REVISTACIENTIFICAMULTIDISCIPLINARNUCLEODOCONHECIMENTO

Revista Científica Multidisciplinar

Pesquisar nos:
Filter by Categorias
Agronomia
Ambiente
Amministrazione
Amministrazione Navale
Architettura
Arte
Biologia
Chimica
Comunicazione
Contabilità
cucina
Di marketing
Educazione fisica
Etica
Filosofia
Fisica
Formazione
Geografia
Informatica
Ingegneria Agraria
Ingegneria ambientale
Ingegneria chimica
Ingegneria Civile
Ingegneria di produzione
Ingegneria di produzione
ingegneria elettrica
Ingegneria informatica
Ingegneria meccanica
Legge
Letteratura
Matematica
Meteo
Nutrizione
Odontoiatria
Pedagogia
Psicologia
Salute
Scienza della religione
Scienze aeronautiche
Scienze sociali
Sem categoria
Sociologia
Storia
Tecnologia
Teologia
Testi
Turismo
Veterinario
Zootecnici
Pesquisar por:
Selecionar todos
Autores
Palavras-Chave
Comentários
Anexos / Arquivos

La guerra di Porecatu: piedi rosso sangue alla ricerca di un Eldorado

RC: 113729
52
Rate this post
DOI: ESTE ARTIGO AINDA NÃO POSSUI DOI
SOLICITAR AGORA!

CONTEÚDO

ARTICOLO ORIGINALE

ZAMBOLIN, Rosimeire Aparecida Asunção [1], PRIORI, Angelo [2]

ZAMBOLIN, Rosimeire Aparecida Asunção. PRIORI, Angelo. La guerra di Porecatu: piedi rosso sangue alla ricerca di un Eldorado. Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento. Anno 05, ed. 10, vol. 03, pag. 96-115. Ottobre 2020. ISSN: 2448-0959, Link di accesso: https://www.nucleodoconhecimento.com.br/storia/guerra-di-porecatu ‎

ASTRATTO

Questo studio di revisione bibliografica mirava a presentare la guerra di Porecatu, avvenuta tra la metà degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, e che è considerata di grande importanza per la storia del Paraná e del Brasile, data la sua ampiezza concettuale per passare avvicinandosi al concetto di Storia e rivelazione dalla Storia nazionale in quanto affronta il problema della lotta per la terra, coinvolgendo in questo caso alcuni gruppi in particolare: abusivi, accaparratori di terre e contadini. L’opera può essere vista anche come una strategia pedagogica, cioè un modo di avvicinarsi alla costruzione del sapere storico, e poiché si tratta di una ricognizione teorica di natura qualitativa, si è appropriata dei risultati di studi di autori noti come lo storico Angelo Priori (2000; 2009; 2011; 2012); giornalisti e scrittori Oikawa (2011) e Diego Antonelli (2016); dello scrittore Osvaldo Heller da Silva (2006) e gli scritti della polizia militare del Paraná, basati sugli appunti del capitano Rosa Filho (2003). Il risultato mostra la possibilità di questo materiale come contenuto della Storia Locale e Regionale, e l’importanza di essere rivelato agli interessati al tema, poiché la Guerra di Porecatu fu un movimento di resistenza in cui i lavoratori furono sfruttati ed espulsi, al servizio del capitale, della politica del tempo e i potenti proprietari terrieri.

Parole chiave: Guerra di Porecatu, Storia regionale, Paraná, Partito Comunista, Movimenti Sociali.

1. INTRODUZIONE

Questo articolo, basato su una rassegna della letteratura, aveva come obiettivo principale quello di presentare le ragioni ei risultati della Rivolta Contadina di Porecatu.

La Storia del Paraná racconta che, a metà degli anni Quaranta, alla ricerca di un nuovo Eldorado, molti uomini e donne si recarono nella Vale do Paranapanema, nel nord dello stato, attratti dall’offerta che l’interveniente Manoel Ribas fece a quei che voleva colonizzare le terre sfitte di quella regione e prenderne possesso.

Tuttavia, di fronte all’avidità degli accaparratori di terre, questi contadini ricorsero a una guerriglia, già nel 1942, organizzandosi in Leghe[3] per lottare per il possesso definitivo di queste terre (ANTONELLI, 2016). E fu in questo periodo che questi squatter, sostenuti dal Partito Comunista Brasiliano-PCB, presero le armi, in un movimento di resistenza, calpestando il sangue, per difendere ciò che era stato loro proposto, cioè l’idea che se le loro famiglie colonizzati e svolto il loro lavoro in quella località, sarebbero stati concessi titoli di proprietà terriera. Ma non è così che è successo tutto. Lì si scatenò il triste evento noto come Guerra o Guerriglia de Porecatu, un movimento di ribelli che ebbe luogo tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, in cui gli accaparratori di terre presero posizione contro gli abusivi e divennero i personaggi principali di questo conflitto terrestre. in Paraná, nel XX secolo (PRIORI, 2011).

Questa lotta per la terra è un tema di attualità in tutto il territorio brasiliano, e ciò che può sembrare accadere lontano dalla regione in cui vive il lettore, in realtà è stato anche un evento di storia locale. Pertanto, è importante lavorare sul tema dell’identità dei soggetti storici e garantire l’appropriazione della conoscenza, sulla base dei risultati delle ricerche e delle relazioni selezionate, valorizzando il patrimonio storico della località.

Questo lavoro di ricerca, basato su un’indagine bibliografica catalogata su siti Web affidabili, opere a stampa e periodici, mirava a raccontare ciò che la Storia regionale ha già raccolto su questo periodo nella Storia del Paraná, portando alla luce riferimenti come le opere del professor Dr. Priori (2000; 2009; 2011; 2012); giornalisti e scrittori Oikawa (2011) e Diego Antonelli (2016); dello scrittore Osvaldo Heller da Silva (2006) e gli scritti del capitano Rosa Filho (2003) che riportano il punto di vista della polizia militare del Paraná sull’evento.

