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Virtualizzazione dei server: un caso di studio per valutare l’adozione di pratiche di Green IT

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CONTEÚDO

ARTICOLO ORIGINALE

CHAVES, Patrícia Corrêa [1], FILHO, Plauto Werle [2]

CHAVES, Patrícia Corrêa. FILHO, Plauto Werle. Virtualizzazione dei server: un caso di studio per valutare l’adozione di pratiche di Green IT. Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento. anno 04, Ed. 07, Vol. 01, pp. 35-84. luglio 2019. ISSN: 2448-0959. Link di accesso: https://www.nucleodoconhecimento.com.br/scienza-di-musica/pratiche-di-green-it

RIEPILOGO

Il crescente utilizzo dell’IT in ambienti commerciali e residenziali genera la necessità di cercare nuove tecnologie. Ciò causa più spesso un uso improprio delle risorse disponibili, perché le nuove risorse vengono solitamente aggiunte al mezzo e non l’unificazione dei servizi in un’unica apparecchiatura. Green IT ha l’intenzione di esporre pratiche sostenibili per l’applicazione in questi ambienti, al fine di prevenire l’uso improprio delle risorse. La virtualizzazione appare con l’obiettivo di impedire all’asset di rimanere con il proprio hardware inattivo, unificando più di un servizio al suo interno, garantendo comunque la qualità e la disponibilità del servizio. Attraverso questo lavoro è stata condotta una ricerca qualitativa esplorativa, con l’obiettivo di sapere quali tecniche e metodi vengono adottati dalla comunità accademica in relazione all’uso della virtualizzazione di server e applicazioni attraverso pratiche adottate nell’IT verde. Come risultato della ricerca, è stato elaborato un piano di virtualizzazione con la ricerca dell’efficienza energetica dei servizi. Come proposta di lavoro futura, la possibilità di misurare questo elaborato piano attraverso altre metriche è la possibilità di misurare attraverso altre metriche.

Parole chiave: Virtualizzazione, Green IT, Sostenibilità.

1. INTRODUZIONE

L’uso delle risorse tecnologiche aumenta ogni giorno nella routine delle persone, secondo il 29 ° sondaggio annuale sull’uso it condotto nel 2018 dalla São Paulo School of Business Administration della Fondazione Getúlio Vargas (FGV EAESP), il Brasile ha 174 milioni di computer in uso, questo rappresenta cinque attrezzature ogni sei persone. Secondo una ricerca condotta da Petró (2013), è stato stimato che, se l’espansione tecnologica continuasse alla stessa velocità, il rapporto tra uomo e macchina, nel 2016, il numero sarebbe uno a uno, cioè un’attrezzatura per ogni persona.

Secondo Perosini (2017), il mondo vive nell’Era dell’Informazione. Giddens (2013) completa questa affermazione indicando che vive anche l’Age of World Globalization, che genera un aumento eccessivo del flusso di informazioni, che a sua volta richiede una maggiore capacità di elaborazione, spazio di archiviazione e velocità di accesso. Secondo una ricerca condotta da Neto (2010), una serie di informazioni è stata generata vicino alla misura zetabyte. Per l’anno 2020, l’autore Spaniol (2016) stima che sarà di 44 trilioni di gigabyte. Questi aspetti giustificano la necessità di cercare e utilizzare nuove apparecchiature informatiche con le configurazioni hardware/software necessarie per soddisfare le esigenze.

Secondo Dorow (2013), le organizzazioni sono responsabili di gran parte di questi dati generati, perché le aziende costruiscono una knowledge base per ogni organizzazione e lo scambio di questi, in tempo reale, può aumentare il profitto o generare perdite per la gestione in vigore, il che porta all’elevato investimento delle aziende nel segmento informatico.

Secondo l’autore Romam (2007), a seguito di tutte queste azioni, non si nasconde il gran numero di scarti di attrezzature e materiali obsoleti e obsoleti. Molti componenti che compongono questi dispositivi hanno sostanze tossiche che, se scartate nel modo sbagliato, danneggiano l’ambiente. Nel suo lavoro, Romam (2007), indica che se l’apparecchiatura viene riciclata correttamente, può formare sostanze come diossine e furani, entrambi cancerogeni. Per Ferreira (2008), la grande sfida per la società è l’acquisizione e lo smaltimento corretti/consapevoli delle apparecchiature INFORMATICHE.

Poi, in questo contesto, sono emersi alcuni concetti di Green IT, un termine derivato dall’inglese che si riferisce al tema della sostenibilità. Alla luce della revisione degli studi effettuati, secondo Lunardi (2013) e Rech (2014), si può affermare che si tratta di uno dei termini più recenti utilizzati nelle convenzioni e negli studi sulla protezione e sul futuro dell’ambiente.

Green IT sono tecniche implementate, basate su politiche ambientali, che portano le organizzazioni a ridurre i consumi inutili e l’impatto ambientale generato dallo smaltimento indebito e dall’uso improprio delle risorse tecnologiche, organizzato da un ISO, ISO 14001. La virtualizzazione dei server contribuisce all’IT verde per rafforzare i propri concetti, in cui l’attenzione è rivolta all’efficienza energetica fornita dai progetti di virtualizzazione.

Attraverso la revisione letteraria sul lavoro finalizzato all’implementazione di pratiche sostenibili, elenchiamo alcuni servizi che possono essere virtualizzati, tra cui l’hosting di siti Web, server webmail, servizio di backup, file server, server di archiviazione per l’archiviazione di file, server applicazioni, larghezza di banda della connessione Internet, servizio proxy, server DNS, server repository di aggiornamento Microsoft e Linux e servizio antivirus.

Di fronte alla presentazione, viene formulata la seguente domanda problematica che ha guidato questo studio: come possono le organizzazioni gestire risorse/attrezzature in modo sostenibile, all’interno di pratiche IT verdi, focalizzate sulla virtualizzazione dei sistemi?

Dopo una revisione letteraria, è stato possibile eseguire il caso di studio in un’organizzazione. Il presente studio mirava a valutare come la virtualizzazione dei server possa essere applicata come pratica IT verde. Per raggiungere questo obiettivo sono stati definiti i seguenti obiettivi: identificare le principali pratiche Green IT, sviluppare un piano di configurazione per configurare i servizi utilizzando la virtualizzazione dei sistemi e definire metriche per la valutazione del piano di processo di virtualizzazione incentrato sulle pratiche GREEN IT, che si concentra sull’efficienza energetica.

Infine, come risultato pratico, viene presentata una possibile soluzione di configurazione del server virtualizzata, in cui verrà eseguita la fase dopo passo di un modello di installazione per il server di backup.

