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La cittadinanza nel discorso delle Linee guida curricolari del corso di Scienze Contabili

RC: 120242
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CONTEÚDO

ARTICOLO ORIGINALE

BOMBARDELLI, Joel [1], MATOS, Gleimiria Batista da Costa [2], ARENAS, Marlene Valério dos Santos [3], BRAGA, Iluska Lobo [4], ALMEIDA, Vanessa Fernanda Rios de [5]

BOMBARDELLI, Joel. Et al. La cittadinanza nel discorso delle Linee guida curricolari del corso di Scienze Contabili. Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento. Anno 05, ed. 06, vol. 04, pag. 36-50. Giugno 2020. ISSN: 2448-0959, Link di accesso: https://www.nucleodoconhecimento.com.br/contabilita/cittadinanza-nel-discorso

RIEPILOGO

La cittadinanza funziona come pratica discorsiva, quando iscritta nel modello di educazione del capitalismo neoliberista contemporaneo produce un effetto di significati nella simmetria della trilogia educazione/lavoro/cittadinanza, mettendo in discussione il soggetto contabile. La cittadinanza delle scienze contabili si insinua in una cittadinanza d’impresa o d’impresa che (ri)produce un discorso politico e sociale omogeneo ed egemonico. Sorge quindi la domanda: nelle Linee guida curricolari per il Corso di Laurea in Scienze Contabili (DCCC) che guidano le proposte pedagogiche dei Corsi di Scienze Contabili in Brasile, è presente la questione della cittadinanza nell’istruzione/lavoro? Come funziona la discorsività della cittadinanza? L’obiettivo è analizzare il funzionamento discorsivo del tema della cittadinanza presentato nel DCCC che guida le proposte pedagogiche dei Corsi di Scienze Contabili in Brasile. La metodologia si basa sulla prospettiva teorico-metodologica dell’affiliazione di Discourse Analysis a Pêcheux ed Eni Orlandi, può essere caratterizzata in termini di obiettivi come esplicativi, con un disegno di ricerca documentale basato su DCCC e trattamento e analisi qualitativa dei dati. I risultati di questa analisi dimostrano che il professionista contabile vive un conflitto tra l’essere cittadino e l’essere professionista secondo il DCCC. L’enunciato “cittadinanza” fa parte di una costellazione di enunciati: prodotto da discorsi di governi e discorsi aziendali, questo enunciato diventa edificante, funzionando come se fosse dignità, orgoglio, successo o addirittura conferimento di potere.

Parole chiave: Scienze contabili, Analisi del discorso, Cittadinanza.

INTRODUZIONE

In questo lavoro si propone di analizzare gli effetti di senso derivanti dal funzionamento della cittadinanza nel discorso formativo formulato nelle Linee Guida curricolari Nazionali per il Corso di Laurea in Scienze Contabili (DCCC), baccalaureato, emanate dalla Camera dell’Istruzione Superiore del Council of Education, secondo la Risoluzione CNE/CES[6] 10 del 16 dicembre 2004.

Questi DCCC sono stati attuati proponendo progetti pedagogici basati su premesse politiche e sociali neoliberiste, già socialmente consolidate, che supportano un discorso di empowerment attraverso competenze e abilità, come mezzo per collegare società e conoscenza, da un lato, e, dall’altro, mano, di mettere a tacere altri discorsi che lavorano sulla “formazione”, che Orlandi (2014) indica come più robusti e indicativi di un’altra struttura politica e di un’altra formazione sociale.

Rocha (2017) afferma che le politiche neoliberiste hanno iniziato a diventare egemoniche a livello internazionale tra gli anni ’80 e ’90, e di conseguenza in Brasile, un periodo in cui istituzioni, organizzazioni imprenditoriali, fondazioni e governi hanno sviluppato e diffuso un discorso pro-mercato. Resta inteso che questo discorso di promozione del neoliberismo è stato portato avanti consapevolmente e/o inconsciamente e producendo un effetto di significati nella società, come unica soluzione possibile e immaginaria ai problemi economici e sociali degli individui. Un gruppo di intellettuali, attivisti e imprenditori precedentemente impegnati, ha finanziato anche queste azioni di diffusione della modalità sociale neoliberista, principalmente nello spazio accademico, influenzando le generazioni future.

Os professores e estudantes universitários eram beneficiados pela disponibilização de livros liberais para venda ou consulta, seminários, bolsas e programas de intercâmbio financiados por organizações e universidades estrangeiras, e concursos e monografias. E, finalmente, os empresários poderiam ter acesso à participação em uma rede de contatos com empresários importantes do país fomentadas não apenas pelos Institutos Liberais, mas também pelo IEE, cujo foco era justamente a formações de jovens empresários na doutrina liberal (ROCHA, 2017, p. 5).