L’ampiezza concettuale di questa ricognizione teorica è passata attraverso l’approccio del concetto di Storia Regionale che, secondo Cerri (apud ALEGRO et al., 2013), è quella considerata responsabile dello studio della circoscrizione di ciascuna città, in questo caso , il comune di Porecatu e la loro formazione; inoltre, si interessò all’analisi delle problematiche agrarie brasiliane per affrontare quel momento specifico. Ha anche pensato alla portata della storia locale che si riferisce alle piccole località, che non sempre è scritta dagli storici, e che risentono dell’abbandono dei contenuti scolastici (SCHMIDT; CAINELLI, 2004).

Nel suo primo momento, la ricerca presenta il Nuovo Eldorado[4], la sua collocazione geografica e cronologica, portando alla luce dati che devono essere ricordati dalla Storia e che sono radicati nella memoria collettiva, sebbene in gran parte dimenticati dai libri di scuola.

Successivamente, riporta quelli che i riferimenti succitati consideravano i punti più importanti di questo confronto, evidenziando la partecipazione del Partito Comunista Brasiliano, a cui era affiancato uno dei protagonisti di questa guerra: gli squatter. Si arriva quindi alla conclusione che, nonostante vi fosse un’ingiustizia enorme nei confronti di coloro che sognavano l’Eldorado, i proprietari terrieri si appropriarono dell’appoggio politico dello Stato, e di loschi strumenti, come documenti falsi e sostegno di alcuni membri della magistratura, e perpetuarono i loro nomi, come quelli che avrebbero fatto leva sul progresso per la regione della guerriglia e per la città di Porecatu. E si conclude che il Partito Comunista Brasiliano ha fatto di quel momento bellicoso un laboratorio di lotta armata sul campo, ma in seguito, per tutto questo periodo fino ai giorni nostri, si è dimenticato di contare la sequenza di errori valutati nell’esperienza del Paraná[ 5].

Questo conflitto, avvenuto negli anni ’40 e ’50, ha avuto ripercussioni nazionali, tuttavia il tema non è ricorrente nelle classi di Storia, in un vuoto di memoria, considerato da Osvaldo Heller da Silva (2006) come una “amnesia storiografica” e, merita quindi di essere ricordato per tempo per considerare episodi che hanno determinato la formazione sociale e culturale di uno degli stati più promettenti della federazione, che, nella sua colonizzazione agraria, ha subito diverse esperienze, come il conflitto di classe ( squatter e proprietari terrieri). ) che portarono alla Rivolta, Guerra o Guerriglia di Porecatu.

Per affrontare in modo organizzato il risultato di questa ricerca, la scrittura è stata impostata in tre momenti distinti, definiti per argomenti, per guidare al meglio il lettore al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Il primo argomento era riservato alla spiegazione della politica di quel momento, nota come Homestead Act [6] e al chiarimento di dove si trovava l’Eldorado do Paraná. Poi il Conflitto e l’Azione del Partito Comunista Brasiliano a sostegno degli occupanti abusivi e, poi, si è parlato di quanto si apprende dai ricordi della Rivolta di Porecatu.

2. LA POLITICA HOMESTEAD ACT PER ELDORADO DO PARANÁ

Nel 1940 si diffuse la notizia che c’erano 120.000 ettari di terreno libero nel nord dello Stato del Paraná (FELISMINO, 1985). Centinaia di famiglie furono attratte da questa promessa, e partiron1o per quella località, con l’intenzione di popolare la produzione.

Queste terre vuote e disabitate erano l’Eldorado in attesa di essere coltivato, colonizzato e seminato dalle famiglie che lasciarono Minas Gerais, San Paolo, la regione nord-orientale e altre parti dello Stato del Paraná, con la certezza che lì avrebbero cresciuto i loro figli e sarebbero stati in grado di mantenere il proprio possesso legale (ANTONELLI, 2006).

Figura 1- Ubicazione dei terreni sfitti- Mappa attuale

Fonte: Arruda (2012)

“Era un’area coperta dalla Foresta Atlantica”, dice Nossa (2010, p. 14). Eldorado era situato nella regione tra i fiumi Paranapanema e Centenário, nel nord dello stato del Paraná, al confine con San Paolo, nella regione delle città di Porecatu, Centenário do Sul, Jaguapitã e Guaraci, località indicata dal società di esplorazione e colonizzazione dell’interveniente Manoel Ribas (FELISMINO, 1985).

Sempre sulla collocazione di questo Eldorado, lo storico Angelo Priori (2009, p.2) chiarisce:

A região denominada como Porecatu está encravada no extremo norte do Estado do Paraná, situada no Vale do Paranapanema. A colonização dessa região começou no final dos anos de 1930, no contexto da nova política de terras implementada pelo Governo Vargas e conhecida como Marcha para o Oeste.

L’attrattiva di questa campagna di governo era il raggiungimento di condizioni di vita migliori, perché, dal possesso di una porzione di queste terre, stabilendosi in quel luogo, le famiglie avrebbero avuto la possibilità di organizzare la proprietà terriera, strutturando come determinato, ovvero, ” attraverso la coltivazione del caffè, le colture alimentari e l’allevamento dei maiali” (PRIORI, 2003, p.1).

Vale la pena ricordare che lo Stato del Paraná aveva il dominio delle terre vacanti e il riconoscimento della legittimità dei possedimenti concessi da sesmarias o altre concessioni, e che “in Paraná, l’interveniente Manoel Ribas, ispirato dall’Homestead Act, da Abraham Lincoln”, ha invitato coloro che sono interessati ad occupare fino a 200 ettari di foresta “per un prezzo minimo di 18 mil-réis per ettaro”[7], afferma Oikawa (2011, p.15).

Secondo Oikawa (2011, p.27-28):

Porecatu encontra-se […] localizada a 22º45’ 21’’S 51ºss’44’’º às margens do rio Paranapanema. Tem uma área de 291,665Km e faz divisa ao norte com os municípios de Taciba e Narandiba no Estado de São Paulo, ao sul com os municípios de Florestópolis, a leste com Alvorada do Sul e a oeste com Centenário do Sul […] A região denominada como Porecatu, desde os primórdios do Brasil Colônia, é formada atualmente pelos municípios de Porecatu, Alvorada do Sul, Florestópolis, Mirasselva, Centenário do Sul, Lupionópolis, Cafeara, Guaraci e Jaguapitã.

