos_do_homem.pdf

FAUSTO, Boris. História do Brasil. 2 ed. São Paulo: Editora Universidade de São Paulo, 1995.

HABERMAS, Jurgen. Entre Naturalismo e religião: estudos filosóficos. Trad. Flávio Beno Siebeneicheler. Rio de Janeiro: Tempo Brasileiro, 2007.

RAWLS, John. Uma Teoria da Justiça. Trad. Almiro Pisetta e Lenita M. R. Esteves. São Paulo: Martins Fontes, 2000.

VOLTAIRE (François-Marie Arouet). Tratado sobre a tolerância. Tradução: Paulo Neves, 2 ed. São Paulo: Martins Fontes, 2000.

WEHLING, Arno; WEHLING, Maria José C. M. Formação do Brasil Colonial. 4 ed. Ver. Ampl. Rio de Janeiro: Nova Fronteira, 2005.

APPENDICE – RIFERIMENTI A PIEDI

2. Termine usato nell’antica Roma e che rappresentava l’identità familiare di un certo gruppo di famiglie, ampiamente iscritta nell’aristocrazia romana.

3. BRASILE, Ministero dell’Istruzione. INEP – Istituto Nazionale di Studi e Ricerche. Mappa dell’analfabetismo in Brasile.

[1] Lato Sensu Post-Laurea in Scienze della Religione presso l’Università Cândido Mendes (UCAM). Post-laurea Lato Sensu in Storia sociale presso l’Università Federale di Espírito Santo (UFES). Laurea in Storia presso l’Università Estácio de Sá (UNESA). Laureato in Musica presso la Facoltà di Musica di Espírito Santo (FAMES). Laureato in Filosofia presso l’Università Federale dell’Espírito Santo (UFES). Studente di giurisprudenza presso la Facoltà di Espírito Santo (FACES).

Inserito: luglio 2020.

Approvato: febbraio 2021.

5/5 - (2 votes)

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

POXA QUE TRISTE!😥

Este Artigo ainda não possui registro DOI, sem ele não podemos calcular as Citações!

SOLICITAR REGISTRO
Pesquisar por categoria…
Este anúncio ajuda a manter a Educação gratuita