Prima del discorso neoliberista, vale la pena ricordare che lo studio superiore in Scienze Contabili in Brasile, che, dalla Monarchia fino alla metà del Novecento, fu rappresentato come oggetto della dominazione borghese, trasformandosi, in epoca contemporanea, in un mercato prodotto destinato ad un pubblico di massa, oggetto di consumo di altre classi sociali. Pertanto, mantenendo l’asimmetria delle classi sociali.

Il mercato del lavoro e le istituzioni che equipaggiano lo Stato mettono in discussione la qualità della formazione dei futuri contabili, o meglio, la formazione di questi professionisti per il mercato, ma alimentano proprio questo sistema. Questo interrogatorio si basa su un discorso imprenditoriale e mediatico che circola e diffonde il senso di responsabilità e colpa del soggetto incapace di lavorare e di conseguenza trasforma la formazione continua in merce.

Il futuro ragioniere in relazione al tema della formazione nella proposta DCCC è inteso come un soggetto “moderno”, libero e remissivo allo stesso tempo. La formazione professionale del commercialista mira a costruire un sintomo di libertà individuale, che si può manifestare nella sua motivazione, leadership e nella sua libera iniziativa imprenditoriale da intraprendere in conseguenza dell’esercizio della sua volontà. Allo stesso tempo, si sottopone professionalmente alle questioni esclusive del mercato ponendosi alla ricerca delle competenze e capacità descritte nelle linee guida, iscrivendosi nella condizione sociale capitalista neoliberista, nella quale però si trova già, nel modo di esistere, come descritto da Deleuze (1992) in cui gli anelli del serpente sono ancora più complessi.

La prova della formazione e della professionalizzazione sembra essere costitutiva delle politiche dell’istruzione pubblica, in particolare dell’istruzione superiore in Brasile. La questione del profilo professionale è stata espressa nell’istruzione superiore brasiliana sin dalla sua istituzione, nel 1808, con l’arrivo della famiglia reale portoghese, quando ci fu la creazione di un corso di istruzione superiore nell’area della salute. E così, negli anni successivi, con la fondazione dei corsi di Ingegneria, Agraria, Pittura e Scultura e Giurisprudenza (SAMPAIO, 1991). Per Sampaio (1991) e Cunha (2007), in questi corsi prevaleva la natura delle specializzazioni tecniche, che contribuivano, da un lato, alla produzione di burocrati per lo Stato, e, dall’altro, di liberi professionisti per il mercato. La contabilità, sebbene la scienza si adatti a queste questioni tecniche e liberali del mercato.

Si potrebbe così considerare un’altra formulazione della Delibera CNE/CES n. 10 del 2004, qui assunta come strumento di soggettivazione, e che potrebbe significare la nozione di formazione sociale. Questa nozione, per Orlandi (2014), differisce dalla formazione della società, in un’altra formazione discorsiva, perché, nella formazione sociale, queste posizioni-soggetto costituiscono un movimento continuo di processi di identificazione, con conoscenza e conoscenza. La formulazione delle affermazioni DCCC si basava sulla formazione di abilità e abilità di cui agli articoli 3 e 4, così descritte:

Artigo 3º O Curso de graduação em Ciências Contábeis deve ensejar condições para que o futuro contador seja capacitado a […]

Artigo 4º O curso de graduação em Ciências Contábeis deve possibilitar formação profissional que revele, pelo menos, as seguintes competências e habilidades […]” (BRASIL, 2004, grifos nossos).

Proponendo nuove affermazioni, queste nella concezione di Orlandi (2014) della formazione come fondamento della conoscenza, potrebbero produrre altri effetti di significato per l’educazione contabile, con i contabili che occupano altri posti nella formazione sociale. In questa proposta si propone di formulare metaforicamente una nuova formulazione per gli articoli 3 e 4:

Artigo 3º O curso de graduação em Ciências Contábeis deve ensejar condições para que o futuro contador seja formado para[…]; e,

Artigo 4º O curso de graduação em Ciências Contábeis deve possibilitar formação profissional que revele, pelo menos, os seguintes conhecimentos/saberes/experiências[…].

Per il nuovo ordine economico l’educazione è una questione di sviluppo economico, di accesso al lavoro attraverso la formazione, in quanto formatrice la formazione, l’individuo, attraverso l’immaginario sociale, è affiliato alla formula logico-razionale della formazione, secondo la quale dovrebbe studiare per lavoro. E, di conseguenza, questa logica si fonda come se fosse l’unica regola in grado di far emergere socialmente ed economicamente l’individuo e, di conseguenza, di costituirlo a pieno titolo.