Ancora oggi si sa che questa regione è costituita da un terreno fertile di terra roxa, ma che non riposa più all’ombra di verdi boschi, ma è calpestato dai lavoratori rurali, soprattutto della canna da zucchero e della soia, colture che hanno preso il posto di caffè.

Priori (2011, p. 19) chiarisce che: “Il Paraná nel XIX secolo era una provincia abitata quasi esclusivamente lungo la costa e nella regione di Campos Gerais”. Era la legge fondiaria del 1850 che consentiva l’accesso ai terreni liberi, per occupazione, e l’accesso agli immobili basato esclusivamente sull’acquisto. Ciò non ha impedito al governo del Paraná di alienare le proprie terre nell’estensione dei propri domini a coloro che “si proponevano, attraverso il lavoro, di renderle utili oppure di fare qualche servizio a beneficio della comunità” (PRIORI, 2011, p. 22). ).

In questa occasione «lo Stato, senza molte risorse finanziarie, cedette grandi quantità di terra a società private […]» e in questo processo di concessione di terre pubbliche si formulò la politica di colonizzazione, con l’obiettivo di fondare nuclei coloniali, «destinati a agli immigrati stranieri” (PRIORI, 2011, p.23).

La holding Paraná Plantation Limited ha creato la Companhia de Terras Norte do Paraná, che ha organizzato e rivenduto 515.000 staia di terra, in un ambizioso processo di colonizzazione del centro-sud del paese, con pubblicità che si estendevano all’Europa e al Giappone. Ma, nel 1938, l’Interventore del Paraná, Manuel Ribas, ha indicato un’estensione del processo fraudolento di queste concessioni a tali società private (PRIORI, 2011).

C’erano infatti le concessioni ai colonizzatori e poi sono state revocate perché il governo del Paraná si è reso conto che non tutte le società colonizzatrici stavano agendo nel processo immobiliare, il che ha causato la revoca di molte.

Tutti questi passaggi sono finiti per essere gli sviluppi della Legge fondiaria, Legge 601/1850[8], in cui il processo di concessione di terreni pubblici a una società privata ha generato speculazioni e transazioni errate, portando a scontri e violenze in queste aree (PRIORI, 2011) .

La proposta politica della Marcia per l’Occidente, del governo federale, mirava a un riorientamento agrario, mirando all’intensificazione della produzione sotto l’intervento dello Stato, e il Paraná non ha esitato a elaborare una legislazione per questo processo agrario, dopo la 1930 (PRIORI, 2000).

Agli inizi degli anni Quaranta, dal Decreto in poi, chiunque poteva richiedere un appezzamento di terreno di 200 ettari, e poi doveva “rispettare una sola regola: abbattere la foresta, piantare, produrre e vivere in possesso per sei anni” (OIKAWA , 2011, p.51). Al termine di tale periodo si potrà richiedere il titolo definitivo dell’immobile.

Priori (apud OIKAWA, 2011, p.51) informa che per avere diritti definitivi sul lotto, l’acquirente deve presentare, entro due anni, documenti che dimostrino l’esistenza di abitazioni abituali e di cultura effettiva, oltre a rendere integrale pagamento della tua terra.

Ma tutto questo era valido, in fondo erano alla ricerca della “terra promessa” (enfasi mia). Tuttavia, per quel l’Eldorado, brillavano anche gli occhi degli avidi. E la politica mal concepita dello Stato permetteva di sovrapporre il diritto di proprietà a due gruppi: gli abusivi che erano attratti dal desiderio di diventare legittimi proprietari di questo pezzo di terra e quelli che rinnovavano i titoli della ex concessione e dei suoi acquirenti. (spesso grandi coltivatori, già formati alla meccanizzazione agricola e alla coltivazione delle migliori tipologie di caffè su larga scala) (OIKAWA, 2011).

Tra questi grandi proprietari terrieri, che acquistarono terreni occupati da abusivi, Oikawa (2011) evidenzia quelli della famiglia Lunardelli, che acquistarono grandi lotti, sulla base di contratti che garantivano che le terre fossero inoccupate, ignorando la demarcazione operata da famiglie o gruppi familiari del squatter.

Ma non solo la famiglia Lunardelli, ma anche altre famiglie se ne impossessarono con questo losco modo, come riporta Antonelli (2016, p.76): “Almeno 10 grandi accaparratori di terre hanno falsificato documenti e attestato che i lotti avevano già dei proprietari”.

Questo fu, quindi, lo scenario propizio per lo svolgersi di una trama storica, di sangue e sudore, avvenuta nella Valle del Paranapanema, che costrinse gli squatter e le loro famiglie a calpestare il sangue per mantenere il sogno che lì aveva fatto li ha portati.

Va notato, tuttavia, che il conflitto si è svolto solo come forma di difesa, poiché gli abusivi e le loro famiglie stavano subendo violenti rimproveri da parte di polizia e uomini armati, per volere di accaparratori di terre e grandi proprietari terrieri, oltre a soffrire di i tribunali delle decisioni che li hanno costretti ad abbandonare i loro possedimenti terrieri (PRIORI, 2011).

In questo modo, privati ​​dei loro diritti e della loro speranza di possedere quel possesso, sentendosi espulsi dalla terra, cercarono di organizzarsi e reagire, formulando, sulla base della Lega Contadina, argomenti difensivi che consentissero loro di preservare la conquista dell’Eldorado. . Dopotutto, questa era la politica annunciata per la prima volta da Manoel Ribas e gli squatter volevano la terra e non il potere, come apprezzavano gli squatter/agricoltori e i politici dell’epoca.

2.1 IL CONFLITTO E L’ESECUZIONE DEL PARTITO COMUNISTA BRASILIANO

Di fronte all’annuncio dell’esistenza di terre sfitte di prima qualità nella regione di Porecatu, molti piccoli agricoltori hanno creduto nella loro esistenza e sono venuti sul posto. Ma non erano pochi gli speculatori, i grandi proprietari terrieri che, sapendo dell’esistenza di queste terre vuote, vi avanzavano in modo disordinato, e fu così che queste zone si trasformarono nel caos (SILVA, 1996).

