ARTICOLO DI REVISIONE
SANTANA, Genilton Araújo de [1]
SANTANA, Genilton Araujo de. Pregiudizio linguistico: un paradigma da infranto. Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento. Anno 05, Ed. 04, Vol. 04, pp. 171-181. nell’aprile 2020. ISSN: 2448-0959, collegamento di accesso: https://www.nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/pregiudizio-linguistico
RIEPILOGO
La lingua è una delle forme più importanti di espressione e manifestazione della cultura di un popolo, sia nelle sfere orali che scritte. Pertanto, l’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare i vari discorsi di un popolo, di una nazione, di una cultura. Come le piante e gli animali, il linguaggio si evolve e, quindi, si adatta al contesto di utilizzo, per questo motivo, dobbiamo rispettare i colloqui che rappresentano la ricchezza di un paese, soprattutto nel caso del Brasile. In questo lavoro, recensione bibliografica, abbiamo cercato di presentare le variazioni più comuni che possono verificarsi in qualsiasi lingua, sarà riportato come pregiudizio linguistico e grammatica normativa emerge, che è spesso un pretesto per mantenere vivo il pregiudizio. Come base per questo lavoro, la base teorica sarà nelle opere del linguista Marcos Bagno e nei Parametri Curriculari Nazionali (PCN), infine, verrà fatta una breve sintesi dell’indebolimento dell’educazione degli insegnanti, che riflette fortemente nella pratica dell’insegnamento linguistico. Infine, viene elaborata una retrospettiva storica sul percorso della lingua portoghese, il pregiudizio che ancora, anche se superficialmente, persiste ancora nella società attuale e come può essere combattuto in un insegnamento plurale e di qualità attraverso la valorizzazione della ricchezza delle variazioni linguistiche.
Parole chiave: Variazione linguistica, pregiudizio, insegnamento.
1. INTRODUZIONE
“Gli esseri umani usano il linguaggio per comunicare, vivere nella società e relazionarsi con essa” (GOMES, 2011, p. 64).
Il lavoro attuale mira a presentare una panoramica della sociolinguistica come scienza e della sua importanza nel contesto sociale, una breve panoramica del linguaggio sarà fatta come una risorsa indispensabile per la coesistenza nella società, e i principali fattori che influenzano le variazioni, che sono pertinenti a qualsiasi lingua.
Questo documento affronterà la base teorica di uno dei più prestigiosi studiosi di linguistica nazionale, Marcos Bagno, sulla base della sua idea di pregiudizio affrontata nelle opere:A língua de Eulália e Preconceito Linguístico: Cosa si fa. Si discuterà anche del rapporto lingua scritta e del linguaggio parlato, le principali differenze tra entrambi, quest’ultimo è il precursore del primo e partirà dal presupposto che la lingua è un organismo vivente e che, in questo modo, presenta evoluzioni e adattamenti secondo il contesto.
Uno degli aspetti più importanti che permea la società nel XXI secolo sarà affrontato anche, il pregiudizio linguistico, un tema centrale, poiché questo è uno dei principali paradigmi che deve essere infranto in modo che sia possibile creare possibilità per l’ascesa delle classi meno prestigiose, che sono spesso sbarrate a causa del modo in cui parlano e che cosa, secondo i tradizionalisti , è visto come sbagliato.
Si discuterà di ciò che, di fatto, è giusto o sbagliato secondo Sociolinguistics, e, infine, di trovare strategie che mirano a combattere questo tipo di pregiudizio, collaborando così per una pratica educativa con enfasi sul rispetto e l’inclusione di tutti nel processo di insegnamento-apprendimento.
2. SOCIOLINGISTICA, VARIAZIONE E PREGIUDIZIO
Per Ilari e Basso (2011) in un certo senso, tutto si evolve, gli animali, le piante, gli esseri umani e, di conseguenza, insieme a questo processo, nascono alle modifiche portate con il tempo, queste modifiche influenzano ogni tipo di esistenza, dal microrganismo al più complesso degli esseri viventi.