L’articolo è organizzato come segue, nella sezione 2, presenta una rassegna sull’IT verde e la virtualizzazione, mostrando le principali tecniche e quali livelli vengono adottati. Nella sezione 3 vengono presentati la metodologia di ricerca e la pianificazione per l’applicazione del lavoro. A partire dalla sezione 4, l’esecuzione può essere seguita e nella sezione 5 le conclusioni sono presentate con la sintesi dei risultati raggiunti.

2. FONDAMENTO TEORICO

2.1 TI VERDE

Secondo Brayner (2013), le pratiche IT verdi assicurano che le persone applichino tecniche e regole per lo sviluppo sostenibile, coprendo i cambiamenti nella struttura IT, nelle sue politiche interne ed esterne.

Secondo Murugesan (2008), le pratiche soluzioni GREEN IT possono essere classificate in tre gruppi: Incrementazione IT tattica, strategica e profonda. Il seguente livello sarà affrontato individualmente.

2.1.1 INCREMENTO TATTICO VERDE TI

Questo gruppo comprende misure per ridurre l’uso di risorse elettriche non necessarie. Ciò include il monitoraggio automatico della potenza, disponibile nell’apparecchiatura stessa, la sostituzione delle lampadine a incandescenza e il miglioramento delle emissioni di calore nell’ambiente, sono semplici misure che non incarnano le spese per l’azienda quando vengono implementate, solo benefici. A questo livello non c’è alcun cambiamento nell’infrastruttura IT in azienda (Pinto & Saivone, 2011).

A questo livello, si può affermare che è il primo contatto delle persone con le pratiche IT verdi all’interno delle organizzazioni, sono pratiche dirette o indirette che non assicurano le spese per l’implementazione. Al contrario, aggiungono vantaggi alle aziende che utilizzano queste risorse.

Secondo Prado (2005), una semplice azione da adottare nell’organizzazione è la chiusura dei monitor quando non sono in uso, questo può rappresentare una riduzione del 25% del consumo energetico.

La tabella 1 mostra il risultato del lavoro svolto dal Prado (2005), applicato all’interno del Comune di Lorena, il suo laboratorio sperimentale. Il progetto mirava a configurare i monitor informatici per adattarli all’operazione, al fine di adattarsi alle routine amministrative della città, con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse elettriche.

Tabella 1 – Risultato del progetto/PR della città di Lorena

Settore amministrativo Qty

Monitor

Consumo giornaliero (KWh) Consumo mensile (KWh)
Prima Dopo Prima Dopo
Cpd 06 3,570 2,677 78,540 58,905
Tassazione 09 5,355 4,016 117,810 88,353
Pianificazione 04 2,38 1,785 52,360 39,270
Protocollo 01 0,595 0,466 13,090 9,817
Tesoro 05 2,975 2,231 65,450 49,087
Contabilità 06 3,570 2,677 78,540 58,905
Patrimonio 02 1,19 0,932 26,180 19,635
Shopping 05 2,975 2,231 65,450 49,087
Magazzino 04 2,38 1,785 52,360 39,270
Hr 05 2,975 2,231 65,450 49,087
Totale generale 47 27,965 20,973 615,230 451,422

Fonte: Prado (2005).

È degno di nota il fatto che, al termine dell’esecuzione del progetto, Prado (2005) ha presentato una riduzione di 154 kWh del consumo energetico, questo all’interno di un settore amministrativo.

2.1.2 VERDE STRATEGICO IT

Secondo Pinto e Saivone (2011), The Strategic Green IT comprende un cambiamento nell’infrastruttura IT dell’organizzazione. Per questo, è necessario condurre un sondaggio e un’analisi dettagliata delle risorse e dei servizi offerti in azienda. Poco dopo, c’è la possibilità di creare un piano strategico di ridistribuzione dei beni dell’organizzazione e di equalizzare i servizi forniti, puntando sempre a uno sviluppo e a un’implementazione sostenibili, cioè, in modo ecologicamente corretto, emettendo meno aggressività all’ambiente ed evitando sprechi di risorse.

Con il risultato dell’analisi dettagliata, potrebbe essere necessario acquistare nuove apparecchiature che consumano meno energia e con prestazioni migliori. E per questo, i fornitori di attrezzature utilizzano il marketing per stimolare l’interesse del marchio per i clienti.

A livello strategico, è stata osservata anche in letteratura l’adozione di metodi e tecniche di virtualizzazione dei sistemi, una tecnica che è al centro di questo progetto di ricerca. Secondo Siqueira (2008) questa tecnica consente di utilizzare tutte le risorse hardware disponibili nell’apparecchiatura, come vantaggio, è la riduzione dell’acquisizione di nuove apparecchiature.

La figura 1 presenta la modellazione della struttura richiesta di un server applicazioni virtualizzato, che dispone di un’unica apparecchiatura hardware e sistema operativo, per le varie operazioni richieste.

Figura 1 – Virtualizzazione delle applicazio

Fonte: Microsoft (2007).

Lunardi (2013) in uno dei suoi lavori di raccolta dati ha riferito che tre aziende (drug retail, fuel trade e container terminal) hanno adottato come pratica di Green IT, uso di eco source, sostituzione di monitor, uso di documenti digitalizzati, politica di autonomia energetica e tecnica di virtualizzazione dei sistemi.

Secondo uno studio condotto da MCAFEE e ICF INTERNACIONAL (2008), è necessario verificare i livelli di sicurezza digitale dell’azienda. Questo perché la ricerca riferisce che i 62 trilioni di spam inviati ogni anno consumano 33 miliardi di kilowatt/ora di elettricità, sufficienti per illuminare 2,4 milioni di case. Come risultato di questo consumo energetico, è stata rilasciata un’anidride carbonica equivalente a 3,1 milioni di auto che consumano 7,5 miliardi di litri di benzina.

A livello strategico Green IT, dopo una revisione bibliografica si può osservare che i responsabili IT dell’ORGANIZZAZIONE iniziano ad avere un po ‘ più di lavoro e possono anche essere osservati un maggiore interesse per la protezione dell’ambiente, e ridurre ulteriormente i costi operativi dell’organizzazione. In generale, l’attuazione della pianificazione effettuata comporta cambiamenti fisici nell’ambiente interno e cambiamento della base del servizio fornito.

2.1.3 TI VERDE PROFONDO (IT PROFONDO)

Secondo una ricerca condotta da Pinto e Saivone (2011), le serie di pratiche GREEN IT applicate e sviluppate in lavori e progetti, risparmio energetico, virtualizzazione dei sistemi, videoconferenza, risparmio cartaceo e destinazione dei rifiuti elettronici sono le più ricercate.