Questi diritti inquadrano il diritto al consumo e alla cittadinanza. Per Orlandi (2014) c’è una combinazione di consumo e cittadinanza, poiché lavoratori qualificati che occupano la posizione di consumatori e cittadini allo stesso tempo alimentano il processo del mercato del lavoro qualificato. In quanto lavoratori qualificati si intendono anche cittadini.

La domanda è: nelle Linee guida del Curriculum per il Corso di Laurea in Scienze Contabili, che guidano le proposte pedagogiche dei Corsi di Scienze Contabili in Brasile, è presente la questione della cittadinanza nell’istruzione/lavoro? Come funziona la discorsività della cittadinanza?

Tali questioni verranno affrontate nel processo di analisi discorsiva, con il supporto teorico della French Discourse Analysis di Pêcheux e Orlandi, che articola il linguistico con il sociale (costitutivo del discorso) e lo storico.

Questo articolo ha cercato di comprendere il funzionamento di una pratica discorsiva, inscritta nel modello del capitalismo neoliberista contemporaneo dell’educazione che produce effetti di significato nella simmetria della trilogia educazione/lavoro/cittadinanza. Oltre a questa introduzione, l’articolo è strutturato considerando la discorsività della cittadinanza e il suo effetto sui possibili significati tra parlanti e discorso come pratica sociale.

SVILUPPO

La discorsività delle proposizioni del DCCC non poteva essere indifferente da non mettere in relazione la questione della cittadinanza con quella della rendicontazione, in quanto opera attraverso la memoria dell’ordinamento giuridico dell’educazione. Le capacità descritte nel DCCC sono costruite dall’interpellanza ideologica del soggetto capitalista contemporaneo (futuro contabile), soggetto del diritto e del dovere, cui è affiliato – dalla logica stabilizzata della contabilità e dalla ricerca di un metalinguaggio che possa trasmettere un verità – a certe reti di significato nella/della memoria discorsiva.

L’enunciato “cittadinanza” (da solo o in sequenza sintattica) emerge in una rete di relazioni implicite – eterogenee che funzionano sotto diversi registri discorsivi, con stabilità logica variabile, e che, come dice Pêcheux (2006), sul funzionamento del enunciato è profondamente opaco. In quanto discorsività politica, e di performance capitalista, la cittadinanza brasiliana o del DCCC può funzionare in similitudine con l’affermazione “On a gagné” [“Abbiamo vinto”] pronunciata dai francesi in commemorazione della vittoria di François Mitterrand nel 1981. “Abbiamo vinto ” e la “cittadinanza”, intesa come oggetto discorsivo, è immersa in allusioni a “spiegare e descrivere montaggi, disposizioni storico-sociali della costellazione degli enunciati” (PÊCHEUX, 2006, p. 60). L’affermazione “cittadinanza”, seguendo il ragionamento di Orlandi (2012, p. 123), fa parte di una costellazione di affermazioni: prodotta da discorsi di governo e di affari, questa affermazione diventa edificante, funzionando come se fosse dignità, orgoglio, successo o addirittura formazione.

Pertanto, la Delibera CNE/CES 10/2004, al punto VI dell’articolo 4, prevede la formulazione di competenze e capacità contabili, mettendo in relazione il contabile con un modo in cui deve svolgere responsabilmente le funzioni contabili, designate, dall’informativa contabile da lui prodotto ad altri (agenti economici e amministratori), la costruzione di valori orientati alla cittadinanza, come se le informazioni contabili fossero già portatrici di cittadinanza.

Resta inteso che lo strumento DCCC pone la questione della cittadinanza come accessorio dell’informazione contabile, ma questa comprensione può essere collegata a una discorsività contabile all’unisono che fa scivolare l’informazione contabile verso il controllo sociale, la trasparenza, la responsabilità e l’ispezione delle risorse (soprattutto pubbliche risorse) e, di conseguenza, della cittadinanza. In altre parole, il senso di cittadinanza è determinato dalle prestazioni organizzative, essendo (ri)significato dall’istruzione, dal lavoro e dai consumi. Paradossalmente il commercialista, attraverso la formazione “minima”, si appropria della trilogia istruzione/lavoro/consumo che lo rende cittadino.