Si percepisce anche questa evoluzione nel linguaggio, dopo tutto, il linguaggio è un organismo vivente, vale a caso è sempre in uso, è uno strumento essenziale per la comunicazione, in particolare umana (ILARI; BASSO, 2011).
Proprio come gli esseri sono indemlight al loro ambiente, il linguaggio è aderente al suo contesto in un certo modo, possiamo identificare oltre l’evoluzione, una grande variazione linguistica e in questo contesto l’emergere di sociolinguistica, una scienza essenziale per lo studio di questa pluralità, “il linguaggio ha un lato individuale e sociale, essendo impossibile concepire uno senza l’altro” (SAUSSURE, 1997 , p.16).
Dal discorso del linguista Saussure (1997), è necessario riflettere su ciò che è sociolinguistico, lo studio del linguaggio come strumento sociale, anche se Saussure, all’inizio del XX secolo, aveva messo in discussione l’evoluzione del linguaggio e le sue varie forme di utilizzo, è stato solo negli anni ’60 che è emersa la ricerca che ha dato origine a sociolinguistici.
William Labov (2008) è il ricercatore principale che ha iniziato la prima ricerca sul linguaggio in uso, vale a dire il linguaggio in uso, la sua ricerca si concentra sull’analisi di diverse lingue, in particolare l’analisi delle variazioni e del trattamento statistico, quindi la sociolinguistica contribuisce a una migliore comprensione del linguaggio, attraverso il rapporto con la società e come si verificano i cambiamenti in questo.
Da questo punto di vista, saranno affrontate le varie modifiche, in particolare il dialetto collinare, che è spesso stigmatizzato per non aver rispettato le regole imposte dalla norma standard (ILARI; BASSO, 2011).
2.2 VARIAZIONI
Infatti, secondo Ramos (2011) è necessario combattere l’idea che molti continuano a difendere che, il portoghese parlato in Brasile, è una lingua uniforme. Questa uniformità è affermata da persone di varie provenienze, scrittori, storici e, soprattutto, mma grammatici tradizionalisti.
Questo pensiero ha esaltato una visione tradizionalista secondo cui l’unico dialetto esistente in Brasile è quello che obbedisce alle regole della grammatica tradizionale, esprimendo una mancanza di sensibilità alla ricchezza culturale e linguistica, di fronte al fatto che gli oratori si adattano naturalmente ai diversi contesti vocali. Purtroppo, i grandi intellettuali conservano questa ipotesi di uniformità, che può essere vista nelle frasi di Ribeiro (2011, p.9):
Va notato che, nonostante sia fatto dalla fusione di tali matrici differenziate, i brasiliani sono oggi uno dei popoli più omogenei linguisticamente e culturalmente e anche uno dei più socialmente integrati sulla Terra. Parlano la stessa lingua, senza dialetti.
In opposizione a questo commento, i tipi di variazioni più comuni che possono verificarsi in qualsiasi lingua, secondo Suassure (1997) e Bagno (1999), saranno brevemente descritti: variazione diacroica, variazione diatopica, variazione diastica e variazione diametica.
La variazione diacroica secondo Bagno (1999) avviene nel tempo, questo cambiamento è verificato nella nostra vita quotidiana, per esempio, in gergo, se usiamo oggi l’espressione “essere un tram“, difficilmente un giovane capirebbe questo termine che, nel contesto di vecchi appuntamenti, significava “essere con la fidanzata“; oggi ha lasciato il posto al termine “soggiorno“.
Un altro esempio interessante è la grammaticalizzazione, un processo in cui una parola assume funzioni grammaticali: un caso specifico è la formazione del pronome você , derivato da Vossa Mercê, via Vosmecê, infine, la nostra corrente você (BAGNO, 1999).