Nel sito della Fondazione Dinarco Reis (2016) si legge che:

Em 1934, o interventor Manuel Ribas (1932-1945) anulou a concessão e loteou as terras, a preço barato, para quem quisesse trabalhar. Como tantos outros antes dele, José Bilar (“Espanhol”) chegou à região em 1940. Cito outros: Francisco Lourenço Figueiredo (“Chico Quiabo”), Herculano Alves de Barros e Lázaro Bueno de Carvalho (“Lazão”). A maioria comprou sua terra, outros eram “grileiros”, mas de boa-fé.

L’interventista Manoel Ribas aveva incoraggiato il disboscamento e la coltivazione della terra su larga scala in vista del progresso del Paraná settentrionale, e gli squatter vi si sono diretti fiduciosi di un incoraggiamento ufficiale, in buona fede, ritenendo che l’intera area sia ancora non era stata data definitivamente a nessuno (ROSA FILHO, 2001/2004).

Vi fu, allora, una folle corsa all’acquisto di queste terre sfitte, che furono concesse sulla base di una semplice domanda e del pagamento di canoni insignificanti. I termini per gli avvisi pubblici sono stati ridotti e il prezzo per ettaro è stato fissato secondo convenienza.

Lo rivela anche Rosa Filho (2001/2004, p.17).

[…] os prazos para editais foram reduzidos de 30 para 10 dias; os prazos para as vistas, de 10 dias foram para 48 horas; os prazos para pagamento, de 4 meses para 30 dias; o preço do hectare fixado ao sabor das conveniências; as ordens de urgência na localização e ocupação, dadas sem nenhuma atenção de medição e demarcação; chefes de serviço de demarcação no interior eram chamados à Capital para acertar com os próprios interessados a delimitação de suas áreas.

Quando la fine dell’amministrazione Lupion giunse al termine, la trattativa era in atto, tanto che il Dipartimento del Territorio lavorò fino a tarda notte nelle camere d’albergo di Curitiba, e fuori di esse, venditori di richieste fondiarie già spedite, con o senza luogo, o con o senza pagamento, e altre volte a nome del defunto, “per 30, 40 o 50 mila cruzeiros”, ricorda Rosa Filho (2001/2004, p.17).

Si può anche dedurre che, all’inizio, con la concessione di terreni, molte società private acquistarono vaste aree, quando ebbe luogo l’iniziativa di colonizzazione diretta. Lo Stato trasferì loro gli oneri e la responsabilità della colonizzazione, ma da ciò si formarono immensi latifondi improduttivi, che fecero sì che lo Stato stesso incoraggiasse nuovamente la colonizzazione per l’occupazione e lo sviluppo. Ha generato tutto questo dramma.

Accadde però che con il rialzo dei prezzi del caffè, con la sostituzione dell’intervento del governo di Moisés Lupion, queste terre del nord dello Stato diventassero bersaglio di loschi affari e ci fu una vera corsa alla ricerca di titoli definitivi .di quelle terre rosse così fertili, che finirono per essere concesse ai “soci del governatore con una semplice richiesta di pagamento di piccoli compensi” (ROSA FILHO, 2003, p. 17).

La Fondazione Dinarco Reis (FDR, 2016, p.2) ricorda che:

Manuel Ribas comprometera-se com os camponeses. Entretanto, o quadro mudou com a posse de Lupion (12/03/1947), ex-procurador de Jeremias Lunardelli, o ‘Rei do Café’. Lupion assinou um decreto à feição da grilagem de Lunardelli e pôs à sua disposição a Força Pública para obrigar os camponeses a ‘abandonarem’ as terras cuja propriedade, depois, iria requerer.

Antonelli (2016, p. 77) conferma queste informazioni affermando che: “I gruppi che erano all’ombra di Lupion si sono spinti fino a falsificare le mappe per avere il lotto degli squatter”.

Tutto ciò ha finito per sfociare in un conflitto, in quanto sono stati negati i diritti degli squatter, i cui nomi venivano, letteralmente, scalfiti dai piani e dai fogli dei processi, con l’emissione di duplicati titoli definitivi, dove il Governo ha rivenduto ciò che aveva già ceduto ad altro (ROSA FILHO, 2001/2004).

C’era molta confusione, quindi, Rosa Filho (2001/2004) afferma che c’era stata anche la raccolta delle foglie dalle lavorazioni, essendo giunta al culmine della vendita di una superficie di oltre 130 mila staia di terreno che ha fatto non esistono nel territorio del Paraná.

In considerazione di ciò, gli squatter avevano bisogno di legalizzare il possesso delle loro terre, abbandonare l’isolamento e difendere i propri interessi, avevano abbattuto le foreste, occupato la terra, apportato migliorie, preparato il terreno e piantato, valorizzando la terra con tale occupazione e poi i contadini cercarono mezzi legali per espellerli da lì, conservando i benefici. Da questa caotica occupazione è quindi iniziato il conflitto per il possesso di queste terre, che ha permesso “di innescare il processo di insediamento del Partito Comunista Brasiliano, nelle campagne, e di modellare le prime forme di rappresentazione collettiva dei contadini, quelle delle leghe contadine” (SILVA, 2006, p.19).

Oikawa (2011, p. 95) ricorda che:

O termo camponês começa a ser usado em Porecatu pela primeira vez no Brasil para designar o trabalhador do campo, proprietário ou não, que desenvolva a agricultura familiar. É a transposição da linguagem da Internacional Comunista, baseada nas experiências soviética, europeia e da América espanhola […]. Em Porecatu a nova palavra – camponês, causa surpresa e estranheza aos proprietários rurais e também a imprensa.

Questi contadini avevano bisogno di aiuto per fronteggiare i jagunços degli allevatori, i falsi notai proprietari, i giudici corrotti e la polizia militare, e fu per questo che cercarono l’aiuto del Partito Comunista Brasiliano e, nel 1948, decisero di armarsi combattere (FDR, 2016).

Gli squatter non avevano nessuno a cui rivolgersi, dato che a metterli in questa situazione è stato il governo statale, avendo diffuso una notizia che poi è diventata una fallacia.

Priori (2011, p 63) ricorda che Eric Hobsbawn (1998) indica tre tipi di occupazione della terra:

1) quando a terra pertence aos camponeses mas foi alienada, legalmente ou não, por alguém, de um modo que os camponeses não reconheçam esse caso como válido; 2) quando a terra é reivindicada simultaneamente por camponeses ou grandes proprietários, sendo que geralmente a terra é pública e de domínio do Estado; 3) quando a terra pertence a alguém, comprovadamente ou legalmente, mas ela é expropriada por outrem.