Quando si parla di Green FUND IT, dopo una rassegna della letteratura, si può osservare che il termine “fondo” viene utilizzato nell’intenzione di coprire tutti gli strati dell’IT dell’organizzazione (Pinto & Saivone, 2011). Quindi, in questo gruppo, l’approccio diventa più ampio e costoso, in quanto richiede un cambiamento in tutte le infrastrutture, i processi e le attrezzature.

A questo livello c’è l’integrazione dell’IT tattico e dell’IT strategico, ma l’attenzione è ora rivolta al cambiamento del parco tecnologico, dove l’obiettivo è aumentare le prestazioni delle apparecchiature con l’obiettivo di uno spreco minimo di risorse, afferma Lunardi (2013).

Secondo l’autore Rech (2014), come esempio di un’applicazione molto estrema di Green IT, si possono citare le aziende Google e Facebook. I data center di queste società sono stati trasferiti e si trovano nel Polo Sud. Questo atteggiamento riduce l’emissione di inquinanti che degradano l’ambiente e, insieme a questa azione, riduce la partecipazione delle risorse per la temperatura e il controllo ambientale.

Menezes (2012) descrive il Polo nodo, illustrato nella Figura 2. Node Pole è il nuovo datacenter di Facebook, ha 28.000 metri quadrati e si trova nel Circolo Polare Artico svedese. L’elettricità necessaria per il suo funzionamento proviene da una fonte rinnovabile, l’approvvigionamento è attraverso centrali idroelettriche, il data center diventa un progetto sostenibile.

Figura 2 – Polo nodo


Fonte: Menezes (2012).

In un’intervista su Computerworld (2008), condotta con un responsabile IT al Polo Sud, Henry Malgrem, il data center che ha gestito ha 30 server e il clima locale è di circa meno 51 gradi.

Dopo la green it review, si può osservare l’importanza della Virtualizzazione dei Sistemi, come pratica adottata da Green IT per raggiungere l’efficienza energetica, perché attraverso di essa è possibile eseguire la condivisione hardware, impedendo al servizio di non utilizzare nemmeno la metà della capacità di elaborazione dell’apparecchiatura host.

2.2 VIRTUALIZZAZIONE DEI SISTEMI

Secondo Carissimi (2008), per il funzionamento di un’apparecchiatura informatica, a livello di utente, è necessario che abbia un software operativo che funzioni tra hardware e applicazioni. Secondo Silberschatz (2001), la virtualizzazione dei sistemi mira a trasformare l’uso più efficiente e convincente.

Secondo l’autore Pereira (2011) la virtualizzazione ha avuto origine negli anni ’60 con IBM, nel periodo in cui l’obiettivo era quello di eseguire l’uso dei mainframe contemporaneamente. Secondo l’autore Monguinho (2012), questa pratica è correlata al concetto di LPAR (Logical Partitioning), la cui applicazione consente la segregazione di un server in diverse partizioni virtuali indipendenti.

Duarte (2012) definisce la virtualizzazione come emulazione di ambienti isolati che consente a diversi sistemi operativi di funzionare contemporaneamente, all’interno dello stesso hardware, in modo da sfruttare la massima capacità hardware disponibile. Siqueira (2008) afferma che la virtualizzazione consente di trasformare ambienti fisici complessi in ambienti semplici con una gestione più semplice.

Secondo Carissimi (2008), attraverso la virtualizzazione è possibile dividere un sistema computazionale fisico in diverse macchine virtuali, fornendo un’interfaccia indipendente per ciascuna di essi.

In relazione alla caratterizzazione della virtualizzazione si possono avere diversi. Waters (2007) descrive tre categorie di base: virtualizzazione dello storage, reti e server. Murphy (2008), a sua volta, definisce in otto tipi: virtualizzazione dei sistemi operativi, server applicazioni, applicazione, gestione, rete, hardware, archiviazione e servizio. Monguinho (2012) si rivolge in quattro tipi: virtualizzazione delle applicazioni, archiviazione, sistemi operativi e hardware. Balbino (2013) definisce tre tipi di virtualizzazione: virtualizzazione di server, applicazioni e desktop.

Figura 3 Handren (2014) esemplifica la relazione tra un’architettura tradizionale e un’architettura virtualizzata. In quello tradizionale ha un unico hardware per ogni sistema operativo con un’applicazione in esecuzione, già nella virtualizzata c’è una condivisione di un hardware che crea una piattaforma di virtualizzazione in cui è possibile inserire diversi sistemi operativi che eseguono applicazioni diverse.

Figura 3 – Architetture di virtualizzazione tradizionali


Fonte: Handren (2014).

Negli argomenti seguenti verranno trattati i tipi di virtualizzazione. Per la preparazione di questo lavoro verranno utilizzate le seguenti categorie: Virtualizzazione di applicazioni, supporti di archiviazione e sistemi operativi.

2.2.1 VIRTUALIZZAZIONE DEI SISTEMI OPERATIVI

Secondo Monguinho (2012) in questo tipo, il paradigma che un singolo sistema può essere configurato su un desktop o un server dall’hardware, è rotto. È possibile utilizzare una o più macchine virtuali, ognuna delle quali viene creata dal software all’interno di un host specifico. Possono anche essere classificati come: emulazione o simulazione, virtualizzazione nativa e virtualizzazione a livello di sistema operativo.

2.2.1.1 EMULAZIONE O SIMULAZIONE

Secondo Burdett (1998) l’emulazione è un modo accurato per simulare una situazione con caratteristiche specifiche, che in questo caso consente al computer ospitante di funzionare come se fosse un’altra. Gonçalves (2008), nel suo lavoro, sostiene che questo tipo non dovrebbe essere considerato una virtualizzazione poiché ha bisogno di un host.

Monguinho (2012) concorda sul fatto che in questo tipo dall‘orologio, il set di istruzioni e la memoria cache sono simulati. L’autore definisce questa tecnica come VMM – Virtual Machine Monitor – e l’host la vede come un’applicazione che simula tutte le operazioni che l’hardware host controlla. Nella figura 4 l’autore Monguinho (2012) illustra uno schizzo di emulazione.

Figura 4 – Emulazione o simulazione


Fonte: Monguinho (2012).

2.2.1.2 VIRTUALIZZAZIONE NATIVA

La virtualizzazione Nativa, secondo Gonçalves (2008), è un livello software che controlla tutte le risorse disponibili in una macchina virtuale. Monguinho (2012) afferma che in questo tipo di virtualizzazione VMM ha il pieno controllo dell’hardware, dove ogni macchina virtuale funziona come se fosse reale. L’obiettivo è quello di fornire al sistema una replica dell’hardware effettivo. Nella figura 5, l’autore Monguinho (2012) illustra la struttura di una virtualizzazione nativa.