La variazione diatopica, che secondo Sassure (1997), proviene dal greco, giorno attraverso; topos – luogo, è un fenomeno che si verifica attraverso le differenze che la stessa lingua presenta nella dimensione geografica, per esempio, paesi lusofoni, vale a dire, paesi che hanno come lingua madre la lingua portoghese. Diamo un’occhiata ad alcune differenze nel portoghese lessicale tra il portoghese brasiliano (PB) e il portogallo portoghese (PP):
PP ———- PB
Bagno – Restroom –
( Casa de banho – banheiro )
Treno – treno –
( Comboio – trem )
Pedone – pedone. –
( Peão – pedestre. )
Tornando al Brasile, questo fenomeno è identificato, all’interno di alcuni stati, il cosiddetto dialetto collinare, l’idea di hillbilly si riferisce automaticamente al modo di parlare degli abitanti delle regioni interne, che ha come caratteristica l’erre retroflex (ɺ), o dalla caduta del erre in alcune parole (CUNHA, 2000).
Esempi:
Inizia per inizio (Começá per começar), volere per volere (querê per querer). I casi in cui l’errore retroflesso è usato nelle sillabe finiscono (animar o animá per animale; vortá per ritorno eccetera).
Sarà restituito a questo argomento più tardi, questo tipo di variazione è il soggetto principale di questo lavoro, qui saranno presentati i cambiamenti che fanno parte del processo di evoluzione di un linguaggio (CUNHA, 2000).
La variazione diasterica per Saussure (1997) riguarda gli estratti sociali e può verificarsi a livelli: fonetica, morfologico e sintattico, ad esempio, le varietà tra i discorsi di un adolescente pieno di gergo, al contrario del discorso di un adulto più formale, senza tanto uso di gergo, come esempio le dichiarazioni di Ilari e Basso (2011, p.175) “a volte indicato come portoghese scadente” o “portoghese scadente”.
C’è anche la variazione diamesica, che comprende le differenze tra lingua parlata e lingua scritta, anche se in questo momento non approfondiamo questo tipo di variazione linguistica, con l’obiettivo di limitare il pregiudizio linguistico (SAUSSURE, 1997).
2.3 IL MODO IN CUI TUTTO SI STANDARDIZZA
Come già discusso, ogni lingua cambia, in qualsiasi momento della sua storia, è irreparabilmente soggetta a variazioni, che lo accettiamo o no e purtroppo, l’idea che il portoghese del Brasile sia una lingua uniforme persiste, nascondendo così altre forme di variazione: diastratica, diacrotica e diametica (SUASSURE, 1997).
Questa forma di standardizzazione, auspicata dai grammatici tradizionalisti, che sia la lingua scritta che quella parlata devono rispettare le norme descritte dalla grammatica ufficiale, genera un tipo di contraddizione che Bagno caratterizza come una sorta di stampo:
Le grammatiche normative tentano di essere un modello. Ma l’uso che è fatto di loro, in generale, è una cucitura dentro e fuori. Invece di portare lo stampo per, con esso, tagliare il tessuto e poi assemblare l’abito, i normivists, e l’insegnamento tradizionale basato su di loro, fanno il contrario: prendono un uso reale e concreto della lingua (un vestito già pronto) e misureranno e valuteranno questo uso per vedere se è in conformità con lo stampo pre-stabilito. (BAGNO, 2014, p.160).
Questo modo ineguale di classificare la lingua, secondo Bagno (2014) può separarlo in due misure; da un lato c’è tutta la massa di lingua prodotta dai parlanti, dall’altro è sotto forma di grammatica normativa. Ciò che esce in contrasto con la forma non può essere considerato ideale davanti agli occhi tradizionali, con conseguente comparsa di pregiudizi linguistici. In questo modo si ritiene corretto ciò che è conforme al modulo, e non corretto ciò che non segue la norma imposta alla lettera. Tuttavia, quello che dobbiamo affrontare è che il torto oggi potrebbe non essere più domani, diamo un’occhiata ad alcuni esempi:
Il verbo latino laxare, l’italiano, il lasciare, il francese, il laisser, con il verbo portoghese lasciare. Abbiamo notato che c’era uno scambio di L da D, perché erano due consonanti dentali, legate a una ha lasciato il posto ad un altro. Si scopre che ciò che è stato “errore” in passato, è ora ciò che è più “corretto” (RAMOS, 2011).