Con questa osservazione, si verifica che i primi due casi sono appropriati per il conflitto di Porecatu, considerando i personaggi principali della trama: squatter, land grabber e jagunços. Ma è nel secondo tipo che si inserisce la Rivolta, poiché la terra è reclamata, allo stesso tempo, dai contadini e dai presunti proprietari.

Nilson Monteiro Menezes (2015, p. 148) avalla la storia già citata, riassumendola come segue: “L’occupazione di terreni vacanti, iniziata con l’arrivo di 300 squatter nel 1940 e terminata con circa 3.000 in contenzioso nel 1951, si è conclusa registrando il reinsediamento di 380 famiglie nella regione”.

Esistono però versioni più dettagliate che accusano, in particolare il Governo dello Stato, di essere stato omesso ai primi momenti di resistenza da parte degli squatter, quando la lotta avanzava, poco dopo il possesso di Moisés Lupion (1946-1950), che distribuì documenti dalle terre ai grandi latifondisti, provocando rivolta e resistenza ai mandati di espropriazione, perché, in fondo, gli squatter erano già lì entro il termine prescritto per ottenere i titoli definitivi su quelle terre.

Pires et al (2010, p. 1), riguardo al momento in cui è iniziata la rivolta, affermano che:

Em 1946, Moisés Lupion assumiu o Governo do Paraná e iniciou novo processo de loteamento, dividindo a região em glebas extensas, que foram vendidas para grandes fazendeiros. As terras vendidas, contudo, eram aquelas ocupadas pelos posseiros, que Lupion considerou devolutas. É a partir deste momento que a insatisfação de ambos os lados, os posseiros e latifundiários, se agrava, iniciando o conflito.

Di fronte alle pressioni esercitate da contadini, accaparratori di terre e dalla stessa polizia, nel senso che gli abusivi lasciavano le terre che avevano arato e ritenevano fossero loro, il Partito Comunista Brasiliano ha collaborato con l’organizzazione della resistenza. Dopotutto, il conflitto esisteva già lì, ma gli squatter erano in svantaggio e stavano ricevendo minacce contro le loro vite.

Prima di prendere le armi, gli squatter hanno moderato, presentato ricorsi legali e richiesto l’intervento del governo, ma mentre il governo taceva, i grandi proprietari terrieri hanno fatto affidamento sull’azione di jagunços e delle forze di polizia per invadere diverse proprietà.

È anche vero che il governatore Bento Munhoz da Rocha Neto, subentrato poco dopo a Moises Lupion, ha cercato di negoziare pacificamente con gli squatter, proponendo il loro reinsediamento attraverso un decreto. Questa proposta che il PCB definì demagogica, poiché riteneva che il governatore sarebbe stato obbligato a redigere un decreto del genere per soddisfare il pubblico, poiché un tale decreto era stato emesso specificamente per i comuni di Rolândia, Jaguapitã e Porecatu, dove c’era meno terra da espropriare (MENEZES, 2015).

Rosa Filho (2001/2004, p17) conferma scrivendo che:

[…] assumindo o governo, Bento Munhoz da Rocha Neto prometeu legalizar a situação. No entanto, entre aqueles que chegaram ao norte do Paraná em busca de terra e dinheiro, vieram os malfeitores […] membros do Partido Comunista Brasileiro, que quiseram aproveitar da situação de geral confusão e avançar em terreno alheio. Ali fincaram o pé e, desde então, se mantiveram fiéis ao programa do seu partido.

Anche gli squatter che si sono rifiutati di lasciare le loro terre hanno preso le armi e, per sostenerli, è entrato in scena il Partito Comunista Brasiliano, fornendo loro armi e addestramento militare (PIRES et al, 2010)

Fino ad allora, in atti di violenza, i ribelli usavano solo le armi che avevano, cioè i loro strumenti di lavoro, ma, accettando la direzione del PCB, quando questo partito propose la costituzione di bande armate di resistenza, gli squatter ribelli finirono per d’accordo, procedendo alla formazione di gruppi armati e all’addestramento di resistenza fisica, era l’anno 1948. Fu anche sotto la guida del PCB che si formarono le Leghe Contadine. Queste leghe hanno svolto un ruolo importante nella solidarietà con il movimento, poiché gli squatter hanno finito per ottenere il sostegno di commercianti e venditori ambulanti per trasmettere informazioni importanti e hanno attirato simpatizzanti in tutto il paese (BARROS, 1989).

Vale anche la pena considerare la nota di Oikawa (2011, p.166) che chiarisce: “[…] i conflitti non sono stati creati dal PCB, ma dagli eccessi e deviazioni delle successive politiche di colonizzazione adottate dai governi per la regione” .

Vale la pena considerare quanto riporta Osvaldo Heller da Silva (2006, p. 59):

Naquela época, o Partido Comunista tinha uma penetração limitada nos rincões do Paraná setentrional, como em todo o resto do país. Havia militantes isolados em Porecatu; alguns comitês locais nos municípios de Jaguapitã, Centenário, Porecatu, Arapongas, Rolândia, Cambé, Ibiporã, Cambará, Sertanópolis, Marrecas, Bandeirantes, Cornélio Procópio e Apucarana; um comitê Regional em Londrina e um outro de âmbito estadual, em Curitiba.

La concezione stessa del comunismo era molto particolare, e gli stessi abusivi, pur avendo accettato l’aiuto, arrivarono a negare la loro interazione con questo movimento, perché in quel momento esisteva già un’ideologia anticomunista nella popolazione. E sono stati i militanti di Jaguapitã ad avere i primi colloqui per rafforzare i legami con il Partito. È noto che nell’ottobre del 1948 i rappresentanti degli squatter di Porecatu si recarono a Rio de Janeiro per incontrare il leader nazionale del “partito” (il corsivo è mio) e lì prepararono un documento che doveva essere consegnato alle autorità federali. E, da lì, il Partidão ha deciso di agire efficacemente a sostegno degli squatter nel nord del Paraná, con l’obiettivo di assumere un ruolo guida nel movimento di resistenza, inviando costantemente emissari nella regione del conflitto (SILVA, 2016).