Figura 5 – Virtualizzazione nativa


Fonte: Monguinho (2012).

2.2.1.3 VIRTUALIZZAZIONE A LIVELLO SO

Secondo Strickland (2008), in questo tipo di virtualizzazione il sistema operativo, il sistema operativo, non utilizza hypervisor. Al suo posto, il sistema operativo host è quello che fa il suo turno.

Monguinho (2012) definisce questa tecnica come un kernel del SO- sistema operativo – a cui è permesso creare altri nuovi sistemi operativi. È possibile creare più macchine virtuali , o virtuali, in modo indipendente e sicuro nello stesso server con partizioni isolate. L’autore cita come svantaggio che il sistema operativo host deve utilizzare la stessa versione del sistema operativo dell’host host. Nella figura 6 l’autore Monguinho (2012) illustra la struttura di una virtualizzazione a livello di sistema operativo.

Figura 6 – Virtualizzazione a livello SO


Fonte: Monguinho (2012).

2.2.2 VIRTUALIZZAZIONE DELLE APPLICAZIONI

L’autore Monguinho (2012) definisce che in questa pratica di virtualizzazione, l’applicazione viene eseguita proteggendo in modo sicuro il sistema operativo e le applicazioni da possibili cambiamenti nei rischi. L’autore ha citato Wine per esemplificare un’emulazione di applicazioni Windows in un ambiente Linux.

Wine può essere considerato un livello di compatibilità creato in modo che i sistemi operativi basati su Unix possano implementare api – Application Programming Interface – di sistemi operativi basati su piattaforma Windows.

2.2.3 VIRTUALIZZAZIONE DEI SUPPORTI DI ARCHIVIAZIONE

In questa virtualizzazione Monguinho (2012) cita l’esempio dell’uso dello storage che ne ha notevolmente aumentato l’uso, a causa del grande flusso di dati necessari per archiviare. È possibile che le informazioni siano registrate e condivise in diversi storage in modo più affidabile e protetto.

VS2 (2011) afferma che la virtualizzazione dell’archiviazione, la complessità della gestione delle informazioni si riduce. Mentre NGC (2011) sostiene che in questa tecnica le informazioni, invece di emergere dalla base, provengono dal server. Nell’elemento seguente verrà effettuato un breve confronto tra la virtualizzazione VMWare e XenServers.

2.2.4 RECENSIONI DI VMWARE E XENSERVER

In questo argomento viene presente un’analisi dei due strumenti di virtualizzazione più comunemente utilizzati, VMWare e Xen. I due strumenti sono differenziati dalla caratteristica di utilizzo nella virtualizzazione, la macchina virtuale è definita dall’essere una virtualizzazione totale e Xen per essere una para-virtualizzazione. Secondo Mattos (2008) la virtualizzazione totale è quando il sistema operativo visitatore ha una copia fedele dell‘hardware host e, secondo Monguinho (2012), la para-virtualizzazione è quando il sistema operativo del visitatore operativo viene emulato su una macchina virtuale, simile alla fisica, ma non identico.

Secondo Silva (2007) VMWare può essere considerato un livello tra hardware/ sistema operativo e sistemi virtualizzati. Secondo Barros (2012), VMWare è il software di virtualizzazione più utilizzato e la sua implementazione può essere eseguita su tutti i principali server di vendita sul mercato.

In Xen l’app di virtualizzazione viene installata direttamente sull’hardware prima della O, secondo Bosing e Kaufmann (2012). Secondo Silva (2007) il progetto Xen mira a fornire un’infrastruttura per il calcolo distribuito basata sull’open source.

È presentato nella figura 7, un confronto dei due strumenti per quanto riguarda le caratteristiche della loro attuazione. È possibile vedere e concludere che il server Xen presenta molti più vantaggi di distribuzione.

Figura 7 – Xen Server vs VMWare


Fonte: Adattato da Sanchez (2012).

Come la differenza principale tra i due tipi menzionati, è degno di nota che in VMWare il sistema operativo in visita ha una replica uguale dell’host e in Xen deve essere modificato per essere utilizzato sul VMM.

2.2.5 VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA VIRTUALIZZAZIONE

Per quanto riguarda i vantaggi e gli svantaggi, si può dire che ci sono alcuni punti rilevanti in ciascuno sia per gli strumenti disponibili che per il tipo di virtualizzazione da utilizzare.

Secondo gli autori Bosing e Kaufmann (2012), come vantaggio si può citare la riduzione dei costi, con struttura fisica, consumo energetico e raffreddamento della stanza, nei requisiti operativi si può segnalato l’ottimizzazione delle risorse, l’affidabilità dei servizi, maggiori prestazioni e tempi per le riparazioni.

Come svantaggio, anche secondo gli autori Bosing e Kaufmann (2012), può essere citato un elevato costo hardware, perché richiede una configurazione più grande, poiché ospita tutte le macchine in un’unica e migliorata sicurezza sui server.

Tra i risultati presentati e analizzati durante la ricerca, l’uso della virtualizzazione porta coloro che utilizzano molti più benefici che perdite. Infatti, l’affidabilità del servizio, l’ottimizzazione delle risorse hardware e, allo stesso tempo, la protezione dell’ambiente sono dettagli essenziali che devono essere presi in considerazione nella vita quotidiana delle persone.

Il prossimo capitolo riguarda le modalità di sviluppo di questo progetto. Le recensioni letterarie viste in questo, hanno portato il progetto in alcuni punti importanti per creare la base di conoscenza dell’opera.

Ricordando alcuni punti importanti da registrare, i livelli di preparazione del personale IT nell’organizzazione, l’architettura dell’ambiente, le risorse disponibili per gli investimenti e soprattutto quale sia il reale interesse a trasformare l’organizzazione in un’azienda sostenibile e che si occupa della conservazione dell’ambiente.

2.2.6 POSTI DI LAVORO CONNESSI

Per la ricerca condotta nelle fonti di ricerca accademica, è stata utilizzata come parola chiave di ricerca per ottenere dati riguardanti Green Information Technology, i seguenti termini, Green IT, Deep IT, Green TACTICAL INCREMENTATION IT, Strategic Green IT e Green IT, con l’intenzione di determinare quali metodi e pratiche vengono studiati e applicati. In totale, è stata effettuata una revisione di circa 30 studi, quindi è stato effettuato uno screening in base all’applicazione di un filtro del numero di citazione, per selezionare solo le opere più rilevanti. Il risultato può essere controllato nella tabella 1.