Consideriamo che sarebbe “errore” se qualcuno dicesse leixar invece di andarsene. Ciò che accade in questo processo in molte volte è il ritardo della norma standard in relazione alle varietà viventi della lingua in uso, dove le nuove forme non smettono di emergere, in competizione con quelle più vecchie fino a quando non vengono eliminate (RAMOS, 2011).
Bagno (2014), nel suo libro A língua de Eulália, richiama l’attenzione su una questione cruciale che è alla base del mantenimento delle leggi imposte dalla grammatica tradizionale come modello:
Rappresenta nell’immaginario collettivo, il linguaggio presumibilmente parlato dagli strati sociali di prestigio, che detengono il potere economico e politico del paese. Queste classi privilegiate vedono nella norma standard conservatrice un elemento prezioso della propria identità, il modo di parlare segna una differenza (e anche un rifiuto) rispetto al linguaggio del commoner, dalla refameia, al linguaggio “volgare”… (BAGNO, 2014, p.172).
Questa standardizzazione linguistica serve come strumento per separare gli strati sociali, vale a dire, è un modo per preservare il pregiudizio. Bagno (1998, p.09) fa un bel confronto, nel suo libro Preconceito Linguístico: com’è: “La lingua è un enorme iceberg che galleggia nel mare del tempo, e la grammatica normativa è il tentativo di descriverne solo una parte più visibile, la cosiddetta norma culturata”,
2.4 LA SOCIETÀ CHE NON ACCETTA IL “NUOVO”
Un caso molto recente può essere descritto qui, in modo da poter chiarire il pregiudizio linguistico in modo pratico: all’inizio del 2011, un libro è stato lanciato e distribuito dal Ministero dell’Istruzione (MEC) per essere lavorato con L’Educazione della Gioventù e degli Adulti (EJA), un’opera multidisciplinare dal titolo “Per una vita migliore”, volume 2 della collezione “Vivere, imparare”. La pubblicazione ha avuto un impatto, soprattutto, nel campo della linguistica, soprattutto per quanto riguarda l’insegnamento tradizionale, a causa di un capitolo che si occupa della lingua portoghese, scritto dal professor Heloísa Ramos, questo capitolo, in cui l’autore presenta agli studenti frasi che non seguono le norme imposte dalla grammatica tradizionale, affermando che “si può parlare in questo modo”, alludendo chiaramente alla nozione di giusto e sbagliato nella nostra lingua.
Nel capitolo intitolato “Scrivere è diverso dal parlare” l’autore dice quanto segue:
La classe dominante utilizza la norma culturata principalmente perché ha un maggiore accesso alla scolarita’ e perché il suo uso è un segno di prestigio. In questo senso, è comune attribuire un pregiudizio sociale in relazione alla variante popolare, utilizzata dalla maggior parte dei brasiliani. Questo pregiudizio non è di ragione linguistica, ma di sociale. Pertanto, un altoparlante deve padroneggiare le varie varianti perché ognuno ha il suo posto nella comunicazione quotidiana (RAMOS, 2011, p.12).
Ramos (2011) affronta l’importanza dello standard standard, e poi afferma che ci sono diversi modi di parlare e scrivere a seconda del contesto di utilizzo. Sempre in questo stesso capitolo in cui si trattano temi sociolinguistici, per esemplificare queste differenze, un elemento del capitolo opera l’accordo delle parole; in questo momento, la “norma popolare” è in fase di lavoro, utilizzando come esempio la seguente frase: “i libri illustrati più interessanti sono presi in prestito”.
Questo è stato il motivo, per cui il libro è un argomento nazionale, dibattuto su vari media, e l’autore è stato aspramente criticato per aver semplicemente affermato che ci sono diversi modi per esprimersi. Questo in realtà ci fa credere che l’insegnamento tradizionalista non è ancora stato rivisto e che purtroppo i nostri studenti sono destinatari di informazioni, essendo così “obbligati” a comunicare e scrivere secondo un “manuale” di parlare e scrivere bene. Secondo l’autore:
Il fatto che ci sia la parola os (plurale) indica che si tratta di più di un libro. Nella varietà popolare, è sufficiente che questo primo termine è al plurale per indicare più di un referente […] Si può chiedere: Ma posso dire “il libro?” Certo che puoi. Ma rimanete sintonizzati perché, a seconda della situazione, correte il rischio di essere vittime di pregiudizi linguistici. Molte persone dicono che si dovrebbe parlare e scrivere, prendendo le regole stabilite per la norma culturata come standard di correzione di tutte le forme linguistiche. L’oratore, pertanto, deve essere in grado di utilizzare la variante linguistica appropriata per ogni occasione (RAMOS, 2011, p.15).