“Il conflitto fu terreno fertile per il malcontento sociale, dove i comunisti lanciarono la semina del comunismo rurale […] .18)

Priori (2009, p.5) sottolinea che “La decisione del Partito Comunista Brasiliano di assumere l’organizzazione della lotta armata nel Paraná settentrionale è stata formalmente attuata nel novembre 1948 […]”.

Così, alla fine degli anni Quaranta, il PCB fece circolare la proposta di Statuto che mirava ad ampliare il discorso sulla formazione delle Leghe Contadine dove invitava gli abusivi a lottare per questioni essenziali per la loro vita quali: crediti bancari, prezzi per produzione, salari migliori, ecc. (PRIORI, 2009).

Heller da Silva (2009 b, p.111) conclude che:

Porecatu seria mais um entre os conflitos pela posse fundiária não fosse a entrada em cena dos comunistas, […]. Esse conflito permitiu a aparição dos primeiros organismos de tipo sindical a enquadrar o campesinato: as Ligas Camponesas.

Ciò che l’autore indica è che, sulla scia di Porecatu, molti sindacati si sono diffusi nel nord dello stato e sono diventati la base di tutto il futuro apparato sindacale, non solo in Paraná, ma in tutto il Brasile. Questo, ovviamente, fu il risultato di quella rivolta.

La verità è che, quando gli squatter non hanno avuto le brutte promesse fatte dal Governo, il PCB ha trovato lì una grande opportunità per affermarsi come partito, che non ha impedito loro, nel corso della storia, di tacere sugli episodi accaduti a Porecatu, tacendo sulla partecipazione del Partito alla Rivolta, visto che gli effetti provocati sui suoi dirigenti dal disagio causato dalla denuncia di “un certo capitano Carlos”[9] (il corsivo è mio).

Non tutti gli squatter alleati del PCB sono stati visti con occhi buoni. La Delegacia de Ordem Política e Social-DOPS, attraverso i suoi delegati, ha instaurato un regime preventivo contro le manifestazioni e ha iniziato ad agire nella regione di Porecatu, diffondendo un progetto di paura per indebolire l’organizzazione degli squatter e dei loro alleati comunisti e , “Si può anche affermare che la strategia ha avuto successo, poiché in dieci mesi l’agenzia è riuscita a porre fine alla resistenza contadina” (PRIORI, 2011, p.173).

Il DOPS proponeva la diserzione come strategia per coloro che erano convinti ad abbandonare la lotta armata e diventare informatori del processo penale instaurato. Ed è stato in questa fase che molti abusivi furono arrestati e l’ultima e intensa azione di polizia durò due mesi e fu insediata il 21 giugno 1951, utilizzando un processo di spazzamento della regione conflagrata, effettuando ispezioni in diversi campi e arrivando alle banche del Paranapanema senza alcuna resistenza (PRIORI, 2011).

È così che, a metà luglio 1951, dopo questa vasta operazione, il governo statale ha attivato la Commissione fondiaria per insediare i contadini nelle colonie di Centenário, Iporã, Campo Mourão e Paranavaí, ricevendo lotti da 5 a 20 staia di terra. qualità, perché le terre di prim’ordine erano effettivamente in possesso dei contadini (PRIORI, 2011).

2.2 COSA SI IMPARA DAI RICORDI DELLA RIVOLTA DI PORECATU

C’è poca pubblicità sui conflitti agrari che hanno avuto luogo nel Paraná e la rivolta o guerra di Porecatu è uno di quei casi importanti che richiedono allo studioso di avvicinarsi a una lotta condotta da contadini poveri e sognanti che hanno fatto ricorso a una proposta statale di colonizzazione , ma che finì per essere inghiottito dall’espansione del capitalismo rurale.

Nella Rivolta contadina di Porecatu, gli abusivi furono espulsi e le loro terre furono impossessate da grandi proprietari terrieri, in un contesto storico poco noto, dove il motivo del conflitto non era il potere, ma la proprietà legale della terra.

Leocádio e Ivano (2010, p. 1180) ricordano che, nel caso della Rivolta di Porecatu:

Devemos levar em consideração o fato de que toda uma memória sobre a guerra foi silenciada propositalmente, jogada ao ostracismo do esquecimento justamente para que os erros e equívocos cometidos pelo PCB […] não viessem a tona para serem devidamente julgados. Tentou-se manipular, indiscriminadamente, a memória daqueles que viveram e sofreram as amarguras da traição. Por acreditarem nas falácias do “Partidão”, ganharam como presente o limbo do esquecimento; foram desprezados por um Partido que optou em se manter integro em detrimento à memória daqueles que dedicaram sua vida em prol de uma ideologia que se mostrou, quando testada, egoísta ao extremo.

Ma la memoria delle persone coinvolte non può essere messa a tacere in questo modo e dimenticata. Ci sono fonti che si occupano di tali verità e strumentalizzano la parte interessata a conoscere e indagare sui fatti.

Per Le Goff (1996, p. 477):

A memória, onde cresce a história, que por sua vez a alimenta, procura salvar o passado para servir o presente e o futuro. Devemos trabalhar de forma que a memória coletiva sirva para a libertação e não para a servidão dos homens.

È necessario dare ampio apprezzamento alla storia della rivolta di Porecatu, facendola collocare in un pannello di conflitti nel nord del Paraná, dove l’occupazione e la costruzione del territorio non furono pacifiche come sottolineano alcuni agenti della storia.

Trattare con termini come: terre vacanti, squatter e accaparratori di terre, tra gli altri, è già un passo verso la discussione della lotta per la terra nella rivolta di Porecatu.

Allegro et al (2008, p.5) raccontano, ad esempio, che la Compagnia terriera del Paraná settentrionale –CNTP[10], colonizzatore della regione, ha pubblicato un opuscolo intitolato Norte do Paraná, in cui presentava la regione come: “[…] un Eldorado, dove non ci sono miniere d’oro ma dove l’oro è fatto di tutto”. Tuttavia, non è stato il CTNP a colonizzare Porecatu, è stata una pubblicazione che ha affermato l’immagine di una Terra Promessa, con l’idea del progresso, ma chi ha scritto dei conflitti per la conquista di questa Canaan?