Il futuro ragioniere si forma, finisce il corso e diventa cittadino; e poi, come cittadino, potrai costruire valori per la cittadinanza. La formazione per il futuro ragioniere e cittadino responsabile è presentata nel DCCC, al punto VI dell’articolo 4 della Delibera CNE/CES 10/2004:

VI – exercer suas responsabilidades com o expressivo domínio das funções contábeis, incluído noções de atividades atuariais e de quantificações de informações financeiras, patrimoniais e governamentais, que viabilizem os agentes econômicos e aos administradores de qualquer segmento produtivo ou institucional o pleno cumprimento de seus encargos quanto ao gerenciamento, aos controles e à prestação de contas de sua gestão perante à sociedade, gerando também informações para a tomada de decisão, organização de atitudes e construção de valores orientados para a cidadania. (BRASIL, 2004, grifo nosso)

L’organizzazione dell’affermazione “costruzione di valori orientati alla cittadinanza”, sembra funzionare producendo l’effetto che tutta la produzione dell’attività di commercialista sarebbe diretta o finalizzata alla cittadinanza (la sua produzione, la sua promozione, la sua garanzia, ecc.). A causa della sua responsabilità di svolgere la funzione contabile, il contabile dovrebbe organizzare atteggiamenti e costruire valori orientati alla cittadinanza, per gli utenti delle informazioni contabili. Le nozioni contabili e attuariali porterebbero alla produzione di un’informazione completa, che ne permetterà l’utilizzo da parte degli agenti economici e sociali, affinché possano prendere decisioni anche coerentemente guidate dai valori di cittadinanza. Il contabile, in questa prospettiva, ha responsabilità e impegno nei confronti/per la cittadinanza.

È interessante notare che, in questo spazio discorsivo delle scienze contabili, la cittadinanza può considerarsi discorsivamente costituita da un linguaggio di legno, che ai tempi del capitalismo neoliberista contemporaneo, ne restringe la risonanza del significato, disperdendolo con il vento. Questa dispersione funziona nel discorso di enti, governi e istituzioni educative: i DCCC, sebbene sembrino solo informazioni tecniche, si affrettano a diffondere i concetti di dominio capitalista neoliberista, sotto una trama di cambiamento, della necessità di “adeguatezza ” della società ai tempi della modernità.

Nella storicità brasiliana, il rapporto tra la costituzione della nostra lingua e la sua articolazione nella discorsività della cittadinanza, secondo Orlandi (2013), è concepito non in relazione al diritto giuridico-politico, ma dalla credenza nella possibilità di trasformazione attraverso l’educazione , travestito sotto forma di qualifica professionale, di formazione, a cui deve sottostare il soggetto sociale brasiliano. In Brasile, indipendente da quasi due secoli, con un secolo funzionante come repubblica, Orlandi (2013, p. 257) fa notare:

[…] não se nasce cidadão. Não se trata assim de uma questão jurídico-política. As leis são uma projeção de um desejo. Essa tarefa – de transformação e não de direito: “virar cidadão” – fica para a educação, ou seja, é uma questão pedagógica que pode ou não atingir o sujeito social brasileiro. (ORLANDI, 2013, p. 257)

In questa concezione di Orlandi (2013), abbiamo lo Stato e il neoliberismo che funzionano nell’educazione e nel senso di cittadinanza. In modo che l’educazione dica chi (non) è cittadino, cioè chi può essere cittadino nella società brasiliana. La scuola per l’educazione trasforma il soggetto in cittadino, distinguendolo da colui per il quale cittadinanza non significa (allo stesso modo). C’è, poi, la formazione del futuro professionista da parte del corso superiore in scienze contabili: un ragioniere che deve “laurearsi”, anche, necessariamente, come un cittadino che si prende cura di un altro per l’informazione, e cancellando le conoscenze, L’informazione non è lo stesso di “conoscenza”.

La cittadinanza del DCCC ci rimanda anche alla memoria discorsiva, attraverso il “linguaggio di legno”, dei detti resi disponibili nelle leggi sull’educazione, (ri)prodotti in altri documenti precedenti, come la Costituzione brasiliana del 1988 e la Legge di Direttive e Base dell’Educazione 1996, testualità che articolano il significato di cittadinanza nei DCCC.

La Costituzione federale del 1988 opera (ri)significando le precedenti costituzioni, presenta come uno dei principi fondamentali dello Stato democratico di diritto, la “cittadinanza”, il termine è sciolto, uno, senza complemento, secondo l’articolo 1: “[…] costituisce uno Stato di diritto democratico e si basa su: I – sovranità; II – cittadinanza; III – la dignità della persona umana; IV – i valori sociali del lavoro e della libera impresa; V – pluralismo politico” (corsivo aggiunto).