Ramos (2011) ha lavorato con un tema rilevante per un’istruzione innovativa, poiché, nel processo di realizzazione dell’insegnamento democratico, è necessario che la conoscenza e la cultura portate dallo studente siano parte del processo di insegnamento dell’apprendimento. Naturalmente, la società messa è contraddittoria nei suoi ideali, dal momento che una teoria è predicata rispetto a una pratica tradizionale. Come è presente nei Parametri del Curriculum Nazionale:
La variazione è costitutiva delle lingue umane, che si verificano a tutti i livelli. È sempre esistito e sarà sempre esistito, indipendentemente da qualsiasi azione normativa. Così, quando si parla in “lingua portoghese” si parla di un’unità che è composta da molte varietà. […] L’immagine di un’unica lingua, più vicina alla modalità scritta del linguaggio, alla base delle prescrizioni normative della grammatica scolastica, dei manuali e persino dei programmi di diffusione mediatica su “ciò che dovrebbe e non deve essere parlato e scritto”, non è supportata dall’analisi empirica degli usi della lingua. (BRASIL, 2003, P.29).
Il Ministero dell’Istruzione e della Cultura (MEC) stabilisce il rispetto per le varietà e che la lingua è costituita da loro, non c’è unità linguistica come vediamo nella critica del lavoro di Ramos (2011), è necessario che questa consapevolezza della pluralità linguistica raggiunga, in pratica, la realtà scolastica e contribuisca così alla lotta contro i pregiudizi.
Un tipo di dialetto che subisce più pregiudizi a causa delle sue particolarità è quello che chiamiamo come il paese sta parlando. Perché ha una delle sue caratteristiche più sorprendenti, come l’erre retroflex e l’assenza del plurale in tutte le parole (GOMES, 2011).
Bagno (2014) commenta il fenomeno caratteristico del paese:
Per indicare che è più di uno, il portoghese standard ha bisogno di più di un marchio plurale, che modifica diverse classi di parole: articolo, sostantivo, aggettivo, verbo… È quello che impariamo e insegniamo a scuola con il nome dell’accordo sui numeri. Questo importo di voti plurali è dal punto di vista economico, una spesa eccessiva (BAGNO, 2014, p.51).
Un’altra caratteristica che può essere identificata in questo dialetto è la vocalizzazione di /lh/ in /i/: oio, bataia, navaia, faggio, atrapaia, ecc. Qui c’è la possibilità di fare un confronto con un’altra lingua, lo spagnolo standard, quello che si parla nella regione della Castiglia (spagnolo castigliano), tutto ciò che è scritto con LL è pronunciato “lh”, equivalente al nostro portoghese standard (BAGNO, 1999).
In alcune regioni della Spagna, questo LL è pronunciato “i”, e così, come in Brasile, questo fenomeno subisce pregiudizi. Allo stesso modo, come è stato detto prima, qualsiasi dialetto che sfugge alle regole imposte dalla grammatica tradizionale viene stigmatizzato. Dal momento che il contadino è considerato meno favorito finanziariamente, analfabeta, lavoratore rurale, in breve, viene fatta una visione pregiudizientata e stereotipata di ciò che è inteso come un residente della campagna. È necessario prendere in considerazione la cultura della popolazione dell’interno, il suo contributo all’identità brasiliana e il suo corretto riconoscimento. (BAGNO, 1999).
Se la società espande i suoi orizzonti e accetta il diverso, fornirà al paese l’opportunità di muoversi verso il progresso, abbandonare la forma che è stata imposta, continuerà nella marcia costante dell’evoluzione, ma se c’è persistenza nel preservare il tradizionale; parcheggierà nel tempo (BAGNO, 1999).