Gli autori parlano di diversi album che commemorano anniversari, pubblicizzano, elevano biografie, cantano della fertilità della terra, anche evidenziando che due giornalisti che erano con Bento Munhoz da Rocha avrebbero scritto che i conflitti avvenuti a Porecatu sarebbero stati risolti. È sempre un discorso di felicità a scapito della violenza di quel momento.

Allora come fare?

È necessario che la Storia parli dell’uso della violenza in questi e in tutti i conflitti agrari, sia come azione che come reazione; discutere la partecipazione politica in questo ambiente, come nel caso del PCB nella Rivolta contadina di Porecatu, soppesando le sue azioni, influenze e obiettivi. È importante che la Rivolta contadina di Porecatu si situa nella storia delle lotte per la terra, rendendo possibile percepire la complessità e la continuità dei conflitti per la terra in Brasile. Dopotutto, come sono le politiche di distribuzione della terra e la riforma agraria in Brasile?

La rivolta di Porecatu deve portare a questa valutazione della questione agraria, dell’occupazione del suolo brasiliano, della struttura del possesso fondiario e delle lotte e conquiste già ottenute in questo paese.

CONSIDERAZIONI FINALI

Le versioni sulla Rivolta di Porecatu o Guerrilla sono, per la maggior parte, difensori degli squatter e accusatori dello Stato. Tuttavia, è stato possibile verificarlo, sebbene i personaggi coinvolti abbiano opinioni diverse sull’esito di quel momento bellicoso. Per il PCB sarebbe stato più di un errore, ma un vero e proprio fallimento; una vittoria per gli squatter, anche se non è possibile essere assolutamente d’accordo, poiché la terra per cui hanno combattuto non è diventata un titolo di possesso, ma hanno accettato di accettare lotti legalizzati in altre località molto più lontane, come a Paranavaí, Iporã e Campo Mourão, ricorda Priori (2011). Per gli accaparratori/agricoltori e i delegati dello Stato, questi ultimi, sì, valevano ogni goccia di sangue versato dai jagunços per far rispettare i documenti che erano stati loro concessi e per incidere i loro nomi nella Storia di Porecatu come artefici del progresso e costruttori del futuro.

Per questo, tra le altre ragioni più specifiche per ogni persona che ha il materiale qui consultato, si richiede che la Storia Regionale affermi la memoria collettiva, affinché ognuno possa liberamente schierarsi in questa storia dove i piedi degli operai camminano nel sangue in cerca di un Nuovo Eldorado.

Questo tema è molto importante, perché la Rivolta di Porecatu è paragonata a Canudos, Contestado, ecc., ma questi altri hanno evidenziato libri di testo e bibliografie, cosa che deve essere fatta dalla Storia Locale con questo movimento di resistenza, dove servono la capitale e poi vengono espulsi e trasferito in altre posizioni come potente comando.

RIFERIMENTI

ANTONELLI, Diego. Terra Roxa de Sangue. Reclamando [on line]. Publicado em 07/12/2013. Disponível em:< http://reclamando.com.br/?system=news&action=read&id=42321&eid=142> Acesso em 03 set. 2017.

______.  Paraná: uma história. Curitiba:  Arte & Letra, 2016.

ARRUDA, Fausto. Porecatu e a Revolução Democrática. Rev. A Nova Democracia. Ano X, nº 89, maio de 2012. Disponível em:< http://anovademocracia.com.br/no-89/3974-porecatu-e-a-revolucao-democratica> Acesso em 12 maio de 2017.

BARROS, Vania Aparecida de. A Guerra de Porecatu. Projeto Folhas. Londrina, 1989. Disponível em:< http://www.gestaoescolar.diaadia.pr.gov.br/arquivos/File/producoes_pde/md_vania_aparecida_barros.pdf> Acesso em 12 set. 2016.

FELISMINO, Pedro Paulo. A guerra de Porecatu: a história do movimento armado pela posse da terra que sacudiu o Norte do Paraná nas décadas de 40 e 50. Folha de Londrina, 14-28 jul. 1985.

FERREIRA, Jorge. A Guerra de Porecatu. Revista O Cruzeiro. Ed. de 14 de julho de 1951. Hemeroteca da Biblioteca Digital do Brasil. XX – 112. . Disponível em:< http://memoria.bn.br/DocReader/docreader.aspx?bib=003581&pasta=ano%20195&pesq=GUERRA%20DE%20PORECATU> Acesso em 13 jun. 2017.

FDR. FUNDAÇÃO DINARCO REIS. Saldanha e Porecatu. Rio de Janeiro: PCB, 15/06/2016. Disponível em:< https://pcb.org.br/fdr/index.php?option=com_content&view=article&id=286:saldanha-e-porecatu&catid=6:memoria-pcb> Acesso em: 13 jan. 2017.

LEAL, José. Sangue na Terra Proibida. Rebelião no Paraná. Revista O Cruzeiro. Ed. 8, 9 de dezembro de 1950. Hemeroteca da Biblioteca Digital do Brasil. 58-96. . Disponível em:< http://memoria.bn.br/DocReader/docreader.aspx?bib=003581&pasta=ano%20195&pesq=porecatu> Acesso em: 2 jun. 2017.

LE GOFF, Jacques. Memória. In: História e Memória. Campinas, SP: Editora da UNICAMP, 1996, p. 423-477.

LEOCÁDIO, Leandro César. IVANO, Rogério. Guerra de Porecatu e a delação do Capitão Carlos: História e Historiografia de um personagem. Londrina: UEL, 2010. 1172-1185.

MENEZES, Nilson Monteiro. Ricardo Lunardelli: uma vida a serviço da terra. Curitiba: PR, 2015.

NOSSA, Leonêncio. Guerras desconhecidas do Brasil. Histórias de um país sem memória. Jornal O Estado de São Paulo. São Paulo, 19 de dezembro de 2010. Disponível em:< http://www.premiovladimirherzog.org.br/arquivo/254_2011_10_21_16_3_44.pdf> Acesso em 12 jan. 2017.

OIKAWA, Marcelo Eiji. Porecatu: a guerrilha que os comunistas esqueceram. São Paulo: Expressão Popular, 2011.