Tabella 1 – RISULTATO DEI DATI ACCADEMICI ANALIZZATI – GREEN TI
Autore Livello IT verde Pratiche adottate Termine
Gianelli (2016)

1. Tattica

2.Strategica

1.1 Spegnere i monitor dei computer;

1.2 Spegnere le luci;

1.3 Refrigerazione;

1.4 Smaltimento di attrezzature obsolete;

2.1 Sostituzione dei computer

IT verde
Neto,

(2010)

Tattica 1. Modificare i colori del layout di Google; IT verde
Rech (2014) Tattica

1.1 Creazione di un sito web per la diffusione di buone pratiche titologiche verdi.

1.2 Controllo della stampa su carta;

VERDE TATTICO IT
Projeto Blade / Banco Real (2007) Strategica 1. Sostituzione di 180 computer convenzionali per 160 Blade-PC. IT verde strategico
Menezes (2012) 1. Tattica

2.Strategica

3. IT profondo

1.1. Valutazione del controllo dell’energia tramite software;

1.2 Smaltimento, raccolta o donazione di posta indesiderata;

2. GED, sistema elettronico di gestione dei documenti;

3.1. Consolidamento dei server;

3.2 Virtualizzazione dei server;

3.3 Sostituzione dei server con blade;

IT profondo
Nunes (2012) Tattica 1. Questionario per l’analisi delle pratiche utilizzate IT verde
Vimercatit (2013) Tattica 1. Questionario per la valutazione delle pratiche it verdi adottato e istruzioni con nuove pratiche; IT verde
Ramalho (2010) Tattica 1. Cambiamento del comportamento delle persone su base giornaliera, per adottare una postura sostenibile; IT verde
Villarreal (2012) IT profondo 1. Offrire un ambiente di elaborazione flessibile ed efficiente (green clouding computing); IT profondo

Fonte: Autore.

La fine di questo primo report generato è stata possibile progettare una visualizzazione con le attività delle pratiche IT più eseguite nel lavoro stampato. Il risultato è riportato nella tabella 2.

Tabella 2 – Principali pratiche IT verdi

Elenco per livelli Volte

Incrementazione tattica

Programmi di sensibilizzazione

Smaltimento corretto

Valutazione dell’efficienza energetica

12

7

3

2

Strategica

Sostituzione dei computer

Gestione operativa delle risorse

3

2

1

IT profondo

Cambiamento del parco tecnologico

Sostituzione dei server per la virtualizzazione del sistema

4

2

2

Fonte: Autore.

Dopo aver esaminato questi lavori, è nata l’opportunità di effettuare un’implementazione IT verde strategica attraverso un case study, in cui è stata applicata la virtualizzazione dei server, al fine di cercare l’efficienza energetica. E i risultati di questi studi mostrano, su quali metodi dell’IT verde sono stati lavorati nella comunità scientifica e che il lavoro correlato ha contribuito alla definizione dei metodi per l’implementazione delle GREEN IT nel caso di studio. Nella prossima fase del lavoro, verrà effettuata un’analisi in cima al caso di studio proposto.

3. METODO DI RICERCA

3.1 PROGETTAZIONE DELLA RICERCA

Per sviluppare questo lavoro è stata condotta una ricerca qualitativa esplorativa, con l’obiettivo di sapere quali tecniche e metodi vengono adottati dalla comunità accademica in relazione all’uso della virtualizzazione dei server e delle applicazioni attraverso pratiche adottate nell’IT verde eseguendo una revisione bibliografica e un caso di studio, dove queste pratiche potrebbero essere osservate nella routine dell’organizzazione.

3.2 DEFINIZIONE DELLA POPOLAZIONE TARGET O DELL’UNITÀ DI ANALISI

Nella pianificazione di questo lavoro, è stato condotto un sondaggio su come la comunità accademica adotta e riconosce l’importanza dell’applicazione IT verde e come si avvicinano alla virtualizzazione dei server in progetti e studi. Per questo, sono state create due linee di organizzazione del lavoro, la concettualizzazione delle tecniche di virtualizzazione e green IT.

Osservando le attività dettagliate e gli ambienti analizzati negli studi esaminati, sono state ottenute alcune discrepanze che sono state il fattore determinante per la direzione del lavoro, tra cui una cattiva gestione delle risorse computazionali disponibili e un elevato consumo energetico di apparecchiature INFORMATICHE. I server dettagliati hanno diversi tipi di servizi in esecuzione, sono, posta, Web, file, backup e applicazioni proprie. La maggior parte rimane connessa 24 ore su 24 e alcune di queste con hardware inattivo, viene quindi definita l’apparecchiatura progettata per avere una capacità prestante che deve essere sottoposta alle sue attività e non viene utilizzata completamente.

Con il caso di studio, è stata effettuata un’analisi in un ambiente organizzativo, in un’azienda chiamata X. Questa azienda è considerata una cellula che gestisce il parco tecnologico della tua regione e allo stesso tempo fornisce supporto ai responsabili IT di ogni sede. In azienda sono disponibili le seguenti apparecchiature per l’applicazione dello studio: 10 computer di tutto in un unico modello, 3 computer desktop completi di processore Core 2 Duo e sorgente da 250 Watt e 12 server Rack.

Un totale di 13 persone lavorano nel settore, la maggior parte delle quali sono tecnici basati su computer o almeno conoscenze. Si stima che una buona parte di essi possa essere interessata alla sostenibilità nell’IT, effettuando un avviso per l’assistenza ai rifiuti nelle tecnologie dell’informazione.

Per quanto riguarda i server, l’azienda ne ha diversi, e con diversi tipi di servizi in esecuzione, sono, posta, web, file, backup e applicazioni unici per l’azienda, tutti rimangono connessi nel periodo di 24 ore garantendo la disponibilità del bene.

In questo settore è disponibile una pianificazione amministrativa giornaliera per le attività eseguite, in modo da poter progettare una pianificazione di pianificazioni, attività e procedure per ogni apparecchiatura.

Nel caso dei server, ce n’erano alcuni con hardware di capacità di elaborazione e archiviazione sufficiente, che non veniva utilizzato nemmeno la metà della sua capacità. Con questo, è stata effettuata una ridistribuzione dei servizi applicando metodi di virtualizzazione dei sistemi. Così questo progetto ha riguardato la realizzazione dell’applicazione della virtualizzazione dei server, questa azione avviene a livello strategico di Green IT.

3.3 TECNICHE DI RACCOLTA E ANALISI DEI DATI

Per la ricerca bibliografica, è stata effettuata una ricerca nelle principali fonti dei motori di ricerca, come Google Scholar e IEEE, al fine di cercare gli articoli, i casi, le opere e i progetti più citati. Le parole e le espressioni principali utilizzate come riferimento per eseguire la raccolta dei dati sui siti sono state: Virtualizzazione dei server IT verdi e sostenibilità.