Sempre nel testo della Costituzione del 1988, la cittadinanza è presentata nel Capitolo sull’Educazione alla Cultura e allo Sport, in cui si formula l’articolazione tra istruzione e abilitazione al lavoro: in questo rapporto si forgia una trilogia, cioè educazione/lavoro/ cittadinanza. La trascrizione dell’articolo 205 della Costituzione federale del 1988(17) riproduce un’affermazione con questa trilogia: «L’educazione, diritto di tutti e dovere dello Stato e della famiglia, sarà promossa e incoraggiata con la collaborazione della società, mirando al pieno sviluppo della persona, alla sua preparazione all’esercizio della cittadinanza e alla sua abilitazione al lavoro” (corsivo aggiunto).

Questa trilogia educazione/lavoro/cittadinanza, in continuità, è organizzata e prende forma dalla Legge delle Direttive e Base dell’Educazione del 1996, che presenta la cittadinanza nel testo descritto come principi e finalità dell’educazione nazionale, relativa all’educazione come preparazione per l’esercizio della cittadinanza. Così, troviamo nell’art. 2: “L’educazione, dovere della famiglia e dello Stato, ispirata ai principi di libertà e agli ideali della solidarietà umana, mira al pieno sviluppo dello studente, alla sua preparazione all’esercizio della cittadinanza e alla sua abilitazione al lavoro”.

Il processo discorsivo che investe i testi della Costituzione brasiliana e della Legge delle Direttive e Base dell’Educazione stabilisce le condizioni simboliche che sostengono il carattere politico-giuridico-amministrativo del DCCC per il Corso di Laurea in Scienze Contabili, in cui la “cittadinanza” è formulato come oggetto di valori da costruire e/o inserire dall’informazione generata dalla contabilità, cioè la cittadinanza come se fosse inclusa, inserita nelle informazioni contabili prodotte dai contabili affinché i terzi, gli utenti della informazione, nel processo decisionale potrebbe rivelare la cittadinanza. Una cittadinanza attraverso l’informazione. Informazioni contabili senza cittadinanza significa decisione senza cittadinanza.

La concezione del discorso politico-amministrativo della nostra legislazione educativa, sorretta dal sostegno coercitivo del giuridico sui soggetti, anche se quello giuridico vuole garantire diritti individuali o collettivi, stabilisce che il senso di cittadinanza si stabilizza negli effetti di prove di istruzione e di lavoro. E il lavoro scivola simmetricamente verso la produzione di ricchezza.

E, attraverso la trilogia educazione/lavoro/cittadinanza, funziona l’immaginario delle condizioni di esistenza del soggetto e della società. Il soggetto colto è un lavoratore qualificato, libero, imprenditore, imprenditore di se stesso. Tuttavia, essere un cittadino istruito che lavora non significa cittadinanza. Le politiche dell’istruzione pubblica funzionano dividendo il sociale, intensificando le asimmetrie e le disuguaglianze, producendo un certo slittamento che associa l’istruzione alla discriminazione. Il non cittadino è già discriminato, è un soggetto privo di capacità e competenze in grado di “produrre valori” per la cittadinanza, perché al lavoratore, imprenditore viene sempre riconosciuta la mancanza di formazione.

La scuola, l’università, il sistema educativo nel suo insieme, sono classificatori, separatori, come un processo di smistamento che produce una divisione sociale tra il soggetto capace e quello incapace (ORLANDI, 2016), chi ha conoscenza e chi non ce l’ha, approvato e disapprovato.

Si ha cittadinanza che significa scivolare negli effetti di significato come occupazione, lavoro e reddito. Una formazione abilitante e non formativa. E, nel caso delle scienze contabili, la scienza del patrimonio, della ricchezza, del profitto, ecc. Questi termini funzionano anche in una deriva verso la cittadinanza. Il soggetto con patrimonio, ricchezza, reddito, ecc, originato da profitto, reddito o lavoro è un cittadino completo.

Il discorso dell’educazione alla cittadinanza si formula e funziona come un linguaggio del vento: l’educazione è quasi esclusivamente finalizzata al lavoro/reddito/profitto, e dal connubio tra educazione e lavoro emerge il soggetto “travestito” da cittadino. La cittadinanza contabile scivola nella cittadinanza d’impresa, la cittadinanza d’impresa.

IL LAVORO DEL DISCORSO PER/PER CITTADINANZA DEGLI ORIENTAMENTI CURRICOLARI NAZIONALI DEL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE CONTABILI

La discorsività del DCCC si concretizza nelle relazioni predisposte dai professionisti della contabilità. Come primo esempio possiamo citare il caso di Empresa Natura, un’industria cosmetica che utilizza le essenze forestali dell’Amazzonia come una delle sue materie prime.