PEREIRA, Alceu. Reina Paz em Porecatu. Revista O Cruzeiro, de 25 de agosto de 1951. p. 66 – 72. Disponível em:< http://memoria.bn.br/DocReader/docreader.aspx?bib=003581&pasta=ano%20195&pesq=reina%20a%20paz%20em%20porecatu> Acesso em 11 jun 2017.

PIRES, João Ricardo Ferreira; BRAGAS, Pauliane de Carvalho; GERMANO, Ligia Beatriz de Paula. Revolta Camponesa de Porecatu. Portal do Professor. MEC: 22/11/2010. Disponível em:< http://portaldoprofessor.mec.gov.br/fichaTecnicaAula.html?aula=27034> Acesso em 12 nov. 2016

PRIORI, Ângelo Aparecido. A Revolta Camponesa de Porecatu: A luta pela
defesa da terra camponesa e a atuação do Partido Comunista Brasileiro (PCB) no campo (1942-1952). Dissertação de Mestrado, UNESP, Assis, 2000.

______. Os comunistas vão ao campo: A Revolta Camponesa de Porecatu e a ção do PCB (1948-1952). ANPUH. Anais do XXII Simpósio Nacional de História: História, acontecimento e narrativa. João Pessoa: ANPUH, 2003. Disponível em:< http://anais.anpuh.org/?p=13919> Acesso em 14 jan. 2017.

______. A Revolta Camponesa de Porecatu. ANPUH. Anais do XXV Simpósio Nacional de História: História e Ética. Fortaleza: ANPUH, 2009. Disponível em:< https://anais.anpuh.org/?p=16454> Acesso em 14 jan. 2017.

______. O levante dos posseiros: A revolta camponesa de Porecatu e a ação do Partido Comunista Brasileiro no campo. Maringá: EDUEM, 2011.

ROSA FILHO, João Alves da. Porecatu, Sudoeste e outros episódios. Vol.III. Curitiba: Associação da Vila Militar, 2003.

SCHMIDT, Maria Auxiliadora; CAINELLI, Marlene. Ensinar História. São Paulo:
Scipione, 2004.

SILVA, Joaquim Carvalho da. Terra Roxa de Sangue. Londrina: Ed. UEL, 1996.

SILVA, Osvaldo Heller da. A foice e a cruz. Comunistas e católicos na história do sindicalismo dos trabalhadores rurais do Paraná. Curitiba: Rosa de Bassi Gráfica e Editora. 2006.

______. A gênese do Sindicalismo Rural no paraná: Reflexões sobre as carreiras de dirigentes. IN: FERNANDES, Bernardo Mançano; MEDEIROS, Leonilde SErvolo de; PAULILO. Ignez (orgs). Lutas Camponesas contemporâneas: condições, dilemas e conquistas. São Paulo: Editora UNESP; Brasília. DF: Núcleo de Estudos Agrarios e Desenvolvimento Rural: 2009b.

APPENDICE – RIFERIMENTI ALLE NOTE

3. Osvaldo Heller da Silva spiega che: “Interpretando l’apprendista stregone, il PCB, fino ad allora confinato nello spazio urbano, riuscì a penetrare nell’entroterra del Paraná […] provò la costituzione di organizzazioni rurali con caratteristiche sindacali: le leghe contadine del Paraná” (2006, p.51).

4. Espressione usata da Osvaldo Heller da Silva (2006, p.54).

5. Leonêncio Nossa (2010), scrive per il Jornal Estado de São Paulo che: “i comunisti erano chiamati traditori dai capi di caboclo, per aver rivelato tattiche e figure del movimento armato in sessioni di tortura”.

6. Homestead Act – Rural Property Law ideato da Abraham Lincoln, nel 1862, il cui scopo era quello di attirare gli immigrati europei ad occupare il suolo americano e che definiva il possesso di 160 ettari di terreno a chi lo coltivava per cinque anni, cosa che finì per innescare la marcia verso occidente (ANTONELLI, 2013).

7. Per convertire questo importo nell’attuale standard monetario Real (R$), dividere l’importo per 2.750.000.000.000.000.000, che risulterà nell’equivalente di 0,00000000000000000000000036 reais. Fonte disponibile su: <http://www.moedasdobrasil.com.br/moedas/reformas.asp> Accesso il 16 giugno. 2017.

8. Legge 18 settembre 1850, n. 601. Provvede alle terre vacanti dell’Impero. Disponibile su: http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/Leis/L0601-1850.htm>

9. Il capitano Carlos era in realtà il soprannome di Celso Cabral de Mello. Ex caporale radiotelegrafista della marina, partecipante all’insurrezione militare del 1935. Con il suo fallimento fu imprigionato per sei mesi, ma riuscì a evadere nel 1936. Nel 1945 fu amnistiato insieme a Prestes e altri prigionieri politici dell’epoca, dopodiché si laureò dalla scuola PCB. Inviato dal partito come comandante militare della lotta armata a Porecatu, fu arrestato nel giugno 1951 e finì per denunciare i compagni e fornire alla polizia informazioni sull’ubicazione dei campi, sulle armi, sulle munizioni e sul numero degli uomini la resistenza. Il 25 agosto 1951 evase dal carcere pubblico (OIKAWA, 2011, p.343-345).

10. Companhia de Terras Norte do Paraná.

[1] Specialista in Educazione Inclusiva (UCB); Specialista in Scienze della Religione presso il Centro Universitário Campos de Andrade- UNIANDRADE, a Curitiba; Specialista in Storia delle Rivoluzioni e dei Movimenti Sociali, presso l’Università Statale di Maringá (UEM, 2017); Laureato in Pedagogia presso l’Università Castelo Branco (UCB) di Rio de Janeiro; laureato in Geografia, presso il Philadelphia University Center-UNIFIL-Londrina; Laureato in Storia presso l’Università Statale di Maringá (UEM) di Maringá.

[2] Consigliere. Dottorato in Storia e Società. Master in Storia e Società. Master in Storia e Società.

Inviato: Giugno 2020.

Approvato: Ottobre 2020.

Rate this post
Rosimeire Aparecida Asunção Zambolin

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

POXA QUE TRISTE!😥

Este Artigo ainda não possui registro DOI, sem ele não podemos calcular as Citações!

SOLICITAR REGISTRO
Pesquisar por categoria…
Este anúncio ajuda a manter a Educação gratuita