Per il caso di studio sono state effettuate una ricerca documentaria e un’analisi e un’indagine dei dati ambientali, contenente dati relativi ai metodi e alle caratteristiche delle apparecchiature informatiche.

Così abbiamo scelto di trascrivere e organizzare i risultati ottenuti all’interno dei grafici delle prestazioni, sotto forma di colonne. Le metriche utilizzate per questo erano: tipi di servizi adottati, tipo di virtualizzazione, vantaggio dell’applicazione.

4. ANALISI E DISCUSSIONE DEI RISULTATI

La classificazione della virtualizzazione utilizzata in questo lavoro si basa sulle seguenti categorie: Virtualizzazione applicazioni (VA), Virtualizzazione dei supporti di archiviazione (VMA) e Virtualizzazione dei sistemi operativi (VSO).

Per quanto riguarda le classificazioni GREEN IT utilizzate in questo lavoro, si basa sulle definizioni di Murugesan (2008). L’autore inquadra systems virtualization, a livello Deep IT, quando è necessario ristrutturare il parco tecnologico e quando c’è ridistribuzione dei servizi e delle attrezzature esistenti a livello strategico.

Quindi, sulla base di queste classificazioni, questa ricerca è definita a livello di Virtualizzazione, come virtualizzazione dei sistemi operativi, dove esiste una macchina virtuale con sistema operativo e applicazione per ogni host, e a livello DI GREEN IT, come STRATEGIC GREEN IT, perché anche se c’è una virtualizzazione dei server non c’è stata acquisizione di nuove apparecchiature e né una ristrutturazione dell’infrastruttura dell’ambiente server. Delle quattro apparecchiature che hanno virtualizzato il suo servizio, tre sono state spente e una, l’hardware, utilizzata per la virtualizzazione. A vantaggio dei server disconnessi, oltre all’efficienza energetica raggiunta, è stata effettuata una contingenza di servizi virtualizzati.

Di seguito sono riportato i passaggi del piano di configurazione eseguito durante l’esecuzione del case study.

4.1 PIANO DI CONFIGURAZIONE

Per facilitare ed evidenziare le parti più importanti nell’esecuzione del caso di studio sono stati suddivisi in tre fasi: Step 01 – Requirements Survey, Step 02 – Environment Analysis e Step 03 – Execution, formando così il piano di configurazione.

4.1.1 FASE 01 – REQUISITI DELL’INDAGINE

Tutti i passaggi sono stati molto importanti per eseguire il piano di configurazione, ma questo di per sé è molto sensibile, perché è un prerequisito per gli altri passaggi. In questa fase, tutti i dati ambientali sono stati raccolti in relazione alle risorse e ai servizi utilizzati.

In primo luogo, in questa fase è stata eseguita un’analisi dell’ambiente, osservando quali servizi venivano utilizzati singolarmente e quali non richiedevano più della metà della disponibilità delle prestazioni dell’apparecchiatura hardware ospitata. Per esperienza, la preferenza dovrebbe essere data a un server applicazioni, ad esempio un server applicazioni Web, un server di backup, che è programmato per funzionare a una certa ora del giorno quando non c’è molto traffico sulla rete. D’altra parte, i server con servizi che richiedono prestazioni hardware elevate, come il file server, che ha oltre a un controller di dominio, ha anche un user manager, dovrebbero essere evitati, in quanto può far deragliare la virtualizzazione.

In un secondo momento, è stata esata la capacità di ciascuna apparecchiatura, come la capacità di elaborazione e lo stoccaggio. Un altro aspetto importante che dovrebbe essere preso in considerazione è specificare la fonte di alimentazione, sia che sia collegata a qualche banca della batteria o solo nobreaks.

Infine, è stata effettuata un’indagine sui dati delle attrezzature operative utilizzate dagli utenti, in quanto sono anche responsabili di buona parte del consumo giornaliero di elettricità.

Durante l’esecuzione del passaggio 01, è stato necessario creare una tabella contenente l’elenco hardware dei server e il consumo energetico di ciascuno in KWh, questo monitoraggio è stato visualizzato in Zabbix[3] in un momento di picco di utilizzo quotidiano dei servizi dei server.

Per scoprire il periodo di picco di utilizzo delle risorse offerto dai server, aveva due modalità. Uno era il grafico di analisi del traffico di rete eseguito da Embratel e l’altro era il grafico generato dall’applicazione zabbix. Poco dopo è stato necessario dettagliare i servizi utilizzati e su quali hardware venivano ospitati. Le tabelle 3 e 4 mostrano il risultato raggiunto al termine dell’esecuzione del passaggio 01, evidenziando che i due server evidenziati in grassetto nella tabella 3 hanno virtualizzato i loro servizi.

Tabella 3 – Elenco hardware / Consumo KWh

Elenco per gruppi Qty Kwh
Server
1. HP Proilant DL120 6 0,36
2. IBM X3650 M3 XEON 2 0,32
3. IBM STOR WIZE v3700 1 0,29
4. McAfee WBG4000 1 0,28
5. DELL POWER EDGE R710 2 0,14
ATTREZZATURE OPERATIVE
6. Lenovo ThinkCentre All-in-One A70z 10 0,11
7. Lenovo M93p Desktop 3 0,24

Fonte: Autore.

Tabella 4 – Elenco dei servizi per attività

Elenco per gruppi digitare
Server

File server

(SuseLinux + Samba +LDAP)

1

File server

(SuseLinux + Samba +LDAP) 0

2

File server

(OracleLinux + Kerberos)

1

Server di archiviazione:

STORAGE

3

Server di backup

(OracleLinux + Bacula)

1

Server delle applicazioni – GED

(SuseLinux + SIGDEM)

5

Web Service Application Server

(SuseLinux + Apache + MYSQL)

1
Server delle applicazioni di servizio Drupal (OracleLinux + Apache + Postgres) 2

Server del servizio proxy:

(RedHat+McAFee)

4
Server di servizio DNS – (SuseLinux) 1

Mail Application Server:

(SuseLinux + LotusNotes)

5

BD Service Application Server

(CentOS + SQL)

1
ATTREZZATURE OPERATIVE
Workstation – Utenti 6
Postazioni di lavoro – Supervisore 7

Fonte: Autore.

Dopo l’indagine dei dati sulle attrezzature disponibili e sui possibili servizi da virtualizzare, eseguita nella fase 1, è iniziato il passo successivo. La fase 02 consisteva nel controllare e definire quali apparecchiature erano inattive e con la possibilità di eseguire un altro servizio insieme.