Nella sua relazione annuale[7] per il 2004, evidenzia una relazione sul premio ottenuto da Natura, facendo riferimento alla “Guida alla buona cittadinanza d’impresa”, dal titolo “Come condividere i valori – La strategia di Natura è convincere i suoi partner a scommettere responsabilità sociale”.

La strategia con i suoi fornitori di materie prime nello Stato di Amapá, che sono i produttori (popoli di fiume, maschiatori di gomma, produttori di noci e indiani), puntando alla sostenibilità del business, consiste nel collaborare con il Ministero dell’Istruzione per incoraggiare il ritorno all’aula dei produttori. Questa soluzione avrebbe motivato i venditori (consulenti) di Natura a dedicarsi maggiormente alla vendita dei prodotti dell’azienda, trattandosi di una soluzione legata a “cause sociali”, portando a credere che i consulenti volessero anche partecipare attivamente e direttamente al suddetto business progetto.

Sia i produttori e consulenti di Natura, sia i contabili che preparano i rapporti, sono sfidati dal capitalismo neoliberista. In questo senso Orlandi e Lagazzi-Rodrigues (2015, p. 23-24) affermano:

o sujeito moderno e ao mesmo tempo livre e submisso, determinado pela exterioridade e determinador do que diz: essa é a condição de sua responsabilidade (sujeito jurídico, sujeito a direitos e deveres) e de sua coerência (não contradição) que lhe garantem, em conjunto, sua impressão de unidade e controle de sua vontade, não só dos outros, mas até de si mesmo, bastando para isso ter poder e consciência. Essa é ilusão.

Il discorso commerciale e contabile è un discorso omogeneo ed egemonico, che sostituisce il “profitto” con altri, abbiamo più parole sociali, anche meno capitaliste, a testimonianza del funzionamento del capitalismo neoliberista, dalla presunta visibilità positiva di un certo tipo di cittadinanza.

Uno di questi discorsi formula le “cause sociali” delle imprese private, che addirittura producono strategie mediatiche per dimostrare alla società l’impegno delle imprese verso tali cause, come se le imprese fossero partecipanti o articolatori/esecutori di politiche pubbliche, però, non sono altro di un comportamento ingannevole con i propri consumatori e collaboratori, il cui unico obiettivo è quello di ampliare il proprio mercato di consumo e di profitto.

Nel mercato finanziario abbiamo il caso della parte contabile della Relazione sulla Gestione del Bilancio Consolidato del Banco Itaú[8], per l’anno 2015, redatta anche da contabili/dirigenti: essa presenta Fundação Itaú Social come promotore di l’azione della banca in materia di istruzione e salute. La Fondazione si concentra sullo sviluppo, implementazione e diffusione di tecnologie sociali finalizzate al progresso delle politiche di istruzione pubblica, per migliorare il coinvolgimento dei propri dipendenti. Tuttavia, queste politiche pubbliche sono incentrate sulla formazione e non sulla formazione delle generazioni future.

La formazione critica è esclusa dal processo di formazione. Questi bilanci, testi che Fairclough (2001) ritiene essere di tipo informativo e pubblicitario o parla e vendi, come il Bilancio socio-ambientale, i rapporti sulla gestione, i rendiconti finanziari, sono diventati consueti in vari ordini dei discorsi istituzionali nella società contemporanea. Combinano l’informazione finanziaria regolamentata con la pubblicità finalizzata alla vendita e al consumo e beneficiano anche di alcuni incentivi fiscali che riducono il pagamento delle tasse allo Stato.

In altre parole, può essere intesa come pubblicità di soggetti privati ​​finanziati con denaro pubblico. Questi testi testimoniano “un movimento colonizzante della pubblicità dal dominio del mercato dei beni di consumo, in senso stretto, a una varietà di altri domini” (FAIRCLOUGH, 2001, p. 151). La discorsività del DCCC prende forma in questi testi istituzionali prodotti dal contabile formato nel modello neoliberista dell’istruzione superiore.

Un altro esempio di articolazione discorsiva istituzionale è quello presentato nei rendiconti finanziari di JBS[9], nell’anno fiscale 2012, che mostra il gruppo imprenditoriale come uno dei maggiori produttori di proteine ​​animali al mondo e con presunti impegni di responsabilità sociale, attraverso le attività sviluppate dal suo Istituto Germinare.