L’idea, al centro del lavoro di Bagno (2014) in “A língua de Eulália”, è uno strumento importante per la formazione degli insegnanti che dovrebbe accogliere la ricchezza linguistica che è nel paese, il lavoro con variazione linguistica in classe è di fondamentale importanza per ridurre i pregiudizi linguistici.
Il tema del prossimo argomento sarà l’educazione degli insegnanti e il lavoro con le varianti, si prevede che, in questo modo, ci saranno contributi significativi a una buona performance nella formazione delle persone e, ancora una volta, minimizzare il pregiudizio. (BAGNO, 1999).
2.5 LA CRISI DELL’EDUCAZIONE LINGUISTICA
È notevole che l’istruzione brasiliana sta vivendo una crisi generale, notando questo effetto, soprattutto nell’istruzione pubblica, dove persiste il modo tradizionale di insegnare, l’insegnante è ancora il titolare della conoscenza e gli studenti sono meri destinatari di informazioni, la classe è limitata alla lavagna e al gesso, non avendo risorse tecnologiche per la classe per diventare più dinamico (GOMES , 2011).
Anche se vengono attuate politiche di miglioramento educativo, come le PCN (National Curriculum Parameters), LDB (Legge delle linee guida e delle basi), queste non raggiungono le aule, oltre al contesto educativo, l’insegnante ha la sua formazione indebolita, per quanto riguarda l’educazione linguistica, nelle università, nei dibattiti e persino nei risultati della ricerca scientifica, praticamente non superano la ristretta cerchia di centri di ricerca e pubblicazioni specializzate , distribuzione di pochi e carenti (GOMES, 2011).
Ci sono esempi di facoltà in cui le classi di sintassi sono ridotte alla trasmissione del contenuto della grammatica gerattiva, questi corsi sono generalmente limitati alla grammatica della frase, dimenticando la regolarità dell’enunciazione del testo. Così, gli insegnanti hanno scarso accesso all’insegnamento efficiente della propria grammatica che imparano (GOMES, 2011).
Così, alla fine ricorrerà alle vecchie pratiche pedagogiche dell’insegnamento meccanico della tradizione normativa, quindi, un circolo vizioso di insegnamento grammaticale standardizzato che, a sua volta, darà nuovamente luogo a pregiudizi linguistici. In questo scenario, molti studenti di Lettere, che hanno frequentato il college senza nemmeno aver sentito parlare di pragmatica, linguistica, analisi del discorso, linguistica testuale, alfabetizzazione, in breve, discipline essenziali per la formazione di un professionista qualificato, in grado di agire a favore di un’educazione trasformativa (SAUSSURE, 1997).
Nel campo della letteratura, troviamo problemi simili, lo studio è ridotto a un insegnamento quesquematico delle scuole letterarie, senza preoccuparsi della formazione del lettore letterario.
Secondo un documento pubblicato dal Ministero dell’Istruzione e della Cultura:
La concezione informativa tradizionale della letteratura persiste, intesa come un insieme di conoscenze storico-culturali ed estetiche che dovrebbe essere in grado di mediare tra il lettore e l’opera. In questa concezione, il contatto tra questi casi è subordinato a criteri di valutazione e meccanismi di accesso legati a precetti non sempre molto adeguati alla comprensione dell’opera, a causa di un’origine normativa o eccessivamente canonica, che finiscono per disturbare il lavoro efficace del lettore (BRASIL, 1998, p.45).
Il risultato di questa scarsa formazione è che gli insegnanti delle scuole elementari e superiori, quando hanno accesso alle politiche ufficiali di insegnamento, sentono chiaramente difficoltà a interagire con questi testi, un esempio comune è l’uso del libro di testo, evitando la maggior parte degli insegnanti, che non si sentono autorizzati a usarli in modo redditizio ed efficiente (ILARI; BASSO, 2011).
In questo contesto, secondo Ilare e Basso (2011) si apre una lacuna per l’insegnamento linguistico e le proposte ufficiali per l’insegnamento delle lingue, in modo che il cittadino non riesca a garantire i propri diritti linguistici e permetta loro di costruire la cittadinanza.