4.1.2 FASE 02 – ANALISI DELL’AMBIENTE

In questa fase è stata eseguita l’analisi del risultato generato nel passaggio precedente. Era quindi necessario fare una marcatura dei servizi che sarebbero stati virtualizzati e quali attrezzature li avrebbero ospitati. Per la scelta delle apparecchiature che ospiterebbero la virtualizzazione, abbiamo optato per quella con la più alta capacità di elaborazione.

Innanzitutto, i servizi con affinità sono stati contrassegnati, senza mescolare i servizi che richiedevano una maggiore disponibilità, ad esempio il file e il server di posta (con l’applicazione Web). Per scegliere l’hardware, sono state scelte le migliori prestazioni, in questo caso il Type 02 (IBM X3650 M3 XEON).

Il risultato della fase 2 è presentato nella tabella 5, con i servizi e le attrezzature che sono stati virtualizzati.

Tabella 5 – Servizi di virtualizzazione e hardware

Servizi di virtualizzazione

Backup Server (OracleLinux + Bacula)

Server applicazioni servizio Web (SuseLinux + Apache + MYSQL)
Drupal Service Application Server (OracleLinux + Apache + Postgres)
Server applicazioni servizio BD (CentOS + SQL)

HARDWARE de Virtualização

IBM X3650 M3 XEON

Fonte: Autore.

Con le prestazioni del passaggio 2, è stato possibile ridurre da quattro attrezzature a una sola. Ciò indica che il ridotto consumo energetico è stato di 1,04 KWh calcolato a circa 0,36 KWh. E la riduzione è stata di 0,36 KWh (server di backup), 0,36 KWh (server Web), 0,36 KWh (server BD). Questo risultato è stato molto importante, considerando che il progetto prevede l’efficienza energetica delle apparecchiature INFORMATICHE.

Dopo la preparazione del piano di esecuzione, è iniziata l’implementazione della virtualizzazione stessa. Il risultato di questo passaggio è dettagliato nell’argomento seguente.

4.1.3 FASE 03 – ESECUZIONE

In questo passaggio è stata eseguita la pianificazione dei passaggi precedenti, che illustra la virtualizzazione del sistema operativo (VSO). Nel nuovo Virtualization Server, fu utilizzato il Virtualization System disponibile per la distribuzione di Suse Linux e l’hardware IBM disponibile. La figura 7 mostra di seguito l’aspetto dell’architettura di virtualizzazione.

Figura 7 – Architettura del server virtualizzato

Fonte: Autore.

Come si può vedere, 4 macchine indipendenti (SO + Service) sono state create sul server di virtualizzazione disponibile. A tale cosa, una macchina virtuale per ogni server è stata creata da Hypervisor Xen (servizio operativo host gratuito) per ogni server. Subito dopo aver configurato i servizi server Web e Drupal, quindi il server BD e l’ultimo server di backup.

Dopo tutte le configurazioni necessarie presenti nell’Appendice A, e verificate che il servizio funzionava normalmente (per questo è necessario accedere ai sistemi singolarmente e verificarne l’integrità e la disponibilità già per il servizio Bacula è necessario verificare lo stato del Direttore), quindi è stato nuovamente analizzato il consumo energetico di questa apparecchiatura, e sono state osservate oscillazioni del picco di KWh , che variava da 0,32 a 0,39. Questo risultato molto attraente per l’azienda.

Dopo aver eseguito i 3 passaggi, al fine di garantire una maggiore affidabilità nei risultati del piano, è stato valutato quali metriche sarebbero appropriate da utilizzare per valutare il risultato dell’efficienza energetica ottenuta con la virtualizzazione dei server.

4.2 METRICHE PER VALUTARE IL PIANO

Una misurazione del traffico dati sulla rete è stata eseguita in azienda al fine di aumentare la velocità della larghezza di banda contratta. Questo processo è stato diviso in due momenti, uno per misurare il traffico di accesso esterno e l’altro per il traffico di accesso interno. Il monitoraggio del traffico esterno è stato effettuato dall’Embratel, che fornisce i collegamenti di accesso dedicati e per il monitoraggio interno sono stati utilizzati TRAFip[4] e Zabbix.

Durante la misurazione del traffico dati utilizzato è stato possibile osservare le ore di punta alle quali era richiesta la disponibilità di servizi locali. Ai fini del caso di studio sono state prese in considerazione le informazioni generate da Embratel e le informazioni generate a Zabbix.

Per la valutazione del risultato è mostrato nei grafici 1, 2 e 3 il consumo energetico dei server durante il picco di utilizzo dei servizi. Per tutti i server, l’accesso di picco considerato è calcolato da TRAFip e Zabbix, durante un accesso casuale, all’interno del quadrante del traffico più alto, da essi definito, tra le 08 e le 11.

Il grafico 1 mostra il consumo prima della virtualizzazione. Analizzando il grafico, si può osservare l’elevato consumo energetico dei server.

Grafico 1 – Pre-virtualizzazione del consumo energetico di picco

Fonte: Autore.

Il grafico 2 mostra il consumo di KWh dopo la virtualizzazione dei servizi. Analizzando il grafico, si può osservare la riduzione del consumo energetico dei server, raggiungendo l’efficienza energetica dei servizi offerti

Grafico 2 – Consumo energetico di picco post-virtualizzazione

Fonte: Autore.

Il grafico 3 mostra la differenza di consumo in KWh e R$. I valori si basano sulla tariffa del concessionario locale di energia elettrica, AES Sul.

Grafico 3 – Risultati ottenuti con la virtualizzazione

Fonte: Autore.

Osservando il risultato mostrato dal grafico, si è avuto una riduzione del consumo di energia di 1,01 KWh, generando un risparmio monetario di R$ 0,45 all’ora di utilizzo durante le ore di punta di lavorazione di queste apparecchiature. Il grafico 4 mostra il confronto dei risultati ottenuti in questo lavoro e nel lavoro del prado (2005).

Grafico 4 – Confronto dei risultati

Fonte: Autore.

Prado (2005) ha mostrato una riduzione di 154 KWh del consumo energetico con l’uso di 47 attività, mentre in questo lavoro il risultato è calcolato sulle ore di picco di utilizzo delle apparecchiature e una riduzione mensile di 60 KWh è stata ottenuta in 5 attività utilizzate nell’azione.

Al termine dell’esecuzione della virtualizzazione del sistema operativo, effettuata secondo le fasi orientate a questa ricerca, si può osservare una riduzione dei consumi elettrici, un risultato che raggiunge gli obiettivi dell’IT verde, che mira all’efficienza energetica delle apparecchiature informatiche.