L’obiettivo dell’Istituto è educativo: si propone “di offrire gratuitamente un’eccellente istruzione elementare e secondaria, formando cittadini ben preparati dal punto di vista accademico e umano, con un ampio repertorio culturale, valori etici consolidati e atteggiamenti positivi nei confronti della vita e la società”. Tuttavia, i valori degli “attitudini sociali etiche, umane o positive” non sembrano essere il punto di forza dell’organizzazione, che ha partecipato attivamente a uno scenario[10] di whistleblowing, indagini e corruzione.

CONSIDERAZIONI FINALI

In conclusione, si comprende che il rapporto tra scienze contabili e cittadinanza costituisce uno spazio sociale significativo, costruito dal discorso istituzionale che produce, per effetto, la mercificazione dell’educazione, legandola al lavoro e al consumo. Cioè, il contabile, nell’esercizio responsabile delle sue attribuzioni, produce informazioni contabili riguardanti le prestazioni e i risultati delle organizzazioni, che possono produrre un effetto metaforico che può essere interpretato come: dal titolo minimo di formazione contabile.

Il soggetto di conteggio diventa minimamente borghese o uno strumento per (ri)produrre il sistema capitalista neoliberista. Contribuisce alla concentrazione e centralizzazione del capitale, producendo un discorso di cittadinanza già inserito nel modello capitalista/neoliberista articolato nella trilogia educazione/lavoro/cittadinanza.

Le Linee guida curricolari nazionali per il Corso di Laurea in Scienze Contabili prevedono per l’Analisi del Discorso uno spazio di linguaggio e storicità, in un discorso statale-giuridico e imprenditoriale, con un avatar scientifico, subordinato al discorso politico dominante, che condiziona il dire e le condizioni di produzione di questo detto sulla cittadinanza e l’educazione.

Il discorso statale-legale-commerciale, pur volendo funzionare come uno spazio discorsivo logico e stabilizzato come scienza reale, è imperfetto e incompleto. La cittadinanza contabile come proposta nel DCCC produce un aumento delle asimmetrie tra le classi sociali, poiché la cittadinanza d’impresa esiste per la condizione di spogliare il lavoratore, cioè le stesse corporazioni producono disuguaglianze e poi in un altro discorso dicono di voler riparare il già (ri)prodotto.

L’edificante dichiarazione di cittadinanza è affiliata a un discorso moralistico, neoliberista e ai venti della contemporaneità, che si propagano nella società in modo dissimulato, come se fossero trasparenti, senza opacità. Il soggetto diventa ragioniere attraverso la formazione e, di conseguenza, diventa cittadino, essendo segretamente iscritto nella memoria del capitalista di una cittadinanza d’impresa disegnata dal funzionamento del discorso giuridico-amministrativo al servizio del modo di produrre del neoliberismo.

Nello spazio delle imprese, delle imprese, i soggetti trovano una situazione di presa di coscienza, anche se inconsapevole del posto loro assegnato, della propria classe sociale. In questo modo le parole acquistano significato dalle posizioni in cui sono usate, dalle formazioni discorsive in cui le parole acquisiscono i loro possibili significati. La cittadinanza d’impresa, come linguaggio degli affari, opera nell’immaginario sociale come un modo per distribuire i profitti, tuttavia il suo funzionamento organico è in simmetria con la generazione di profitti.

Tuttavia, la contabilità deve essere intesa come un processo di produzione di significati, e il “linguaggio di contabilità”, a sua volta, funziona anche attraverso il prisma che un significato scivola/deriva sempre ad un altro significato, soggetto e significato si costituiscono allo stesso tempo. In questa direzione si può affermare, ad esempio, che il senso di cittadinanza ha un effetto di senso aperto, inteso diversamente, da un lato, per chi lavora, dall’altro, per chi non ha un lavoro.

La resistenza dei contabili cittadini agli anelli del serpente deleuziano può emergere da una concezione di educazione, sia di base che superiore, ma un’educazione che non fornisce esclusivamente lavoro, ma crea spazio per la critica e per i cambiamenti e le alterazioni sociali.

Spostare il concetto di formazione a un concetto di formazione l’accademico di scienze contabili, ovvero privilegiare conoscenza/conoscenza può fornire al contabile una posizione per discernere e/o riconoscere una diversa pratica di formazione sociale, che ne stabilisce come possibilità l’iscrizione in una memoria di cittadinanza diversa da quella aziendale. Il discorso della/per la cittadinanza non è chiuso, non ha inizio né fine, anche nel pragmatismo delle scienze contabili.

RIFERIMENTI

BRASIL. Constituição da República Federativa do Brasil: promulgada em 5 de outubro de 1988. Brasília, DF: Senado Federal. Disponível: https://www.planalto.gov.br/ccivil_03/constituicao/ConstituicaoCompilado.htm. Acesso em novembro/2019

BRASIL. Ministério da Educação. Conselho Nacional de Educação. Câmara de Educação Superior. Resolução CNE/CES 10, de 16 de dezembro de 2004.