Si conclude che una buona formazione degli insegnanti, il riconoscimento delle varietà e maggiori investimenti nell’istruzione faranno godere i loro diritti ai cittadini e che tutti potranno beneficiare di questa pratica, rinunciando a un insegnamento inefficiente e segregato, senza riflessioni e mera riproduzioni, senza alcun uso nella costruzione del “essere” cittadino (ILARI; BASSO, 2011).
3. CONSIDERAZIONI FINALI
Il presente lavoro è stato elaborato con l’obiettivo di raccogliere dati sull’insegnamento linguistico portoghese e sulla rilevanza del rispetto e della considerazione delle varietà linguistiche che costituiscono la vasta ricchezza della nazione brasiliana. È stato anche il pregiudizio linguistico e il grande ostacolo che questo problema può causare sia nell’insegnamento efficace della lingua che nel perpetuare la discriminazione verso le classi meno privilegiate che non sono consapevoli della norma standard, difeso dai tradizionalisti, vale a dire la padronanza o meno della norma standard, può essere una forma più di segregazione sociale.
Sono stati presentati dati su come questo tipo di pregiudizio si manifesta nella nostra società, citando un recente esempio che si è verificato con la pubblicazione di un libro di testo che è stato distribuito nelle scuole pubbliche in Brasile. Infine, si è discusso di una vasta questione sulla metodologia di insegnamento della lingua portoghese e, infine, sull’importanza di convalidare e conoscere le variazioni linguistiche dei parlanti di una determinata lingua, con l’obiettivo di alleviare i pregiudizi linguistici e dare accesso a un insegnamento efficace e di qualità, sempre basato sui parametri del curriculum nazionale (PCN).
Pertanto, ci si aspetta che gli insegnanti in particolare, specialisti in lingua madre, laureati in Lettere e altri professionisti che lavorano con la formazione di cittadini critici e riflessivi, sostenessero un insegnamento democratico, senza alcun tipo di discriminazione e basati sui principi di equità, solidarietà, di nocità e rispetto, non essendo solo un’utopia o una norma richiesta nei documenti e nelle pubblicazioni giuridiche, rendendo necessario che la sua applicazione in realtà. Solo in questo modo si giocherà un futuro promettente dove, soprattutto, ci sarà la democratizzazione dell’insegnamento, senza discriminazioni e con l’inclusione di tutti.
RIFERIMENTI
BAGNO, M. A língua de Eulália. São Paulo: Contexto, 2014.
BAGNO, M. Preconceito linguístico: o que é como se faz. São Paulo: Loyola, 1999.
BRASIL. Secretaria de Educação Fundamental. Parâmetros Curriculares Nacionais: terceiro e quarto ciclos do ensino fundamental: língua portuguesa. Brasília: MEC/SEF. 1998.
CUNHA, Sérgio Fraga et al. Tecendo textos. 2. Ed. Canoas: ULBRA, 2000.
GOMES, Maria Lúcia de Castro. Metodologia do ensino de língua portuguesa. Curitiba: Ibepex, 2011.
ILARI, R., BASSO, R.O português da gente: a língua que estudamos a língua que falamos. São Paulo: Contexto, 2011.
LABOV, William. Padrões Sociolinguísticos. São Paulo: Parábola, 2008.
RAMOS, Heloisa. Por uma vida melhor. São Paulo: Global, 2011.
RIBEIRO, Adelia Miglievich. Darcy Ribeiro e o enigma Brasil: um exercício de descolonização epistemológica. Soc. estado., Brasília , v. 26, n. 2, p. 23-49, Aug. 2011.
SUASSURE, F. de. Curso de linguística geral. 20 ed. São Paulo: Cultrix, 1997.
[1] Specialista in Metodologia dell’Insegnamento in lingua e letteratura portoghese. Specialista in Alfabetizzazione e Alfabetizzazione. Laureato in Pedagogia. Concesso in licenza in lettere.
Inviato: agosto 2019.
Approvato: aprile 2020.