4.3 PIANO DI CONFIGURAZIONE SUMARIZING

La tabella 4 riassume l’applicazione delle procedure dai prerequisiti alla virtualizzazione, dalle fasi in essa elencate è possibile applicare la proposta di ricerca.

Come raccomandazione, si raccomanda un’attenzione particolare al passaggio 01, poiché è qui che si svolge l’indagine sui requisiti e sulle risorse IT esistenti nell’ambiente scelto e sulle prestazioni che ha. Non da ultimo, prestare molta attenzione alla fase 03, che è necessaria per avere una conoscenza leggermente più tecnica, perché in essa vengono effettuati i trasferimenti dei servizi utilizzati per l’Apparecchiatura Virtualizzata. Nel passaggio 06, un po ‘ più amministrativo, la valutazione del metodo scelto avviene attraverso metriche definite.

Tabella 4 – Guida pratica alle procedure di virtualizzazione

Passo Azione Descrizione
01 Sollevamento

Creare una tabella che elenchi l’equipaggiamento;

Creare una tabella che elenchi i Servizi;

02 Analisi

Cercare di unificare i servizi disponibili;

Selezionare l’apparecchiatura host di virtualizzazione;

Definire i servizi da virtualizzare;

Evitare di fornire un carico di elaborazione superiore sull‘hardware;

03 Correre

Configurare server per la ricezione della virtualizzazione;

Creare host di macchine virtuali;

Avviare normalmente l’installazione dei servizi;

04 Utilizzare

Verificare l’accessibilità dei servizi virtualizzati;

Verificare se il trasferimento dei servizi è stato effettuato con successo;

Verificare la disponibilità della virtualizzazione;

05 Valutazione

Utilizzare le metriche per calcolare l’efficienza energetica;

Eseguire confronti dei risultati;

Fonte: Autore.

5. CONCLUSIONI

Dopo questa ricerca, tale influenza è facilmente indicato che l’uso dell’IT esercita sulla vita delle persone, sulle organizzazioni e sulle conseguenze negative che possono verificarsi in base al loro uso improprio. Attraverso la revisione della letteratura, si percepisce la necessità di nuovi studi che consentano metodi e azioni, in modo che le persone e le aziende possano adottare pratiche per ridurre gli impatti sull’ambiente. È molto comune trovare nelle aziende diverse risorse informatiche, ognuna delle quali è responsabile di garantire un servizio diverso, dove nella maggior parte dei casi si verifica l’ozio hardware. Emerge così la virtualizzazione, che ha lo scopo di utilizzare tutte le risorse prestazionali disponibili dagli asset integrando i servizi in un unico, garantendo oltre a un risparmio di nuovi investimenti in IT, una maggiore efficienza energetica degli stessi in uso.

Questo lavoro ha cercato di mostrare come la virtualizzazione dei sistemi può essere eseguita, al fine di integrare i servizi offerti in un’azienda di computer che mira all’efficienza energetica senza comprometterne la qualità e la disponibilità. Durante l’esecuzione delle procedure contenute nel lavoro, c’era una limitazione per misurare il consumo dell’attrezzatura longitudinalmente, indipendentemente dal tempo disponibile. Successivamente si è deciso di utilizzare un’informazione di misurazione del consumo energetico durante il picco di utilizzo dei server, basata sull’analisi del traffico dati sulla rete.

Come risultato di questo lavoro, dopo aver implementato tutte le fasi, si può affermare che c’è stato un notevole miglioramento nell’efficienza energetica degli host di apparecchiature hardware dei servizi, questo può essere dimostrato dai valori ottenuti con le metriche utilizzate. Infine, questo piano mira a contribuire all’acquisizione da parte di alcune organizzazioni delle conoscenze studiate e all’implementazione di azioni basate sulla virtualizzazione e sulle pratiche GREEN IT, migliorando lo sviluppo dei servizi e contribuendo alla sostenibilità. Come proposta per studi futuri, c’è la possibilità di analizzare questo piano con altre metriche, applicando un piano di esecuzione più lungo.

RIFERIMENTI

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APPENDIX A

CONFIGURAZIONE DI UNA MACCHINA VIRTUALE SU XENSERVER

Passaggio 01 – Fare clic con il pulsante destro del mouse sullo schermo e scegliere l’opzione Terminale e digitare yast2.

Passaggio 02 – Passare al menu Virtualizzazione/Crea computer.

Figura 8 – Schermata di configurazione di Yast

Fonte: Autore.

Passaggio 03 – Scegliere il tipo di sistema operativo.

Passaggio 04 – Scegliere il metodo (virtualizzazione completa)

Passaggio 05 – I valori della tabella Partizione possono essere modificati nella schermata Riepilogo.

Passaggio 06 – Configurazione normale dei servizi installati.

APPENDIX B

ANALISI DEL TRAFFICO DI RETE DEI RISULTATI ESEGUITA TRAMITE TRAFIP

Grafico 5 – Analisi del traffico di rete – TRAFIP


Fonte: Autore.

ALLEGATO C

RISULTATO DELL’ANALISI DEL TRAFFICO DI RETE ESEGUITA TRAMITE ZABBIX

Grafico 6 – Analisi del traffico di rete – TRAFIP


Fonte: Autore.

APPENDICE D

IMPLEMENTAZIONE DEL SERVER DI BACKUP PASSO-PASSO

Figura 9 – Procedure di base


Fonte: Autore.

Figura 10 – Procedure di base


Fonte: Autore.

Figura 11 – Procedure di base


Fonte: Autore.

Figura 12 – Procedure di base

Fonte: Autore.

Figura 13 – Procedure di base

Fonte: Autore.

ALLEGATO A

RISULTATO DELL’ANALISI DEL TRAFFICO DI RETE EFFETTUATA DA EMBRATEL

Figura 14 – Traffico di rete


Fonte: Autore.

ALLEGATO B

SCRIPT DI INSTALLAZIONE AUTOMATICA DELLO STRUMENTO DI BACKUP BACULA

Figura 15 – Script di installazione di Bacula


Fonte: Autore.

3. Zabbix – Secondo Tader (2010), è un software per il monitoraggio di vari parametri della rete.

4. Strumento di gestione della rete che analizza e caratterizza il traffico IP esportando flussi tramite protocolli NetFlow, JFlow, Netstream, IPFIX e sFlow.

[1] Post-laurea in Informatica – Faculdade Internacional Signorelli.

[2] Laurea in Sistemi Informativi – Università di Rio dos Sinos Valley UNISINOS.

Pubblicato: Marzo 2019.

Approvato: Luglio 2019.

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