BRASIL. Ministério da Educação. Lei de Diretrizes e Bases da Educação Nacional. Lei n. 9.394/96. Disponível em: http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/Leis/L9394.htm. Acesso em novembro de 2019.

CUNHA, Luiz Antônio. A universidade temporã: o ensino superior, da colônia à era Vargas. 3ª. ed. São Paulo: Editora UNESP, 2007.

DELEUZE, G. Post-scriptum sobre as sociedades de controles, L’autre Journal. n. 1, maio1990. [Trad. Bras. em Conversações, 1972-1990. Rio de Janeiro: Ed. 34, 1992]. Disponível em http://www.portalgens.com.br/filosofia/textos/sociedades_de_controle_deleuze.pdf. Acesso em novembro de 2016.]

FAIRCLOUGH, Norman. Discurso e mudança social. Trad. Bras. Brasília: Editora da Universidade de Brasília. 2001.

GADET, Françoise; PÊCHEUX, Michel. A língua inatingível. O discurso na história da língua. Trad. Bras. 2ª ed. Campinas: Ed. RG, 2010.

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ORLANDI, Eni. Palestra proferida na Univás, no dia 25 de agosto de 2016

ORLANDI, Eni. Análise de Discurso: princípios e procedimentos. 12ª. ed. Campinas: Pontes, 2015.

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ORLANDI, Eni.. Formação ou capacitação? Duas formas de ligar sociedade e conhecimento. Em: FERREIRA, E.L.; ORLANDI, E.P. (Orgs.). Discursos sobre a inclusão. Niterói: Intertexto, 2014.

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ROCHA, Camila. Passando o bastão: a nova geração de liberais brasileiros.  Nuevo Mundo Mundos Nuevos [En ligne], Colloques, mis en ligne le 02 octobre 2017, consulté le 26 avril 2020. Disponível: https://journals.openedition.org/nuevomundo/71327; DOI: https://doi.org/10.4000/nuevomundo.71327

SAMPAIO, Helena. Evolução do ensino superior brasileiro, 1808-1990. Documento de trabalho 8/91, Núcleo de Pesquisa sobre Ensino Superior Brasileiro da Universidade de São Paulo, 1991. Disponível em http://nupps.usp.br/downloads/docs/dt9108.pdf; acesso em out/2016.

APPENDICE – RIFERIMENTI ALLE NOTE

6. Consiglio brasiliano dell’istruzione.

7. Il Bilancio Sociale Ambientale 2004 Natura (Azienda di Cosmetici) è quello che solitamente viene chiamato Bilancio Sociale Ambientale: ha il carattere informativo di presentare al pubblico il dettaglio delle attività aziendali e dei risultati economico-finanziari, essendo redatto secondo concetti di trasparenza , portata e integrità, e nel rispetto degli organismi nazionali e internazionali. Il Rapporto Annuale 2004 di Natura è disponibile all’indirizzo www.natu.infoinvest.com.br/ptb/1762/Port_Rel_Anual_2004.pdf; Accesso a dicembre 2016.

8. Il Bilancio Consolidato del Banco Itaú (anno 2015) è disponibile all’indirizzo https;//www.itau.com.br/_arquivosestaticos/RI/…/IFRS31122015_eng.pdf; Accesso a dicembre 2016.

9. I rendiconti finanziari 2012 del Grupo Empresarial JBS sono disponibili all’indirizzo: www.jbss.infoinvest.com.br/enu/…/DF%20311212_português_complete_final.pdf. Accesso a dicembre 2016.

10. Nel giugno 2017, i soci di maggioranza del gruppo imprenditoriale JBS hanno stipulato un patteggiamento sull’acquisto di privilegi commerciali da politici ed enti pubblici. Sono stati presentati audio/video registrati con le autorità, che indicavano dialoghi sul pagamento di tangenti, sul trasporto di una valigia di denaro, ecc.

[1] Dottorato in Scienze del Linguaggio (UNIVÁS). Master in Ingegneria della Produzione (UFSC). Laureato in Scienze Contabili (UNIR).

[2] Dottorato in Sviluppo Regionale.

[3] Dottorato di ricerca in Economia aziendale presso UFRS.

[4] Dottorato di ricerca in Economia Aziendale presso UNIGRANRIO.

[5] Master in Amministrazione.

Inviato: Maggio 2020.

Approvato: Giugno 2020.

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Iluska Lobo Braga

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